(31 agosto 2013) Full Tension Festival - 31 agosto (Bolzano)

Info

Provincia:BZ
Costo:30 €
Pubblichiamo ben volentieri il report di un evento live particolarmente succulento per i lettori meno oltranzisti di Metal.it. L’articolo è ad opera del caro amico Paolo Giorgetti, valente bassista della noise/punk band Monsieur Gustavo Biscotti.
Ecco a voi:


In Trentino Alto Adige mancava da troppo tempo un'iniziativa musicale solida e concreta, realizzata con l’idea di emergere nel tempo, ed è proprio da queste basi che è nato il FULL TENSION FESTIVAL, che ha visto lo svolgersi della prima edizione il 31 agosto a Bolzano.
Headliner di tutto rispetto per questa prima edizione del festival sono stati i DEFTONES, band capostipite del panorama crossover/nu metal internazionale guidata dall’inconfondibile carisma di Chino Moreno, frontman della band.

La programmazione del festival, svoltasi su due palchi, è stata serratissima e non ha lasciato respiro: da un lato il main stage, sul quale si sono alternate le band più acclamate, dall’altro il RedBull Tour Bus, spazio adibito alle band emergenti, che avevano il compito di intrattenere il pubblico tra un cambio palco e l’altro, con dei live che si sono dimostrati molto più che semplici riempitivi.

Faccio subito pubblica ammenda: complice una partenza leggermente ritardata ed una birretta in autogrill, perdo le esibizioni dei FANGO sul main stage e dei LONDON ELEPHANTS sul RedBull Tour Bus.

Il tempo di procurarsi la prima birretta (del festival) e fanno il loro ingresso sul palco principale i DEVOTION, band vicentina nu metal che tanto deve agli headliner di stasera.
I ragazzi tradiscono una certa emozione, certamente dettata dall’occasione… Va detto che il loro sound non ha nulla di originale, collocandosi a metà strada tra i Deftones del primo periodo, Korn e Linkin’Park, ma è anche vero che nei 35 minuti a disposizione tengono il palco discretamente. Menzione d’onore per i suoni: è risaputo infatti come a questi festival le band di apertura siano sempre penalizzate da un sound molto “fiacco”… Tutt’altro! Suoni potenti, definiti e ben bilanciati.
Dal punto di vista tecnico l’esibizione è stata senz’altro positiva, ma il quartetto vicentino non è riuscito a scaldare gli spettatori a dovere: infatti a parte la prima fila (probabilmente composta da fan ed amici della band), il resto del pubblico è risultato essere abbastanza indifferente. Come si suol dire: rimandati alla prossima!

Il live si sposta ora sul tetto del RedBull Tour Bus: è il turno dei THE ARTIFICIAL HARBOR, giovane quintetto di Vienna.
Vista la matrice del festival, a cavallo tra il crossover e il rock più duro, il loro indie-pop risulta un po’ fuori contesto, ma i ragazzi ci sanno davvero fare, ne è la prova il discreto numero di spettatori che si accalca nei pressi dello stage per assistere alla performance!

Arriva il tramonto ed è il momento della seconda band più attesa del festival: gli ARCHITECTS. I ragazzi di Brighton non tradiscono le aspettative e ci sparano in faccia 40 minuti di post-hardcore suonato ai massimi livelli. Il quartetto inglese capitanato dal vocalist Sam Carter è alla fine di un lungo tour e si vede: si mangiano letteralmente il palco e con pezzi come “Day in Day out”, “Black Blood”, “Early Grave” coinvolgono il pubblico con una sapienza davvero fuori dal comune. Suoni perfetti, chitarre taglienti e mai banali, batterista spaventoso e una tecnica fuori dal comune sono gli ingredienti di questo set tritacarne, che richiama sotto il palco praticamente tutto il pubblico accorso al festival. Torneranno live in Italia il prossimo anno e guai a perderseli!

SETLIST
1. Alpha Omega
2. Day in Day Out
3. Even If You Win, You're Still a Rat
4. Follow the Water
5. Learn to Live
6. Daybreak
7. Delete, Rewind
8. Black Blood
9. Devil's Island
10. Early Grave
11. These Colours Don't Run

RedBull Tour Bus: è il momento dei MAINFELT. Cosa abbia spinto gli organizzatori del Full Tension Festival a selezionare un gruppo di musica folk/country per un’occasione del genere appare (e resta!) un mistero…va riconosciuto che il gruppo sud-tirolese ce la mette tutta, suona davvero bene e strappa più di qualche applauso dai presenti.
Sono le 21.10 e marciamo spediti verso il clou del festival. Il main stage viene calcato da IL TEATRO DEGLI ORRORI. Ecco, loro mi hanno davvero fatto incazzare: come sia possibile che un gruppo che ormai è, volente o nolente, tra quelli di spicco del panorama rock-alternativo italiano, riesca ad avere dei suoni così di merda resta un mistero… Voce e basso sparati a mille che vanno inevitabilmente a sovrastare la batteria ed una chitarra inesistente (a discapito di Gionata Mirai, probabilmente uno dei migliori chitarristi in circolazione in Italia). Peccato, anche perché la maggior parte del set va a pescare i migliori brani del disco d’esordio: quel “Dell’impero delle tenebre” che, ancora oggi, è a parere di molti, il miglior disco sfornato dalla band. Sul palco i quattro ci danno dentro alla grande, (Franz Valente alla batteria su tutti!) questo è evidente, ed è il minimo, vista la caratura dei musicisti, ma purtroppo ciò che esce dall’impianto del festival è un’accozzaglia di brutti suoni che portano ad un risultato finale davvero scadente. La delusione del festival, senza ombra di dubbio.

