(15 ottobre 2012) Anathema @Teatro Le Serre, Grugliasco

Info

Provincia:TO
Costo:€ 25 + d.p.
Difficile commentare un disco degli ultimi Anathema, e forse ancor più arduo appare tentare di descrivere a parole un loro concerto.
Quello a cui hanno preso parte i trecento fans (circa) della formazione di Liverpool in questa fredda serata nell’hinterland torinese è assoggettabile ad una sorta di turbinante esperienza onirica, un viaggio nelle memorie più intime e oscure dell’individuo, un itinerario inquieto e vibrante in cui l’impatto emozionale è semplicemente lacerante.
Sono convinto che una sensazione simile la debbano aver provata gli spettatori delle prime esibizioni dei Radiohead o dei Pink Floyd oppure ancora dei Led Zeppelin e magari pure degli U2, chiamati a fronteggiare un’analoga potente onda sensoriale dai contorni frastagliati e straordinariamente intensi.
Certo, gli Anathema arrivano “dopo” i colossi appena citati e quindi devono inevitabilmente fare i conti con la loro pesante e pressante eredità, eppure pochi altri sono capaci come i nostri di fortificare la solennità spirituale con i piaceri del rock, di intridere di umori drammatici le trame concentriche dei suoni, di avvolgere nella magia quella voglia di evoluzione che ha da sempre contraddistinto i grandi della musica.
E poi la location (il Teatro Le Serre, definito una “moderna tensostruttura” assomiglia molto, per capirci, ad un “tendone da circo”, e per quanto possa essere capiente e “perfettamente attrezzata”, non ha molto da spartire con le strutture adatte ad ospitare oggi i succitati modelli dei Cavanagh bros.) selezionata per questa performance rafforza l’impressione di trovarsi di fronte allo show di una “band emergente”, e se non fosse per certe intemperanze di un Daniel Cavanagh vagamente spocchioso (infastidito dall’abitudine ormai consolidata di riprendere lo spettacolo con telefonini e videocamere, finendo per assistere al concerto fissando lo schermo di tali apparecchiature piuttosto che quello che sta direttamente svolgendosi sul palco … non mi sento di biasimarlo, ma i modi e il fare risentito che ha pure inficiato un minimo la sua prova, non mi sono piaciuti …), il fervore espressivo (e i piccoli problemi tecnici, nonostante la meticolosità dei roadies … passaggio dell’aspirapolvere compreso …) ostentato nell’occasione non sembrava proprio quello di un gruppo “arrivato”, dipinto come altero e “freddo” (e non si parla di temperatura atmosferica, piuttosto rigida e, in assenza di un efficace riscaldamento, causa di presumibili infreddature … vedasi il sottoscritto e il valente fotografo Ermo, evidentemente meno inossidabile del previsto …) dai suoi denigratori, molti dei quali ancora contrariati per l’abbandono delle sonorità puramente gothic-doom degli esordi.
Per fortuna gli estimatori, quelli che hanno accompagnato il generoso percorso evolutivo della band britannica, e l’hanno sostenuta nella creazione di un ibrido che mescola con straordinario carisma shoegaze, alternative e prog rock, non mancano, e dimostrano ampiamente il loro affetto anche stasera (qualcuno di loro li ha seguiti fin qui dopo la data di Roma … complimenti per l’abnegazione, guys!), ripagati da un Vincent Cavanagh mattatore ispirato e comunicativo di una formazione concentrata e “discreta”, e tuttavia sempre “presente” (emblematica, in questo senso, la prova di Lee Douglas …) quando più conta e cioè quando deve contribuire a realizzare questa musica così sensibile e coinvolgente.



Le citazioni specifiche sono bandite (anche se “Deep” rimane un momento d’inarrivabile suggestione emozionale …), poiché mai come in casi come questi è più importante il “quadro generale” dei “singoli dettagli” … e questo “dipinto” è fonte di una benefica Sindrome di Stendhal, capace di saturare tutti i sensi, impassibili (o quasi …) ad ogni disturbo “esterno”.
Concludo con delle scuse, rivolte agli Arctic Plateau, chiamati al difficile ruolo “d’apertura” per gli Anathema e per i quali nutrivo una certa curiosità … quando entriamo nel Teatro, stanno già salutando … sorry, sarà per la prossima volta …


Setlist:
1. Untouchable, part. 1
2. Untouchable, part. 2
3. Thin Air
4. Dreaming Light
5. Everything
6. Deep
7. Emotional Winter
8. Wings of God
9. A Simple Mistake
10. Lightning Song
11. The Storm Before the Calm
12. The Beginning and the End
13. Universal
14. Closer
15. A Natural Disaster
16. Flying

Encore:
17. Internal Landscapes
18. Fragile Dreams

Foto di Sergio Rapetti
Report a cura di Marco Aimasso

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 ott 2012 alle 13:30

Li ho visti una decina di anni fa e non mi avevano minimamente impressionato, anzi rispetto al disco (Judgement) mi erano sembrati piatti e freddi come un roastbeef. Ma molto meno buoni. Da allora li ho abbandonati, mi sono perso qualcosa?

Inserito il 23 ott 2012 alle 09:32

ah ma mizzica eravate voi allora, mi pareva di avervi riconosciuto.