Molti anni fa, all’interno di un importante negozio di dischi torinese, un giovane che non si faceva ancora chiamare
Ermo incrocia un altro giovane (un po’ meno giovane…nda) che non si faceva chiamare
Stonerman. Entrambi scorgono contemporaneamente l’unica copia vinilica di “Infernal Overkill”, l’appena pubblicato esordio degli (allora) sconosciuti Destruction, thrash metal band germanica. Il disco viene afferrato e conteso per alcuni secondi, con tanto di occhiatacce torve ed atteggiamento di sfida. Poi, il sacro fuoco del metallo compie il miracolo: i due ragazzotti cominciano a elencare liste di gruppi misteriosi, nomi da carbonari dell’heavy, sconosciuti al volgo che affolla inutilmente il marciapiede antistante l’esercizio commerciale sfoggiando borchie e catene pacchiane. In un crescendo di esaltazione la coppia giunge alla menzogna spudorata, inventando qualche stravagante formazione per poter sfoggiare una competenza enciclopedica (..conosci gli Sbudellator?..Mmm, sì, mi sembra di aver letto qualcosa…nda).
Ma il fatto fondamentale è che in quel lontano giorno è nata una salda amicizia, che prosegue ormai da circa trent’anni. Si può ben dire una vita intera.
(P.S. per la cronaca, il disco l’ho preso io. Diritti di anzianità…nda).
Questo nostalgico richiamo ai vissuti personali serviva ad introdurre il concerto dei
Destruction all’Audiodrome di Torino, al quale il duo evergreen di Metal.it ha ovviamente assistito. In un certo senso, anche un modo per sottolineare tre decadi trascorse a condividere la passione per la musica.
Peccato che la serata ha seriamente rischiato di saltare. Infatti, al nostro arrivo sono ancora tutti fuori ed il locale è chiuso. Per motivi non chiariti, la centralina dell’energia elettrica che alimenta il quadrilatero ha preso fuoco rischiando di saltare in aria. Solo il pronto intervento dei tecnici ha potuto risolvere il serio problema, consentendo l’inizio del concerto pur se in ritardo di quasi due ore.
La scaletta dei gruppi è risultata ovviamente sconvolta, con gli
Atomic Blast nel ruolo di opener ed i
Brain Dead a chiudere la serata, mentre il terzo gruppo previsto, gli
Endovein, deve rinunciare a salire sul palco.
Malgrado l’intoppo tecnico, i
Destruction salgono sul palco in orario e ben determinati. Il trascorrere del tempo non ha certamente attutito la carica aggressiva del trio, ancora oggi una “macchina da guerra” di tutto rispetto. Non ci sono nuovi album da presentare, così i tedeschi offrono una scaletta equilibrata tra storici classici e pezzi più moderni. Ad esempio, dal recente “Day of reckoning” vengono proposte le monolitiche “Hate is my fuel” e “Armageddonizer”, che nella versione live esplodono tutta la loro sinistra potenza. Stesso discorso per l’iniziale “Thrash ‘till death”, “Spiritual genocide” o la conclusiva “The butcher strikes back”, mazzata finale sul pubblico già esausto.
Peccato che l’acustica non sia il massimo, il suono sembra un po’ smorzato e qualcosa dell’impatto ultra-heavy si perde nell’ambiente. Ma da anni ho imparato a non dare troppa importanza al contesto, specie quando posso risentire e rivedere una band che mi ha accompagnato negli ultimi trent’anni.
Che tra i presenti molti siano fans della prima ora, non è soltanto una questione anagrafica. L’entusiasmo scatenato dalle tracce più datate è talmente forte, da rendere palese un rapporto di lunga data tra gruppo e ascoltatori. “Mad butcher”, la schizzata “Eternal ban” seguita da una lunga versione di “Life without sense”, ed ancora “Curse the gods”, tutto il meglio di quel secondo lavoro, “Eternal devastation”, che per il sottoscritto rappresenta l’apice della discografia di Schmier e soci. Dal discusso “Release from agony” viene proposta solo la title-track, mentre dall’esordio “Infernal overkill” ci piomba addosso la furiosa “Bestial invasion” ed anche la meno conosciuta “Death trap”, proposta per la prima volta in Italia.
C’è un legame importante col nostro paese, il poderoso bassista lo ricorda più volte, compreso il bestemmione urlato a squarciagola in un momento di pausa. Certo, molta acqua è transitata sotto i ponti del Po, ed il thrash teutonico non è più in auge come alle origini, ma il piacere di assistere ad uno show dei Destruction a Torino rimane un godimento pieno. Bella serata.