A distanza di ben 5 anni dall'ultima calata italica, tornano finalmente gli svedesi Soilwork insieme ai connazionali Darkane, entrambi freschi di album nuovi molto apprezzati dai fan.
il compito di aprire la serata spetta agli italiani
Logical Terror, quintetto che propone un metalcore moderno e corposo ricco di synth. Nella mezzora abbondante a disposizione la band convince per compattezza e precisione esecutiva, anche se l'ancora sparuto pubblico presente rimane piuttosto freddo davanti alla grinta dei nostri. Alla professionalità dell'esecuzione fa da contraltare una proposta musicale un po' stereotipata (specie nell'alternanza dei due vocalist) e priva di quel quid di aggressività in grado di fare la differenza.
Il rientro in formazione del singer originale
Lawrence Mackrory e la rinnovata ispirazione trovata in "The Sinister Conspiracy" (dopo l'interlocutorio "Demonic Art") ci consegnano i
Darkane in forma smagliante e sin dall'opener affidata alla title-track del nuovo album si percepisce il perfetto stato di salute della band. I suoni sono molto potenti e definiti, con le chitarre di
Christofer Malmström e
Klas Ideberg affilate come rasoi e una sezione ritmica capitanata dal talentuoso drummer
Peter Wildoer altrettanto potente e precisa. La scaletta regala estratti da quasi tutta la discografia (con ovvia predilizione per l'ultima fatica in studio) e il pubblico, ora molto numeroso ma sempre un po' statico, dimostra di apprezzare. Il singer Mackrory offre una buona prova, alternando con efficacia scream, growl e linee vocali più melodiche ma sempre un po' "sporche" nel timbro, ma i veri mattatori sono Malmström, che sfodera ritmiche e assoli con precisione assoluta, e Wildoer, che oltre a picchiare come un fabbro sfodera un'inventiva davvero fuori dal comune nei fill e nei pattern di doppia cassa irregolari. A ulteriore prova del talento del drummer sottolineiamo che in molte date successive del tour suonerà anche con i Soilwork a causa di un infortunio di Dirk Verbeuren...un batterista non esattamente facile da sostituire! Performance maiuscola insomma, per una band che meriterebbe maggior popolarità e che in quel di Romagnano ha sicuramente raccolto nuovi proseliti grazie a un concerto breve ma perfetto.
Setlist:
The Sinister Supremacy
Innocence Gone
Insurrection Is Imminent
Mechanically Divine
Chaos vs. Order
Layers of Lies
Ostracized
Third
Convicted La Rock'n'Roll Arena è gremita quando salgono sul palco i beniamini
Soilwork e finalmente il pubblico inizia a scaldarsi. L'apertura con la nuova "
This Momentary Bliss" non è delle migliori a causa di suoni inizialmente davvero molto impastati, con chitarre quasi assenti, batteria confusa e tastiere troppo in primo piano. Nel giro di qualche minuto fortunatamente la situazione migliora molto, anche se non si raggiunge la pulizia sonora e la preciisone dei Darkane. Lo show dei Soilwork è però praticamente perfetto, la band è affiatata e coinvolgente, proponendo molti estratti dal doppio album "The Living Infinite" ma anche alcune gustose incursioni nel passato come le devastanti
"Chainheart Machine", "Bastard Chain" e
"Like The Average Stalker" (che avrebbero meritato un pogo ben più cospicuo!). Rispetto alla precedente data italiana dei nostri, nel 2009, chi desta maggior impressione è il sempre carismatico singer Bjorn "Speed", che -nonostante dei problemi con gli ear monitor- sfodera una performance impeccabile, soprattutto sui puliti, che in passato invece gli recavano più di un problema in sede live. Quasi superfluo invece rimarcare la straordinaria bravura del batterista
Dirk Verbeuren, divenuto ormai un'istituzione per il metal drumming moderno, mentre i due chitarristi hanno svolto un buon lavoro per non far rimpiangere l'assenza del grande Peter Witchers. Tra bordate di violenza e momenti più melodici si arriva alla chiusura dell'esibizione dopo circa 90 minuti con l'anthemica "
Stabbing the Drama", cantata finalmente da buona parte dei presenti.
Pubblico un po' statico e suoni non impeccabili a parte è stata una gran bella serata in quel di Romagnano Sesia e speriamo di non dover aspettare altri 5 anni per rivedere i Soilwork in azione dalle nostre parti.
Setlist:
This Momentary Bliss
Like the Average Stalker
Overload
Weapon of Vanity
Spectrum of Eternity
Black Star Deceiver
Parasite Blues
Bastard Chain
Let This River Flow
Long Live the Misanthrope
Tongue
Nerve
Chainheart Machine
The Living Infinite I
Rise Above the Sentiment
Encore:
Distortion Sleep
Stabbing The DramaSi ringraziano per il report Pietro Battanta e Davide De Robertis, per Metal.it.
Quoth the Raven, Nevermore..
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