Non ricordo nemmeno quanti anni siano che non mi muovo di casa per un concerto "maggiore", che non siano quelli da piccolissimi locali o pub o giù di lì...non che gli ultimi dischi di
Gamma Ray e Rhapsody mi invogliassero più di tanto, fermo come sono a "
Powerplant" e "
Power of the Dragonflame" (rispettivamente 1999 e 2002...secoli fa!) a livello di dischi che veramente mi hanno fatto commuovere e che riescono tuttora nello stesso risultato ogni volta che li ascolto: poi qualche disco debole prima dei recenti tracolli, a nome "
To the Metal" e "
From Chaos to Eternity" che hanno seppellito tutte le mie velleità di rivedere in forma due tra le mie ex-band preferite.
Però...un po' la presenza dell'amico
Francesco Bucci, un po' la presenza degli
Elvenking e del loro frontman
Damnagoras che ci ha onorato della sua presenza su Metal.it nei primissimi anni della nostra esistenza e un po' perchè lo zio Kai è sempre lui, ho deciso di partecipare alla festa nonostante la distanza ed un mal di testa misto a sonno da competizione.
Sono arrivato all'
Orion di Ciampino, che se fosse sul mare sarebbe davvero una bella discoteca da frequentare durante l'estate, proprio sulla chiusura della loro setlist, con applausi scroscianti e tante ovazioni per la formazione italica che da tanti anni è ormai sulla breccia con dischi validi e tanta esperienza accumulata.
L'audience è molto più numerosa di quanto mi aspettassi e l'aspetto circolare dell'Orion conferisce una sensazione di "pienezza" forse superiore alle reali presenza, comunque stimabili ad occhio e croce sulle 300 unità o qualcosa di più: per essere un lunedì, a Roma, c'è di che accontentarsi, avendo preventivato circa la metà dell'affluenza.
Certo, 10 anni fa lo stesso concerto avrebbe fatto il triplo delle presenze ma lo sappiamo che ormai il music business, anche nel metal, è assai cambiato, in negativo purtroppo.
Mi godo quindi la prestazione dei Rhapsody di
Lione e
Staropoli che non vedo dal vivo da secoli, forse addirittura dalla loro esibizione romana in compagnia di
Sonata Arctica e Stratovarius, quindi ben 14 anni fa...una vita.
Lione quella sera fece disastri, Turilli suonò malissimo, insomma non certo una serata da ricordare.
Stasera invece sono stati protagonisti della serata con una prestazione da incorniciare, la band è oliatissima (vedere
Alex Holzwarth suonare mentre legge un libro giallo e pensa a come tinteggiare i muri di casa una volta finito il tour è bellissimo), coinvolge benissimo il pubblico presente, gioca, scherza e convince, e soprattutto il buon Lione adesso canta con una sicurezza ed una facilità impressionanti, replicando praticamente la propria prestazione offerta sui dischi.
Inoltre la band presenta una setlist davvero buona, che comprende le indimenticabili "
Land of Immortals", la grandiosa "
March of the Swordmaster", "
Unholy Warcry" e la nuova "
Dark Wings of Steel", prima dello scoppiettante finale di "
Dawn of Victory", "
Holy Thunderforce" ed "
Emerald Sword" che chiude il concerto in maniera trionfale ed il tripudio del pubblico. Nota da segnalare, l'esecuzione di "
Lamento Eroico" davvero spettacolare ed intensissima, da brividi e senza la minima incertezza.
Chapeau, ero assai dubbioso e freddino ed invece i Rhapsody tirano fuori un live da spellarsi le mani per gli applausi, davvero complimenti.
Sono le 23.30 spaccate quando i
Gamma Ray aprono le danze con "
Avalon", l'opener del loro appena uscito "
Empire of the Undead", disco decente, senza dubbio il loro migliore dai tempi di "
No World Order", ma che non è degno di essere rappresentato dal vivo se non nell'ordine di uno o due brani, tipo appunto "
Avalon" e la conclusiva "
I Will Return"...e se vogliamo esser buoni proprio proprio ci possiamo aggiungere "
Master of Confusion".
Invece purtroppo ce ne vengono caricate altre 4 (
Hellbent, Empire of the Undead, la ballad Time for Deliverance e l'infame Pale Rider) che insieme ad altre oscenità come "
To the Metal" e "
Blood Religion" da quell'aborto a nome "
Majestic" affossano l'esibizione in maniera letale.
Non basta il medley finale composto da "
Rebellion in Dreamland", "
Land of the Free" e "
Man on a Mission" e qualche zampata qua e là proveniente dal passato, come le graditissime "
Heaven Can Wait" (tripudio totale!!), "
Tribute to the Past" e "
Razorblade Sigh" a risollevare le sorti di una serata che peraltro si presentava davvero degna, dato che la voce di Kai, da sempre problematica ed altalenante tra una data e l'altra, oggi sembrava reggere in maniera decente e presentabile, sebbene spesso fosse costretto a cantare un'ottava sotto, rinunciando persino al falsetto, e tramutando alcuni passaggi in una sorta di
Pavarotti-metal che non può che immalinconire, lasciandoci inermi ed impotenti di fronte al passare del tempo, peraltro evidenziato in maniera feroce dall'acconciatura davvero improponibile di un Hansen ingrassatissimo e davvero lontano parente di quello bello come un dio, con i capelli lunghi e biondi ed un fisico davvero invidiabile.
Insomma, gli stravizi alla lunga sono usciti fuori tutti insieme o quasi e ci consegnano un uomo che improvvisamente si sente addosso tutti i suoi 51 anni e forse pure qualcosa di più.
La band va liscia come l'olio,
Richter mentre suona risolve a mente equazioni di secondo grado e pensa che palle si farà quando dovrà aiutare
Holzwarth a ridipingere la sua casa,
Schlachter è la garanzia che accompagna Kai sin da "
Heading for Tomorrow" ed il nuovo
Ehrè si vede che è ben abituato a picchiare grazie alla sua lunga militanza con i fabbri
Metalium.
Peccato che ci dobbiamo sorbire pure il suo inutile e noiosissimo drum solo, e a seguire pure quello di basso: venti minuti buttati che potevano esser impiegati con una qualsiasi
Dream Healer, o Last Before the Storm, Changes o Farewell, Shine On o Men Martians & Machines od altre mille...e invece no.
E vabbè, ci affidiamo alla conclusiva "
Send Me a Sign" prima di congedarci da una serata in ogni caso piacevole, che ha visto i Rhapsody come protagonisti e vincitori e che ci ha comunque offerto di rivedere il nostro Kai a cui vogliamo sempre bene, come la visita di un vecchio parente che non è più quello di una volta ma che ci riporta indietro alla nostra adolescenza, quando era il nostro eroe e figura di riferimento.
In bocca al lupo, Zio Kai!Ps: le foto le avrete in occasione del report della serata del 1 Aprile a Milano ;)
Setlist Gamma Ray:Avalon
Hellbent
Heaven Can Wait
Tribute to the Past
Razorblade Sigh
Time for Deliverance
Pale Rider
Drum & Bass Solo
Blood Religion
Master of Confusion
Empire of the Undead
Rebellion in Dreamland
Land of the Free
Man on a Mission
Encore:
To the Metal
Send Me a Sign