Sorpresa!
Per la recensione dei due giorni di concerto dei Marillion, anticipata la settimana scorsa dalle foto, abbiamo pensato di lasciare la parola direttamente al fan club italiano, che è stato parte integrante nell'organizzazione e promozione dell'evento. I ragazzi ci hanno gentilmente fornito anche delle nuove foto. Li ringraziamo per la collaborazione e se volete, potete contattarli alla loro homepage
THE SKY ABOVE MILANdi Davide Costa
Per The Web Italy, fan club ufficiale dei
Marillion, ogni calata in Italia della band si trasforma in una sorta di Gran Premio dell’Alta Velocità. Il termine fan club è, in effetti, riduttivo e fuorviante. Cerchiamo di organizzare sempre qualcosa per i nostri iscritti, qualcosa che coinvolga la band, qualcosa che possa differenziarci dagli altri “The Web” sparsi in Europa, qualcosa che faccia scaturire un attimo di felicità nei volti di chi ama questa band.
L’anno scorso, dopo l’annuncio ricevuto in anteprima di due date CONSECUTIVE all’Alcatraz, dobbiamo ammettere che una seria preoccupazione è salita in noi: ritrovarci in tanti la prima sera, ma in pochi quella seguente. O viceversa. Si, perché i Marillion hanno una fan base molto solida, numerosa e affezionata in Italia, ma due concerti piazzati di martedì e mercoledì non avrebbero certo favorito il successo dell’operazione. L’inquietudine cominciò a divenire tangibile quando dall’Inghilterra ci chiesero una mano perché le prevendite erano molto, molto basse; così mi è venuto in mente che sarebbe stato bello e singolare organizzare un meet & greet con la band il mercoledì pomeriggio al Frida Pub di via Pollaiuolo, non distante dall’Alcatraz, i cui disponibilissimi responsabili e il meraviglioso personale hanno reso possibile il tutto. Le prevendite hanno cominciato ad aumentare sempre più, anche grazie al nostro supporto, tanto che quando è arrivato il momento del primo concerto, martedì 22 gennaio, l’Alcatraz non vendeva più biglietti. La band era carica già dal soundcheck e molto felice di essere di nuovo in Italia, in un locale così importante e ampio, con un bel palco su cui suonare e consapevole dei pazzoidi italici che li avrebbero sostenuti in queste quarantotto ore. Nei giorni precedenti il concerto, tutti i fan si erano contattati per darsi appuntamento davanti all’Alcatraz e già alle 17 c’era la fila. Un concerto dei Marillion non è uno spettacolo come un altro. Ci definiamo grande famiglia perché è proprio così. Ci conosciamo, ci frequentiamo, ci scriviamo. E The Web Italy cerca di fare sempre da collante tra la gente e la band. Ed evidentemente ci riusciamo, visto che i Marillion adorano i loro fan e amano passare tempo con loro.
MARTEDI’ 22L’eccitazione per quest’appuntamento era a livelli sinceramente mai visti. E il sottoscritto segue la band sin dai suoi esordi, nel lontano 1982/83. Il nuovo, bellissimo, Sounds That Can’t Be Made ha sicuramente contribuito moltissimo a quest’attesa. Così, quando le luci si sono spente ed è iniziata l’intro di Gaza, clamorosa opener del nuovo disco, la gente ha finalmente avuto l’occasione che attendeva per sfogare la sua gioia e il suo entusiasmo. Una bomba di grande energia s’è abbattuta sul locale e da lì per oltre due ore, i ‘vecchi’ Marillion hanno tenuto banco con una scaletta da paura, per un concerto che ho sentito definire da più parti il migliore mai visto.
Steve “H” Hogarth, ipnotico frontman e meravigliosa voce della band, ha inchiodato il pubblico insieme alla chitarra incantevole di Steve “God” Rothery, in grado di spaziare dal melodico all’heavy senza mai perdere la sua classe, mentre le tastiere di Mark Kelly tessevano il mosaico su cui il resto della band si poggiava, insieme al lavoro ritmico della batteria del saggio Ian Mosley e di uno dei bassisti migliori al mondo, Pete Trewavas.
