Lasciando ai lettori il facile e scontato anagramma, la serata potrebbe essere riassunta così: "
Quanta acqua, Codroipo!!".
E' infatti un nuvolone nero nero che ci dà il benvenuto in terra friulana, sembrava quasi l'avessimo portato noi da Milano. E dal parcheggio un po' inventato all'ingresso nella villa passa poco più di un'ora in cui vengono giù secchiate d'acqua che infradiciano tutti i presenti, chi è appena arrivato e chi decide di andarsene nonostante tutto.
Anche alcuni addetti alla sicurezza sono molto pessimisti a riguardo, e da sotto la tettoia in cui sono riparati insieme a noi gufano l'annullamento della data e un temporale per tutta la notte. Meno male che si sono sbagliati per entrambe le cose...
Ecco a voi il racconto della mia compagna di viaggio,
Alessia Palamara:
Insieme a noi, anche dei bei nuvoloni neri si avvicinavano a Villa Manin, senza promettere nulla di buono... Infatti, giusto il tempo di trovare parcheggio (non senza un po' di fatica) ed ecco le prime gocce di pioggia iniziano a scendere.
Nel giro di pochi minuti il cielo diventato NERO inizia a sfogare su palco, prato e dintorni la sua tempesta, tanto da far fuggire molta gente e costringerci a rifugiarci sotto una tettoia con alcuni ragazzi della sicurezza. Notiamo che i presenti sono prevalentemente tedeschi e austriaci, mentre di italiani se ne vedono pochi.
Quando sembra si stia calmando il temporale, ormai convinti che salterà tutto, tentiamo comunque una scappata dentro per vedere com'è la situazione e se effettivamente abbiamo fatto più di 350 km inutilmente, ed ecco la sorpresa: i tecnici stanno controllando le attrezzature e TOLGONO I TELI!!
Perfetto, anche se una pioggerellina (che a tratti diventa un po' più che "ina") continua a sferzare l'aria, aspettiamo l'arrivo del primo gruppo, i VOLBEAT.
La band danese non delude le aspettative, e anche se con mezz'ora di ritardo sulla tabella di marcia, escono e ci regalano un bello spettacolo che dura meno del previsto (un quarantacinque minuti). Spettacolo mandato avanti non senza pochi problemi: appena usciti sul palco la voce che usciva dal microfono risultava essere leggermente metallica, e alla terza canzone salta la corrente degli amplificatori. Entrambi gli inconvenienti sono però risolti abbastanza in fretta in modo da poter continuare con il concerto.
Mi aspettavo un Michael Poulsen più comunicativo con il pubblico: molti ringraziamenti ai presenti per il supporto nonostante le intemperie e persino un bagno alla camicia con una bottiglietta d'acqua (il Jack Daniel's lo tiene da parte) per "essere partecipe della nostra situazione".
Ecco la setlist dei VOLBEAT:
A Warrior's Call
Hallelujah Goat
Guitars Gangsters & Cadillac Blood
The Mirror And The Ripper
Sad Man's Tongue
Lola Montez
16 Dollars
Dead But Rising
Still Counting
Pool Of Booze, Booze, Booza
La formazione danese finisce l'esibizione per le 21:45 ma i RAMMSTEIN non salgono sul palco prima delle 22:30, anche loro leggermente in ritardo. Si fanno perdonare l'attesa con una prestazione che dura un'ora e tre quarti, finendo verso mezzanotte e un quarto.
Inutile dire che lo spettacolo con i RAMMSTEIN è sempre assicurato, ma noi lo facciamo lo stesso...
Till Lindemann esce sul palco o meglio, viene calato, con un pellicciotto rosa shocking e una pettinatura platino che mi lasciano un momento perplessa ma divertita. Lo spettacolo ha inizio e da lì in poi è un susseguirsi di effetti speciali (fuoco e fiamme, fumo, schiuma sulla folla), fuochi d'artificio e scenette al limite, come l'immancabile uomo che prende fuoco sulle note di "Benzin" o come il tastierista Christian "Flake" Lorenz sodomizzato da Lindemann su "Bück Dich", tanto da far quasi dimenticare la pioggia che inesorabile continua a scendere. Unica pecca il mancato crowd surfing del tastierista sulla folla.
La setlist dei RAMMSTEIN è stata la seguente:
Ich Tu Dir Weh
Wollt Ihr Das Bett In Flammen Sehen?
Keine Lust
Sehnsucht
Asche Zu Asche
Feuer Frei!
Mein Teil
Ohne Dich
Wiener Blut
Du Riechst So Gut
Benzin
Links 2, 3, 4
Du
Hast
Rammstein (intro)
Bück Dich
Ich Will
Mein Hertz Brennt (acustica)
Sonne
Pussy
In definitiva un gran concerto...
Per quanto mi riguarda, trovo che i
VOLBEAT perdano molto quando non suonano da headliner, forse per la scelta della scaletta che come in questo caso non mi ha visto particolarmente d'accordo. Giusto promuovere i nuovi lavori e le nuove canzoni, ma uno spazio maggiore ai loro "classici" forse darebbe più forza alla loro performance. Due parole anche sul nuovo chitarrista
Rob Caggiano, che aggiunge un pizzico di dinamicità alla band e di varietà di assoli durante la performance.
I
RAMMSTEIN sono invece lo solita e collaudata macchina da guerra, precisi come da tradizione teutonica e pronti a mettere a ferro e fuoco l'intero set e forse anche l'intero pubblico, e anche con scenografie "minimali" riescono a mettere in piedi uno spettacolo grandioso e devastante. Forse "
Pussy" come chiusura non è proprio il massimo, ma ci sta...