Non è impresa semplice rintracciare i punti d’incontro fra gli
Elii e la nostra musica favorita, che finisce inevitabilmente smarrita, assieme ad altre decine di generi, nel vorticoso mare magnum di influenze da cui la band attinge. Metal.it, ad onor del vero, ci aveva provato anni orsono, con un ottimo speciale che vi consiglio di andare a ripescare; per quanto mi riguarda, trovo si stia discutendo di un falso problema.
Che la band c’entri poco col metal è dato piuttosto pacifico, e di certo il fenomenale bassista
Faso (che ha più volte sottolineato lo scarso feeling con le derive più estreme del rock) sarebbe d’accordo con me. È innegabile, d’altro canto, che nel corso dei decenni abbiamo assistito ad alcune fugaci scappatelle (tra le altre, segnaliamo la versione di
Urna presente sul meraviglioso
Italyan, Rum Casusu Çikti, il violento sfogo di
Omosessualità, il potente riff d’apertura di
Cani Padroni di Cani e la bonaria presa in giro dell’immaginario black/death di
Suicidio a Sorpresa), ma d’altra parte sapreste indicarmi una branca musicale che non sia mai stata fagocitata e reinterpretata dal gruppo italiano?
La verità, a mio modesto avviso, è che gli
Elio e le Storie Tese incarnano lo spirito più puro e incontaminato del progressive rock, non necessariamente nell’accezione accademica del termine, bensì da intendersi come volontà di sperimentare, contaminare, abbattere steccati musicali e plasmare melodie e arrangiamenti in base a stilemi sempre cangianti, condendo il tutto con una ironia particolarissima.
Lo scopo del verboso cappello introduttivo è presto detto: inquadrare dal corretto angolo prospettico non uno, ma ben due live report di Elio e le Storie Tese su un portale che, in fin dei conti, si occupa d’altro.
Io sono convinto tuttavia, sotto tale profilo, che la maggior parte dei nostri lettori rimarrebbe piacevolmente stupita da un concerto dei nostri.
Se non avete mai avuto il piacere, tenterò d’instillarvi un po’ di curiosità nelle righe che seguono…
TEMPOREGGIO BEVENDO MALVASIA
LANGHIRANO (PR), 7 SETTEMBRE 2013Quale occasione migliore del
Festival del Prosciutto per affrontare una trasferta nelle campagne del parmense? Se poi la fitta programmazione prevede, come ciliegina sulla torta, il live degli Elii, l’evento diviene addirittura imperdibile. Pur appesantito da malvasia, torta fritta e (ovviamente) crudo, giungo alla piazza di Langhirano che ospiterà il concerto con discreto anticipo, guadagnando così senza affanni una preziosa seconda fila. L’affluenza pare inizialmente scarsa, ma quando si spengono le luci (alle 21:50) e la musica inizia, riscontro con sollievo un considerevole infoltimento dei ranghi.
Chi ha abbandonato salumi e vini per assistere allo spettacolo non avrà modo di rimpiangere la scelta: già il medley strumentale che da inizio alle danze e la vera canzone d’apertura, la leggendaria
Servi della Gleba, chiariscono che la band è in forma smagliante. Oltre a ciò, i suoni paiono davvero calibrati e nitidi, facendomi quindi dimenticare i piccoli problemi evidenziati nel precedente tour (nel quale le voci di Elio e Paola, sovrastate dal tessuto strumentale, faticavano a imporsi).
Purtroppo, proprio come per le ultime date dello scorso maggio, si registra la dolorosa assenza di
Rocco Tanica, tastierista e mente pulsante del gruppo sin dal lontano 1982. Per fortuna, il posto vacante è stato mirabilmente occupato dal maestro
Vittorio Cosma, che vanta collaborazioni con
Fabrizio De Andrè, P.F.M., Steward Copeland e mille altri. Non da ultimo, Vittorio è la voce di Carmelo, spettacolare personaggio spesso presente sui dischi dei nostri (si tratta di un parrucchiere calabrese che tenta invano di entrare ad Amici); questo permette ad Elio di inscenare con lui numerosi siparietti, palesando il clima idilliaco in seno alla band.