SETLIST
1. Vita Mia
2. Dio Mio
3. E Lei Venne!
4. Compagna Teresa
5. L'impero delle tenebre
6. Majakovskij
7. Non vedo l'ora
8. Per Nessuno
9. La Canzone di Tom

Siamo al tutto esaurito all’interno dell’arena del festival, e onestamente preferisco prendermi un bel posto sotto il palco per gustarmi i Deftones piuttosto che andare ai piedi del RedBull Tou Bus per assistere alla performance dei MOTHER’S CAKE.
Quello che riesco a percepire della performance degli austriaci è un rock-prog pesantemente influenzato da Mars Volta, Porcupine Tree, Primus, mr. Bungle, King Crimson, Led Zeppelin, ben suonato ma che di originale ha ben poco.

Ci siamo, ore 23:00, con puntalità massima si spengono le luci, Carpenter, Delgado, Vega, Cunningham e Chino Moreno, ovvero i DEFTONES salgono sul palco: boato generale e con “Rocket Skates” si aprono le danze, ma qualcosa non va nell’audio di voce e chitarra, e così uno dei pezzi migliori della band scivola via nell’anonimato! Nemmeno il tempo di “prendersi male” con spauracchi tipo “oddio sta a vedere che sarà una merda/non si sentirà nulla/farà schifo il suono” che i volumi e i bilanciamenti diventano a dir poco perfetti e si recupera subito con “Rosemary” e “Poltergeist” tratte dall’ultimo album “Koi no Yokan”. La band di Sacramento appare in forma smagliante, forte di un tour europeo di successo e condito da innumerevoli date.
Intro di chitarra di “Be Quiet and Drive” e le migliaia di fan iniziano a saltare senza sosta su uno dei “classici” di casa Deftones, capolavoro di melodia e cattiveria allo stesso tempo.
I 5 di Sacramento sono in evidente stato di grazia, Chino Moreno non si risparmia, si getta sul pubblico, salta come un indemoniato, Carpenter macina riff chirurgici con le sue chitarrone ad 8 corde, la sezione ritmica è a dir poco perfetta ed il concerto scorre via come un treno.
Si segnala il boato del pubblico su “Knife Party”, tratta dall’acclamatissimo e mai tramontato “White Pony”, in quanto mai suonata in questo tour e chicca riservata ai fan italiani.
Il concerto è un mix perfettamente riuscito tra brani più recenti (“You’ve Seen the Butcher”, “Swerve City”, “Diamond Eyes” solo per citarne alcuni) e cavalli di battaglia della band, che chiude la prima parte di concerto con un pazzesco uno-due: “Change (in the house of flies)” e “Bloody Cape”.
“Root”, “Engine No. 9” e “7 Words” eseguite come bis, danno la mazzata finale ad un live-set memorabile, che ci mostra come i Deftones meritino indiscutibilmente di essere tra le poche band “sopravvissute” del filone nu metal, sempre capaci di rinnovarsi e di mettersi in discussione.

SETLIST
1. Rocket Skates
2. Poltergeist
3. Rosemary
4. Be Quiet and Drive (Far Away)
5. My Own Summer (Shove It)
6. Lhabia
7. Feiticeira
8. Digital Bath
9. Knife Prty
10. Elite
11. Entombed
12. Diamond Eyes
13. Sextape
14. You've Seen the Butcher
15. Tempest
16. Swerve City
17. Change (In the House of Flies)
18. Bloody Cape
19. Root
20. Engine No. 9
21. 7 Words

Il festival si avvia alla conclusione, ma c’è ancora tempo per l’aftershow: ovvero gli ORNAMENTS che col loro post-HC figlio di Neurosis ed Isis devastano il tetto del RedBull Tour Bus! Senza dubbio la migliore tra le band “emergenti” che hanno suonato in questo spazio, tanto è vero che il cantante dei Deftones si sofferma 20 minuti almeno ad assistere alla loro performance. Confermatissime voci di corridoio mi dicono che, addirittura, nel backstage Chino Moreno si sia direttamente complimentato con la band!

In conclusione, sebbene sia sempre tutto perfettibile, certamente la prima edizione di questo FULL TENSION FESTIVAL, dispiegata nel piazzale dell’Autoindustriale di Bolzano (location assolutamente azzeccata, ampia, capiente, sicura, lontana dal centro abitato e dalle conseguenti lamentele…), si è rivelata sicuramente molto buona, con moltissime note positive (a partire, come detto, dall’organizzazione impeccabile) che hanno ampiamente compensato qualche nota negativa (vedi l’esibizione di alcune band).
L’augurio, ovviamente, è che e i ragazzi di Bolzano ci propongano anche per l’anno prossimo una seconda edizione all’altezza!

Live report a cura di Paolo Giorgetti
Report a cura di Marco Cafo Caforio

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