I Marillion sono oggettivamente una delle più grandi live band del pianeta per la loro capacità innata di entrare in sintonia con il pubblico sin dal primo istante; se il calore della gente si manifesta da subito, il concerto non solo sarà grandioso, ma diventerà SPECIALE. E così è accaduto martedì e mercoledì sera. La platea ha stupito la band con cori non solo ad accompagnare la voce, come si è soliti fare in qualsiasi concerto, ma addirittura i solo di chitarra, cosa che Steve Rothery mi ha confessato non essergli mai accaduta in nessun’altra parte del mondo. Un’energia positiva, dalla sala al palco e viceversa, senza cali di tensione. E un’attenzione nei momenti più delicati e introspettivi da brividi, soprattutto durante l’esecuzione della meravigliosa The Sky Above the Rain, dove per dieci minuti non è volata una mosca all’interno della sala. Pazzesco. Dopo lo spettacolo, dal banco del merchandising dove ero tornato per aiutare la vendita, una marea di gente si complimentava per la meravigliosa serata appena trascorsa, sia vecchi che nuovissimi fan della band. Vederli andare via con quella soddisfazione è stato il premio più grande. Tra loro, il mitico Marco Mazzocchi di Rai Sport, grande fan marillico, aveva lo stesso sorriso soddisfatto di tutti i fan. Dopo lo show, un salto nel backstage ci confermava che la band era al settimo cielo per la performance e per la reazione del pubblico e in fremente attesa dell’incontro al pub del pomeriggio seguente.
SetlistGaza
Ocean Cloud
Pour My Love
Neverland
Power
Sounds That Can't Be Made
The Sky Above The Rain
The Great Escape
Man of a Thousand Faces
EncoreWarm Wet Circles
That Time of the Night (The Short Straw)
2nd EncoreEaster
Three Minute Boy
MERCOLEDI’ 23La giornata comincia con il pranzo e poi l’incontro con tutta la band al sopracitato Frida Pub. Più di cento persone da noi invitate sommergono i Marillion per avere foto e autografi per un’ora, senza alcun problema o atteggiamenti altezzosi da parte dei vari elementi del gruppo.
Si ritorna verso l’Alcatraz per la seconda serata, ma purtroppo comincia a piovere e vedere i nostri amici prendersi l’acqua fuori dal locale è piuttosto spiacevole, anche se l’eccitazione al pensiero del secondo concerto percorre le fila. Una volta aperti i cancelli, sembrava di essere a un party tra amici. Solo ai concerti dei Marillion accade tutto questo, mi scrive un ragazzo il giorno dopo.
Lo spettacolo si apre sempre con la granitica Gaza e si dipana con una scaletta completamente diversa dalla sera precedente, eccezion fatta per i brani del nuovo disco, che è ovviamente quello da promuovere. Questa sera viene eseguita una scaletta che, soprattutto nella parte centrale, è un po’ meno da ‘puristi’, ma che mantiene sempre un’energia altissima e che il pubblico, ancora una volta, sembra apprezzare. Come leggerete dalla set list, è tutto un crescendo di potenza ed emozioni. Non contenta di aver suonato oltre due ore la sera prima, la band si lancia in un set che sfiora le due ore e mezza e la gente si stupisce di come la voce di H si mantenga pulita, ferma e potente anche dopo due prove di questo spessore. Più tardi un tizio lo definirà “un alieno”.
Finisce come martedì, con il pubblico entusiasta che lascia la sala convinto di aver assistito a un altro concerto di alta qualità. Nel backstage i Marillion sono di nuovo molto, molto soddisfatti della performance e del pubblico e Steve Hogarth mi dice che: “Sono stati senza dubbio i due migliori concerti di sempre in Italia…”
Cosa si vuole di più?! Abbiamo assistito a due eventi di grande levatura, che spero abbiano fatto avvicinare tanta gente in più a questa band meravigliosa, che è uno dei segreti meglio custoditi dell’intera industria discografica, come recita un vecchio adagio. Se avessero un MINIMO di pubblicità in più, un minimo di spazio in più su riviste e radio – non solo come sottofondo ai servizi di Mazzocchi su Rai Sport - la loro musica potrebbe arrivare a un pubblico che nemmeno li conosce e che li amerebbe senz’altro. E il mondo musicale sarebbe un posto migliore.
SetlistGaza
Beautiful
The Sky Above The Rain
You're Gone
Fantastic Place
Pour My Love
Sounds That Can't Be Made
Somewhere Else
Power
King
This Strange Engine
EncoreThe Invisible Man
2nd EncoreNeverland