In effetti, il complesso pare proprio divertirsi sul palco, forse anche in virtù di una scaletta davvero ricca di nuovi brani in grado di stuzzicare i musicisti. Come si poteva immaginare, il Tour Biango è stato letteralmente infarcito di pezzi tratti dall’omonimo album (ben sette). Certo, tale scelta va ovviamente a scapito dei tanti capolavori accantonati (tra i classici mi sovvengono
Il Vitello dai Piedi di Balsa, John Holmes e Cara Ti Amo, che senza Tanica non avrebbe senso, mentre tra le mancanze più recenti citerei
Parco Sempione, Shpalman e Plafone); tuttavia chi, come il sottoscritto, ha apprezzato molto l’ultimo lavoro, pur ritenendolo un pelo inferiore al mastodontico
Cicciput e al bellissimo
Studentessi, avrà senz’altro gradito l’esecuzione di canzoni forse un po’ sottovalutate come
Lampo e
Il Tutor di Nerone, davvero convincenti in sede live. Fantastici, poi, gli altri estratti dall’
Album Biango, fra i quali spicca
Il Complesso del Primo Maggio (ogniqualvolta io assista al siparietto in cui prendono in giro i
Linea 77 mi scompiscio, non c’è niente da fare).
Suona davvero scontato rimarcare la prestazione mostruosa di tutti i componenti, eppure così è: la sezione ritmica, composta dal funambolo
Christian Meyer alla batteria e dal già citato
Faso (bassista immenso), non perde un colpo,
Cosma e Jantoman garantiscono accompagnamenti sontuosi (addirittura trionfale l’arrangiamento orchestrale di
La Canzone Mononota),
Cesareo combina come pochissimi altri chitarristi perizia e buon gusto… e i due cantanti completano l’opera da par loro. La stupenda voce di
Elio, riconoscibilissima e perfettamente incastonata nel sound della band, viene accompagnata dalle pazzesche evoluzioni canore di
Paola Folli, davvero mostruosa per timbrica, tecnica ed estensione.
Il concerto scorre veloce, con i consueti ed esilaranti ingressi del factotum
Mangoni ad allietare la platea (l’apparizione di pochi istanti vestito da peperone, durante
T.V.U.M.D.B., è di una genialità assoluta). Dopo due estratti da
Craccracriccrecr e l’immancabile
Born to be Abramo, gli Elii si congedano, ma nessuno abbocca: un loro live non può concludersi senza la monumentale
Tapparella, canzone che, oltre ai risvolti emotivi (il famoso coro “
Forza Panino” è dedicato all’indimenticabile
Feiez, membro della band scomparso nel ’98) fa sfoggio di un assolo di Cesareo da pelle d’oca.
Stavolta è finita davvero, e l’ovazione finale certifica l’eccellente riuscita dell’esibizione. Giusto il tempo di una birra artigianale della zona (prosciutto basta!) e si torna al bed & breakfast, con la speranza che il concerto di Milano, previsto per il sabato successivo, sappia mantenersi sui medesimi standard…
ROCCO E I SUOI FARDELLI
MILANO, 14 SETTEMBRE 2013Eccomi qui, in quel di Milano (Sesto San Giovanni, in realtà), giunto appena in tempo sotto il palco del Carroponte. Un aperitivo più lungo del previsto rende necessaria l’affannosa pratica consistente nel farsi strada (a forza di leggere spallate e frettolose scuse) fra la calca per guadagnare una posizione più favorevole. Mi accorgo da subito, infatti, che il sistema d'amplificazione è piuttosto deficitario per una location vasta come quella, e che il suono degli strumenti raggiunge le file arretrate in modo troppo timido. Una volta arrestatomi, tuttavia, posso godere nuovamente dell’esibizione di una band che sa sempre esaltarsi di fronte al pubblico di casa, peraltro davvero numeroso e partecipe.
