Il tempo passa, questa è una verità universale.
Solo che, persi ciascuno nella propria quotidianità, non prestiamo attenzione, fin quando qualche situazione non ci pone di fronte ai risultati macroscopici del suo scorrere. Mentre attendo che salga sul palco uno dei nomi storici della new wave, mi guardo intorno alla ricerca di "qualcuno come me". Ero convinta che la serata sarebbe stata piena di dark wavers, che, in barba agli anni, avrebbero continuato a vestirsi di nero e pettinarsi con acconciature anni '80; invece i quarantenni e cinquantenni che affollano l'Alcatraz potrebbero essere i miei genitori: abiti normali, capelli normali, permanenti, borse firmate, maglioncini. Rari i giovani, alcuni accompagnati da quelli che credo fossero davvero i genitori.
Gli
Ultravox arrivano e, di nuovo, il tempo mi si presenta in quattro signori, di cui tre potrebbero essere dei simpatici nonni: capelli bianchissimi, rughe; Midge Ure i capelli non li ha più e nemmeno i baffi. Ma c'è una cosa che è incorruttibile ed è lo spirito. Inizia il concerto e tutti tornano quelli che erano vent'anni fa. Non sento la gente urlare così nemmeno ai concerti metal; balla e si agita, perdendo tutto il bon ton. Praticamente un'esibizione canora corale: tutti sapevano i testi di ogni singolo brano ed hanno cantato dall'inizio alla fine. Midge Ure ha mantenuto inalterata l'ugola ma non ha più il fiato per allungare troppo gli acuti e si aiuta in questo con un semplice effetto, che avrebbe anche potuto non usare, visto che il pubblico lo fa per lui. Le espressioni, il modo di tenere il palco, la voce ti dicono che è sempre lui, nulla è cambiato; ha ancora un'energia invidiabile, così come Billy Currie alle tastiere e violino, il bassista Chris Cross ed il batterista Warren Cann. In forma, sorridenti, la follia britsh non è scomparsa dai loro sguardi e ci si chiede se quei corpi vecchi non siano finti e dentro siano nascosti i ragazzi a cui siamo stati abituati. La line up storica di Vienna suona due ore di concerto e ventidue pezzi totali. Classici come
Dancing With Tears in My Eyes,
Vienna,
Hymn,
We Stand Alone emozionano tanto da restare a bocca aperta. Ci si rende conto come, dal synth pop alla elettro wave, persino l'elettronica più ambient (non dimentichiamo che il loro primo album è stato prodotto da Brina Eno), siano tutti debitori di questa band seminale. Grande assente della serata Hiroshima Mon Amour.Gli unici pezzi tratti dal nuovo
Brilliant sono la titletrack,
Rise,
Live,
Lie e
Flow; anche in sede live li trovo sottotono come su disco ma agli altri sembrano piacere. Penso al contrasto fra la grandezza dei brani vecchi (alcuni ritoccati per renderli più contemporanei), di questo concerto e la pochezza dell'album del ritorno, accentuata da un'attesa di ventotto anni. Mi chiedo quale sarà il futuro musicale della band, al di là della riproposizione delle glorie passate. Ma questa è una questione che andrebbe tratta nella sede apposita. Godiamoci il trionfo di questa notte.
"Give us this day all that you showed me -
The power and the glory
till my kingdom comes"
Sembrano i Manowar? Sono gli Ultravox.
SetlistBrilliant
New Europeans
Mr. X
Reap the Wild Wind
Rage in Eden
Rise
Live
We Stand Alone
Sleepwalk
Lament
I Remember (Death in the Afternoon)
Lie
Astradyne
Vienna
Flow
One Small Day
Passing Strangers
Love's Great Adventure
All Stood Still
Dancing With Tears in My Eyes
Hymn
Encore:The Thin Wall
The Voice
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