Erano anni che non mettevo piede negli
Outer Sound Studios di
Giuseppe Orlando dei Novembre, per la precisione dall'uscita di "
Ton(e)s of Hate" dei Necrodeath (2003), pur avendoli ad una manciata di minuti di distanza da casa mia.
Sicuramente non vi era occasione di tornarvi migliore di uno studio report dei capitolini
Stormlord che giungono al quarto full length album con questo "
Mare Nostrum", che presenta diverse succulente novità rispetto al recente passato.
Innanzitutto dopo diversi anni cambia l'etichetta, si passa dalla nostrana
Scarlet (che ha appena pubblicato il best of della band "The Legavy of Medusa" recensito
qui) alla spagnola
Locomotive, distribuita e promossa in Italia da
Frontiers.
Inoltre anche musicalmente, benchè il marchio di fabbrica Stormlord sia ben presente e riconoscibile come sempre, c'è un leggero distacco dalle sonorità thrashy dimmuborgiane proposte sull'ultimo "
The Gorgon Cult" a favore di un ritorno ad un sound più epico e maestoso, richiamando alla mente il vecchio "
Supreme Art of War", a cui il nuovo "
Mare Nostrum" si rifà in maniera evidente.
La produzione è ancora una volta a livelli stellari e conferisce allo stesso tempo una pulizia del suono unita ad una potenza vertiginosa, in più la masterizzazione svolta ai celeberrimi
Finnvox (Helsinki, Finlandia) da
Mika Jussila ha contribuito alla ricerca di una perfezione sonora centrata in pieno.
Lanciamoci quindi in un breve track by track che possa presentarvi l'album a grandi linee, non prima di avervi elencato la scheda tecnica del disco.
STORMLORD – “MARE NOSTRUM”Release date: 23 Maggio 2008 – Etichetta: Locomotive Records – Distribuzione: Frontiers/Self
1. MARE NOSTRUM
2. NEON KARMA
3. LEGACY OF THE SNAKE
4. EMET
5. THE CASTAWAY
6. SCORN
7. AND THE WIND SHALL SCREAM MY NAME
8. DIMENSION: HATE
9. STORMLORDRegistrato e mixato agli Outer Sound Studios da Giuseppe Orlando
Masterizzato ai Finnvox (Helsinki, Finland) da Mika Jussila
Line up:
Cristiano Borchi - Vocals
Pierangelo Giglioni - Guitars
Gianpaolo Caprino - Electric, acoustic and classical guitars, clean vocals, keyboards and fx's
Francesco Bucci - Bass
David Folchitto - DrumsOspiti:
Elisabetta Marchetti - voci femminili
Giuseppe Orlando (Novembre) - Guest Vocals su "Dimension: Hate" and "Stormlord"
Valerio Di Lella (Grimness) - Guest Vocals su "And The Wind Shall Scream My Name"
Back Up vocals: Giuseppe, Valerio, Francesco, Gianpaolo e CristianoMARE NOSTRUM Track by Track:1. MARE NOSTRUML'album si apre in maniera perfetta, con un brano epico e maestoso, che sulle prime ricorda il main theme della soundtrack di Terminator 3, lasciando quasi i brividi addosso.
Tappeti di tastiere ed inserti di strumenti della nostra cultura la fanno da padrone in un brano variegato ed ottimamente articolato, tra momenti più cadenzati e thrashy ed altri con fulminee accelerazioni.
Senza dubbio uno degli highlights del disco.
2. NEON KARMASi cambia registro, strizzando l'occhio a sonorità più moderne e tecnologiche. Con continui rimandi a Soilwork e Rammstein, il brano conquista immediatamente dopo il primo ascolto, grazie alla potenza sprigionata su un'ottima linea melodica, molto catchy.
Un single potenzialmente perfetto dove appaiono (probabilmente) per la prima volta le screams filtrate di Cristiano. Sicuramente nella top 3 di questo album.
3. LEGACY OF THE SNAKESe Mare Nostrum era l'epicità in toni mediterranei, questa Legacy of the Snake ripropone il tema con la variabile del mondo arabo. Tra echi di Amorphis e Bolt Thrower, e con un sapiente lavoro di mixaggio a miscelare i suoni di chitarra, tastiera e sitar, trovano spazio l'affascinante voce femminile ad opera di Elisabetta Marchetti, un coro tibetano e sprazzi di growl in stile death. Uno degli episodi più complessi e meglio riusciti del lotto.
4. EMETUn brano più semplice e lineare, perlopiù in mid-tempos, che appunto conquista per la propria potenza e linearità, con un finale a dir poco convincente ed in crescendo.
5. THE CASTAWAYA metà disco ecco il brano che non ti aspetti. Degli Stormlord intimi, quasi ipnotico/progressivi, tra sviluppi acustici, voci profonde alla Type O Negative ed arpeggi misteriosi, su cui si staglia lo scream di Cristiano.
Sicuramente una novità nel sound della band ed una grande volontà di osare qualcosa di inusuale, anche se probabilmente ci vorrà più di uno sbrigativo ascolto per comprenderne al meglio l'efficacia.
6. SCORNIntelligentemente, dopo un pezzo come The Castaway, Scorn è qui a pestare duro e senza tanti fronzoli. Una Legacy of the Snake più pesante e diretta, uno dei pochi brani che rimangono maggiormente legati alle caratteristiche del precedente "The Gorgon Cult".
7. AND THE WIND SHALL SCREAM MY NAMESi ritorna ad atmosfere intense ed epiche, come facilmente intuibile dall'altisonante titolo, con in primo piano un intrecciato lavoro di chitarra, che in questo brano diventa protagonista anche nell'assolo, bellissimo e tristissimo allo stesso tempo, che fa decisamente decollare il brano nella seconda metà, con un mood davvero depressive di stampo norvegese.
8. DIMENSION: HATEUno dei brani migliori di "Mare Nostrum" è questa Dimension: Hate che messa in penultima posizione potrebbe un po' nascondersi ma che invece, tra un riecheggiare di Slayer e blastbeats furiosi in cui il drumming di Folchitto la fa da padrone, si rivela come uno dei pezzi più riusciti del disco. Ancora perfetti gli inserimenti della voce death metal.
9. STORMLORDEd ecco giungere il brano omonimo che dovrebbe quindi essere la summa del sound e della carriera degli Stormlord.
La missione può dirsi compiuta in quanto possiamo senza dubbio affermare che "Stormlord" sia senza dubbio il pezzo più affascinante del disco ed uno dei più belli mai scritti dalla band. L'album si chiude così come era iniziato con "Mare Nostrum", con atmosfere epicissime, magniloquenti, create ad arte dall'ottimo uso delle tastiere che contribuiscono alla nascita di un brano cadenzato, dall'incedere possente e mastodontico.
Mai come in questo momento gli Stormlord sono stati così vicini a bands come Summoning, Falkenbach e Menhir ed il risultato è spettacolare.
In definitiva uno studio report di piena soddisfazione che, a prescindere dal successo che avrà o meno il disco tra i fans, ci consegna senza dubbio il lavoro più maturo e personale della band, dove nulla è lasciato al caso ed emerge in ogni brano la volontà degli Stormlord di creare qualcosa di importante, nel segno del pieno ritorno ad una sonorità che mancava dal 1999.