Scaletta e line up paiono identiche, quindi anche stavolta niente
Rocco Tanica. Eppure... Presentando
T.V.U.M.D.B., Elio annuncia che il vincitore del fantomatico concorso "
Suona anche tu con gli Elio e le Storie Tese" è un tale Sergio, e lo invita dunque a salire sul palco. Ecco quindi che, con un colpo di scena degno di Carramba che Sorpresa, proprio
Sergio Conforti (alias Rocco Tanica) sostituisce
Vittorio Cosma alle tastiere, regalandoci una luccicante versione del succitato brano e tornando, subito dopo, nelle retrovie. Breve, ma intenso.
La platea gradisce e canta con trasporto ogni brano, tributando autentiche ovazioni al termine di
Supergiovane (highlight della serata e mio brano preferito degli Elii) e di
El Pube, altro pezzo splendido.
Anche in questa occasione, al termine di
Born to be Abramo, i nostri scendono dal palco, per poi tornarvi alcuni minuti dopo e regalare il canonico bis.
Bis che canonico non è, dal momento che un'altra sorpresa allieta gli astanti: i nostri, infatti, aggiungono in scaletta
Parco Sempione, brano che, anche grazie ad alcuni meritatissimi insulti a chi di dovere, palesa la posizione degli Elii in merito all'abbattimento del Bosco di Gioia (Milano) per favorire la costruzione di nuovi grattacieli. La “
O Mia Bela Madunina" dei nostri tempi, come la definiscono scherzosamente, non manca il bersaglio, confermandosi uno dei loro pezzi più riusciti.
Tocca ovviamente a
Tapparella chiudere il concerto (l'assolo di Cesareo, assoluto protagonista della serata, è ancor più mozzafiato del solito), con Rocco Tanica che guadagna di nuovo il proscenio per gli ultimi minuti di canzone, garantendosi così il meritato tributo dei fan, davvero estasiati dall'ennesima prova maiuscola dei loro beniamini.
La musica "di alleggerimento" che si diffonde dagli speaker certifica la fine di una grande esibizione da parte di una band che sa nascondere, dietro all’umiltà e all’ironia, capacità di songwriting e tecnica individuale impareggiabili.
A proposito di ironia: il primo brano scelto dagli Elii per accompagnare il pubblico verso l’uscita è una versione reggae dell'infausto tormentone
P.E.S.. Replicare con simile signorilità alla polemica innescata alcuni mesi fa dai
Club Dogo (vi risparmio i dettagli: un’autentica tristezza) appare l'ennesimo trionfo silenzioso di una band che ha sempre detto quello che pensava utilizzando le armi del sarcasmo e della satira, e che si conferma lontana anni luce dagli smargiassi rantoli di presunti artisti (ne approfitto: a sommesso parere dello scrivente, i Club Dogo sono ampiamente in lizza per il titolo di peggior band della storia della musica).
Due esibizioni grandiose, tirando le somme, che mi auguro convincano gli
Elio e le Storie Tese a tornare presto on the road per un bel tour retrospettivo (magari simile all’
Enlarge Your Penis Tour del 2012), grazie al quale rispolverare alcuni fra i tanti gioiellini dispersi nella nutrita discografia dei nostri.
Io non mancherò di presenziare; se apprezzate la buona musica, vi consiglio di fare altrettanto.
Senti come grida il peperone...
TRACKLIST (DI ENTRAMBI I CONCERTI):1- Intro Medley
2- Servi della Gleba
3- Dannati Forever
4- La Canzone Mononota
5- Lampo
6- Il Tutor di Nerone
7- Il Ritmo della Sala Prove
8- T.V.U.M.D.B.
9- Come gli Area
10- Supergiovane
11- El Pube
12- Discomusic
13- Complesso del Primo Maggio
14- Il Rock and Roll
15- Born to be AbramoENCORE16- Parco Sempione (eseguita solo al Carroponte il 14 settembre)
17- Tapparella