Potevo lasciare solo al video i miei pensieri e le mie considerazioni sull’avventura del
PPM Fest? Ovviamente no!
E dunque eccomi qui a raccontarvi tre giorni di fuoco, fisicamente massacranti ma musicalmente esaltanti, appaganti e sicuramente impressi nella memoria per molto, molto tempo.
Dopo una millata di chilometri, una prima notte in un albergo che in Italia avrebbe la stella dello sceriffo coi sigilli dell’ufficio di igiene, una rapida visita alle carine
Mons e
Charleroi e un sacco di freddo preso un po’ a sorpresa, io, la signora Slope armata di macchina fotografica e il glorioso collega
Gandy siamo arrivati di buon’ora ai cancelli del
Lotto Mons Expo per assistere alla prima giornata del PPM Fest.
Sbrigate le formalità al desk stampa, siamo corsi immediatamente sotto il palco dei
Fireforce, band locale autrice di un buon set, energico e coinvolgente. Fin da subito, si è intuito quanto alta sarebbe stata la qualità dell’audio e questo ovviamente non ha potuto che accrescere la voglia di non perdersi nemmeno un minuto di questa esperienza. Così, quando sul secondo palco hanno iniziato a suonare i
Vital Breath, con il loro discreto heavy melodico, la giornata è decollata anche grazie al pubblico che iniziava ad affluire sempre più numeroso.
Subito dopo, ecco la prima sorpresa della giornata: io e Gandy eravamo convinti di trovare di fronte a noi i
Drakkar italiani ma, purtroppo, ci siamo accorti fin dalle prime note che qualcosa non quadrava, perché al nostro cospetto si sono presentati gli omonimi belga, con un set di buon impatto ma alla lunga un po’ noioso.
Prestazione gradita dal Perlini ma fin troppo sbadigliosa per me quella dei progster
Divided Multitude, mentre i
Max Pie sono risultati decisamente più convincenti, riuscendo ad infiammare la platea non solo grazie al pubblico di casa.
Fotogallery completa su FacebookFinalmente, però, la giornata ha preso una piega clamorosamente buona con il set dei nostri
DGM: una prestazione furibonda, chirurgicamente precisa, valorizzata da suoni monumentali e dalla performance vocale maiuscola di un
Basile in forma smagliante. Una scaletta serrata e cattiva, in grado di spazzare via tutto quanto venuto prima e, tra l’altro, di risultare sia per me che per Gandy la migliore esibizione dell’intero festival in valore assoluto. Insomma, il vessillo italico ha iniziato a sventolare fiero e potente fin dal primo giorno, riservando poi anche per sabato e domenica delle gradite sorprese!
Subito dopo, è stato il turno degli
Avantasia, che con questa data hanno iniziato il tour europeo di supporto al nuovo fantastico album
The Mistery Of Time, che ha ovviamente avuto grande spazio all’interno della setlist, confermando anche in sede live tutto il suo valore. Una performance convincente, in cui ovviamente i protagonisti sono stati i cantanti. Ottimi
Catley, Atkins, Somerville, Hartmann e
Rettke, mentre un po’ fuori luogo è sembrato
Eric Martin, probabilmente ancora non a proprio agio in ambito metal, anche se sono convinto che col passare delle date sarà un piacere sentirlo. E poi…
Kiske…vocalmente perfetto, che sul palco sembrava Gascoigne in preda ai fumi dell’alcol: fintamente spaesato, pagliaccio e menoso il giusto. Un concerto che, per quanto mi riguarda, mi porterò dietro a lungo, anche grazie alla conferma di
Sammet come uno dei frontman migliori al mondo: coinvolgente, istrionico, decisamente simpatico e vocalmente ineccepibile.
Grande novità, per questo PPM Fest, è il
Pagellone di Alex e Gandy, dove potete trovare espresse in numeri le sensazioni provate (e in molti casi, giustamente diverse) da me e Andrea durante le varie esibizioni. Ecco quello del primo giorno:
IL PAGELLONE DEL VENERDI’FireforceAlex: 6,5
Gandy: sv
Vital BreathAlex: 6
Gandy: 6,5
DrakkarAlex: 6,5
Gandy: 6
Divided MultitudeAlex: 6
Gandy: 7
Max PieAlex: 6,5
Gandy: 6,5
DGMAlex: 10
Gandy: 10
AvantasiaAlex: 9
Gandy: 8,5
Setlist Avantasia:
Spectres
Invoke the Machine
Black Orchid
Reach Out For The Light
Breaking Away
Scales Of Justice
The Story Ain't Over
The Great Mystery
What's Left Of Me
Promised Land
Sleepwalking
The Scarecrow
Farewell
Shelter From The Rain
The Wicked Symphony
Lost In Space
Dying For An Angel
The Seven Angels
Sign Of The Cross
Servizio fotografico a cura di Francesca Vantellini per metal.it