E' un freddo e piovoso venerdì di Novembre. E' la prima di una lunga serie (tre) di serate che mi vedono assistere a un concerto. Ce la faranno le mie orecchie a uscirne indenni? A posteriori posso dire che si, ce l'hanno fatta..ma è stata davvero dura.
Il primo appuntamento è quindi a Rozzano, al Theatre Club, locale di relativamente nuova apertura che offre questa sera la presenza di due dei nomi più celebri del panorama power italiano, ovvero i piemontesi
Secret Sphere e i friulani
Elvenking.
A fargli compagnia dovrebbero esserci anche i meno conosciuti
Teodasia, ma appena arrivati al locale io e il mio fido compagno di avventure Fabio scopriamo che la cantante Priscilla ha una brutta broncopolmonite e quindi la loro esibizione è purtroppo cancellata. Dico purtroppo perchè ho avuto l'occasione di recensire il loro disco
"Upwards" ed ero davvero molto curioso di apprezzare la loro resa live. Oltre ad apprezzare Priscilla stessa, chiaramente.
Finalmente entriamo, il locale è piccolo e accogliente ma la gente purtroppo latita. In questo pre-show ho l'occasione di chiacchierare piacevolmente per una decina di minuti con
Damnagoras (aka Davide Moras), frontman degli Elvenking, col quale si discorre del più e del meno, oltre che del suo passato su queste pagine virtuali.
Ma si è qui per parlare di musica. E sono circa le 11 quando
Michele Luppi e gli ormai suoi Secret Sphere salgono sul palco del Theatre Club per deliziarci con il loro mix di power e prog. Si capisce subito però che qualcosa non va: i volumi sono assolutamente sballati, i membri della band faticano a sentirsi e il pubblico, fin qui assolutamente non numeroso (siamo sul centinaio di unità o poco più), si guarda intorno dubbioso. Piano piano le cose vengono sistemate, ma siamo ben lontani da quella che chiameremmo una sufficiente resa sonora, colpa assolutamente non della band, che anzi ci scherza su (Luppi definisce addirittura "soundcheck" la prima traccia suonata, tanto per farvi capire..)
Band che ci mette anima e corpo, trascinata proprio da un Michele Luppi assolutamente sugli scudi e in formissima (a parte un po' di pancetta..ahi ahi Michele, troppi tortellini!) sia dal punto di vista vocale sia da quello dell'intrattenimento, con la sua verve emiliana in grandissimo spolvero. Anche il resto del gruppo se la cava egregiamente, con una menzione speciale per il batterista
Federico Pennazzato, davvero ottimo.
La setlist si muove tra passato e presente, privilegiando quest'ultimo, per ovvia promozione del nuovo disco in uscita questo mese, "
Portrait of a Dying Heart". Le canzoni rendono decisamente bene, tra tutte "
X" e l'iniziale "
Wish & Steadiness", e il pubblico inizia già a cantare o perlomeno a mormorare i coinvolgenti ritornelli. Anche coi grandi classici non c'è il minimo errore: "
Mr.Sin" da
"Archetype" svolge adeguatamente il suo dovere, grazie anche all'apporto di Damna degli Elvenking (che aveva provveduto ai cori sul suddetto album) e "
Legend" fa levare i cori dei fans più di lunga data, assieme a "
Dance With the Devil", forse la canzone più rappresentativa della band assieme a "Welcome to the Circus", che purtroppo non è stata presentata.
Peccato anche, almeno per il sottoscritto, non aver potuto ascoltare la ballad "Eternity", dal nuovo disco, davvero bellissima e altamente emozionale, forse una delle più belle power ballad che abbia mai ascoltato.
Quasi un'oretta di grande musica insomma, inficiata e non poco dai succitati problemi tecnici e acustici, che non hanno però tolto meriti ad una band ormai esperta e navigata.
