Assodato che “Illvd divinvm insanvs” è una delle delusioni dell’anno, la calata italica dell’Angelo Morboso rimane uno di quegli eventi che difficilmente possono esser saltati a piè pari.
Durante il tragitto verso i Magazzini Generali non ho mancato di pormi delle domande, se non proprio dubbi, su quello che mi sarebbe aspettato una volta arrivato al locale.
Avrebbero riproposto i Morbid Angel anche i pezzi più controversi di “divinità malate” trasformando i Magazzini Generali in una discoteca gabber?
E, in caso affermativo, quale sarebbe stata l’accoglienza del pubblico?
Ulteriori dubbi erano poi legati all’acustica del locale, notoriamente non eccelsa, confidando nella bravura e professionalità del tecnico addetto al mixer destinatario di un compito davvero difficile.
Troppi pensieri i miei? Forse ma quando si rimane imbottigliati nel traffico serale della circonvallazione meneghina il tempo per pensare non manca di certo.
A causa del traffico e ad un inizio di spettacolo che non ha tenuto in considerazione delle esigenze di chi lavora (i Nervecell hanno aperto le danze alle 18.30!), arrivo ai Magazzini Generali giusto in tempo per il soundcheck degli svedesi Necrophobic con tanti saluti al brutal death metal dei francesi Benighted.
Gli Svedesi si manifestano sul palco da artisti consumati con tanto di abbigliamento “alla Behemoth” a fare da contorno al loro black/death melodico che si collega direttamente ad altre due immense ed amatissime band svedesi, Dissection e Unanimeatd.
Il quintetto proveniente da Stoccolma ci dà dentro fin dalle battute iniziali e il pubblico (non numerosissimo durante la loro esibizione per i motivi d’orario sopra citati) dimostra di gradire calorosamente.
Diversi gli estratti da una carriera ultradecennale fra cui è giusto ricordare “Celebration of the goat”, “Revelation 666”, “Blinded in light, enlightened in darkness”, “Death to all” e “The nocturnal silence”. Brani che fortunatamente hanno beneficiato di un audio più che discreto che ha permesso di apprezzare in pieno anche le aperture più melodiche.
Dopo un breve soundcheck giunge il momento tanto attesto. Il quartetto floridiano guidato dall’imponente David Vincent prende possesso del palco e senza troppi fronzoli attacca con la storica “Immortal rites” cominciando un concerto che alla fine soddisferà ampiamente il pubblico dei Magazzini Generali.
L’ultima volta che ebbi l’occasione di vedere i Nostri, fu nel 2008 presso il Rolling Stone nel tour di reunion e in quell’occasione il buon Dave “perse la voce” quasi subito inficiando una performance altrimenti di alto livello.
Fortunatamente le cose questa volta sono andate meglio, l’ugola di Mr. Vincent ha tenuto una buona metà del concerto e quando non è arrivato con la tecnica ha sopperito con iniezioni massicce di personalità guidando gli spettatori come un pastore il gregge.
Come al suo solito, Trey Azagthoth si è fatto gli affari tuoi per tutta la durata del concerto, svolgendo la sua performance in maniera distaccata ma sempre in maniera eccellente.
Destructhor ormai entrato nel combo come secondo chitarrista si è rivelato un ingranaggio oliato all’interno della meccanica della band, così come in sede live il sostituto di Pete Sandoval, Tim Yeung, si dimostrato altamente affidabile non facendo rimpiangere il buon Commando.
La scaletta scelta è stata, se mi permettete, un poco ruffiana. Il passato dell’Angelo Morboso è pieno di pezzi validi, ed è bastato scegliere nel mazzo per allestire un setlist tale da non tradire la fedeltà del pubblico.
Da “Illvd…” sono stati tratti solo tre pezzi, quelli più “tradizionali”. “Existo vulgorè”, “Nevermore” e “I am Morbid” dal vivo hanno sicuramente un impatto molto forte, decisamente migliore di quello che si percepisce dal disco ma, a conti fatti, mancano di quel tocco maligno che caratterizza il sound dei Nostri.
Non è mancata l’esecuzione delle pietre miliari che hanno reso grande la carriera dei Morbid Angel.
“God of emptiness”, “Maze of torment” e “Where the slime lives”, fino alla conclusive “Sworn to the dark” e “Chapel of ghouls” hanno scaldato i presenti ai Magazzini Generali lasciando l’impressione di una band che dal vivo ha ancora tanto da dire e da dare.
Peccato che non si possa dire lo stesso per la produzione in studio, ma questa è un’altra storia che per questa sera si è preferito non raccontare.
setlist Morbid Angel:
Immortal rites
Fall from grace
Rapture
Day of suffering
Blasphemy
Maze of torment
Existo vulgorè
Nevermore
I am morbid
Angel of disease
Lord of evil and plagues
Where the slime lives
Blood on my hands
Bil ur sag
God of emptiness
World of shit
Sworn to the dark
Chapel of ghouls