Arrivato al Temporock di Gualtieri (RE) con un buon anticipo, posso notare fin da subito una piccola calca formatasi sotto palco e qualche anima in giro per il locale.
Un paio di drinks ed è subito ora di esibirsi per l'unico gruppo spalla della serata, i
This Is She, formazione alternative rock/electro proveniente da Los Angeles, i quali, nell’attesa che il locale si riempia, aprono le danze con pezzi del loro EP "
Nobody is Ok", come "
Grow Up" o "
Disobey". Facile notare come i suoni ben si sposino con quelli dell’headliner, chitarra e basso distorti ad accompagnare la voce femminile e soave della cantante
Alana Grace (che già si porta sulle spalle due album da solista), sospinti da una batteria pulsante. Apprezzabili alcuni soli di stampo hard rock e, per timpani più "moderni", inserti elettronici che portano il set a terminare proprio con la titletrack del singolo, "Nobody is Ok", dove la band si spinge addirittura in sonorità dubstep.
Giovani ma lanciati, lasciano trascorrere una piacevole mezz'ora per la loro prima volta in Italia. Il pubblico sembra aver gradito, molti gli applausi e lo scambio di battute con la band che dopo ringraziamenti e saluti si allontana dal palco. Impossibile non notare alcune pecche dei tecnici del tour, che non utilizzano per la formazione alcun effetto luminoso (soccorsi per loro fortuna dal tecnico del locale) e con volumi non del tutto omogenei nel reparto vocale; a conti fatti questi
This Is She lasciano una buona impressione: ogni tanto sonorità diverse dall'ordinario, diciamolo, fanno bene e se ben supportati possono regalare ai fan del genere e non qualche buona sorpresa.
Ormai il locale è ben popolato e dopo un rapido cambio palco fanno la loro comparsa i nostrani
Lacuna Coil, in tour per promuovere la loro ultima fatica "
Dark Adrenaline" sesto album della formazione milanese. Dopo qualche frase di circostanza e di saluto, la band esalta subito il pubblico con le note di
"Don't Believe in Tomorrow" e
"I Won't Tell You", celebre singolo dell'album precedente "Shallow Life". La folla è tutta per loro, come seguitissima è stata l'immancabile
"Heaven's a Lie", dopo il piccolo momento di italianità del pezzo
"Senzafine".
Cristina Scabbia e
Andrea Ferro dimostrano la loro esperienza live giocando bene sulle rispettive parti vocali e con gli spettatori, ma ad un tratto fermano lo show qualche minuto sparendo nel backstage, per poi tornare sul palco senza le scure tute da meccanico ma in "borghese", abbandonando le sonorità elettriche per un set acustico da due voci e due chitarre, senza fronzoli, dove su sgabelli di legno regalano ottime esecuzioni di pezzi come "
Closer", "
Within Me" o ancora la title-track del già citato precedente album, "
Shallow Life".
Le luci si riaccendono e ripresi gli abiti di scena portano avanti lo spettacolo con pezzi più recenti e celebri,"
Our Truth" in primis, ma anche con brani più vecchi per gli affezionati; è tempo anche per le scuse riguardo l'assenza del batterista
Cristiano Mozzati (sostituito da un turnista) appena diventato padre, e del bassista
Marco Coti Zelati per problemi di salute fortunatamente non gravi.
"Trip The Darkness" e "
Spellbound" accompagnano lo show verso il termine, con una dedica allo scomparso Peter Steele dei Type 0 Negative, grande ispirazione per la band milanese, e lo show si chiude con una graditissima "
My Spirit", seguita da un profondo inchino dei nostri che ringraziano ancora per il calore ricevuto dal pubblico per le due ore di live.
Pochi errori per un buon concerto e grande umiltà e gentilezza come commentato anche dai gestori del locale.
Setlist:I Don’t Believe in Tomorrow
I Won’t Tell You
Kill the Light
Senzafine
Heaven’s a Lie
Self Deception
Entwined
To the Edge
Give me Something More
Falling (acoustic)
Closer (acoustic)
Within Me (acoustic)
End of Time (acoustic)
Shallow Life (acoustic)
Our Truth
Upsidedown
To Live is to Hide
Fragile
Swamped
No Beed to Explain
Survive
Trip the Darkness
Spellbound
My SpiritPersonalmente devo partire dal presupposto che non sono mai stato un grande fan dei
Lacuna Coil, ma mi andava comunque di dare quel ventino (che ho pagato volentieri) di biglietto per un gruppo italiano non esageratamente conosciuto che non fossero i soliti grandi gruppi del panorama rock e metal. Nel complesso sono stati bravi, musicalmente capaci, molto fedeli agli album; particolare l'intermezzo acustico nel bel mezzo della scaletta, decisamente buono ma che inevitabilmente ha rallentato parecchio il ritmo del concerto (cambio di abiti e strumenti soprattutto).
Apprezzabile l'ambiente senza distorsioni e coi volumi finalmente correttianche se in alcuni pezzi le chitarre risultavano troppo alte ed a tratti coprivano le voci; l’unica vera pecca è stata l’impianto luci che i tecnici hanno tenuto per gli headliner, che sarebbe stato bene sul mio presepe, perché più ridotto di quanto l'aspetto non lasciasse pensare e a tratti molesto (si sa che un concerto va visto oltre che ascoltato!).
In generale comunque è stata una serata molto apprezzata, sia per l'impegno profuso dalle due band sia per l'atmosfera di famigliarità venutasi a creare, in barba ai soliti denigratori a cui non va mai bene un cazzo!
Report e foto a cura di Luca Simonazzi per Metal.it.
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