Setlist:- Wish & Steadiness
- Healing
- Union
- Mr. Sin
- Legend
- Lie to Me
- The Fall
- X
- The Scars That You Can’t See
- Dance With the Devil
- Lady of SilenceDopo un rapido cambio di palco, misteriosi figure incappucciate entrano in scena: come nel video di
"The Loser", primo singolo scelto per il nuovo album "
Era", gli Elvenking si presentano al pubblico di bianco mascherati. Ad un cenno di Damna i nostri si tolgono i pesanti fardelli e attaccano con "
Trows Kind", tratta da "
The Winter Wake": il ritmo è devastante, la canzone è di quelle che più trascinanti non si può ma..i problemi di acustica che hanno colpito i Secret Sphere tornano a palesarsi anche con i friulani, che si dimostrano da subito abbastanza infastiditi.
Forti della loro esperienza però proseguono nello show, presentandoci la prima canzone tratta dal nuovo disco, "
I Am the Monster", che si rivela una delle preferite dal pubblico presente nel locale, pur non trattandosi puramente di una power song, nella quale su disco fa la sua comparsa il grandissimo Jon Oliva.
L'apprezzata "
Runereader" dal penultimo "
Red Silent Tides" raccoglie il testimone e lo lascia a "
The Silk Dilemma", una delle canzoni preferite dal sottoscritto. Nel frattempo i problemi tecnici peggiorano e vanno a colpire i microfoni, che creano più di un'interferenza durante le canzoni.
Dopo una doppietta proveniente da "Era", composta dal sopracitato singolo "
The Loser" e da "
Walking Dead", è il turno di un altro doppio salto nel passato, con "
The Oak Woods Bestowed" e "
Pagan Purity" che ci riportano indietro di 10 anni, al bellissimo e seminale "
Heathenreel".
Torniamo nel presente con "
We, Animals", che precede il momento della conosciutissima
"The Divided Heart", e qui il tracollo: un Damna visibilmente spazientito e stizzito abbandona il palco poco dopo l'attacco, lasciando i restanti membri della band e il pubblico sorpresi e interrogativi, ma assolutamente non senza voce, dato che fanno gruppo e si uniscono nel trascinante chorus, aiutando la band a proseguire con lo show, grazie anche al subitaneo ritorno del figliol prodigo Damna. Vocalist che problemi tecnici a parte ha confermato la mia piacevolissima impressione di essere nettamente migliorato dietro al microfono, impressione nata durante l'ascolto di "Era".
Un plauso va fatto anche a tutti i gli altri membri della band, in particolare al nuovo violinista
Lethien che si è dimostrato assolutamente all'altezza di sostituire un membro storico qual'è stato Elyghen.
Lo show va avanti con "
Neverending Nights" per poi concludersi con "
The Winter Wake" e con la vaga impressione che qualche ulteriore pezzo sia stato tagliato, complice un pochetto di rabbia.
Anche per gli Elvenking, così come per i Secret Sphere, uno show penalizzato dall'acustica del Theatre Club, difetto comprensibile in quanto locale di nuova apertura ma che dev'essere assolutamente sistemato nel giro di breve tempo. Siamo sicuri comunque che la buona volontà dei ragazzi del locale saprà porre rimedio a questo problema.
Setlist:- Trows Kind
- I Am the Monster
- Runereader
- The Silk Dilemma
- The Loser
- Walking Dead
- To Oak Woods Bestowed
- Pagan Purity
- We Animals
- The Divided Heart
- Neverending Nights
- The Winter WakeCala il sipario quindi su questo doppio appuntamento al Theatre Club di Rozzano, che ci ha presentato due band in splendida forma e un locale purtroppo non ancora all'altezza di accoglierle, ma che ce l'ha messa davvero tutta. Peccato davvero perchè a condizioni ottimali avremmo sicuramente potuto assistere a uno show di tutt'altro livello.
Si coglie l'occasione per ringraziare la Virus Concerti per la disponibilità.
Fotografie a cura di Fabio Mecarone per Metal.it.
Quoth the Raven, Nevermore..