E' un
Alcatraz aperto per intero, come nelle grandi occasioni, quello che dà il benvenuto ai
WITHIN TEMPTATION e ai
TEMPERANCE, annunciati qualche giorno prima del concerto come opener della serata. E la risposta del pubblico, piuttosto eterogeneo e non strettamente "metal", è tutto sommato positiva, con gli spettatori che riempiono per metà il locale e molte persone appostate sui balconcini ai lati della venue.
Veniamo dunque al concerto in sé: arriviamo al locale qualche minuto dopo le 20, e ci accorgiamo subito, dalla musica che proviene dall'interno, che con precisione svizzera i
TEMPERANCE sono già sul palco.
Per chi non lo sapesse, i
TEMPERANCE sono una band nata dalle ceneri dei
BEJELIT, ai cui membri si è unita la cantante
Chiara Tricarico, e propongono quel "modern metal" che tanto va di moda adesso, sulla scia degli
AMARANTHE. La prestazione della band è ottima, agevolata da suoni puliti e precisi e impreziosita da una esecuzione perfetta, come ci si poteva aspettare da una serie di musicisti di questa storia.
Nella mezz'ora loro concessa la band propone alcuni brani tratti dal loro debut album omonimo, pubblicato pochi mesi fa su etichetta
Scarlet Records. I musicisti sono un po' statici sul palco, mentre la cantante varia da sinistra a destra incitando l'audience, anche se risulta ancora un po' impacciata su palchi di queste dimensioni. Le qualità della formazione però si sono notate e auguriamo a questa band nostrana tutto il meglio per il futuro.
Con cinque minuti circa di ritardo rispetto alle 21 previste, salgono sul palco i
WITHIN TEMPTATION, introdotti dalla scritta "
Milan", a caratteri cubitali ed illuminata, e da un filmato dedicato al loro ultimo lavoro in studio "
Hydra". La band torna in Italia per la prima volta dopo la pubblicazione del nuovo album e per la prima volta senza il chitarrista e fondatore
Robert Westerholt, ormai presente solo in studio e papà a tempo pieno per il resto del tempo, ottimamente sostituito da
Stefan Helleblad.
La band si presenta con batterista e tastierista sul fondo, rialzati rispetto al palco, i due chitarristi su altrettante pedane ai lati, e il resto della scena libero per le scorribande del bassista
Jeroen van Veen e di
Sharon den Adel, strizzata in un corpetto nero. La prestazione è sin dall'inizio carica e trascinante, con una setlist dedicata in larga parte all'ultima uscita (sette brani su diciotto), mentre i restanti album sono rappresentati da tre canzoni ciascuno ad eccezione di "
Mother Earth" (solo la title-track e "
Ice Queen" per quest'ultimo). Sullo sfondo si alternano immagini di fiamme e giochi di luce, oltre ai video degli ultimi singoli con relativi ospiti, le cui parti sono in playback durante i vari pezzi.
La band calca il palco per quasi un'ora e tre quarti: il concerto risulta eccellente, pur con qualche pausa per permettere a
Sharon di apportare ritocchi all'abbigliamento e di riprendere fiato. L'unica nota stonata è forse questa: purtroppo per lei, gli anni e i figli iniziano a farsi sentire sulla voce e sul fiato, e pur mettendoci l'anima e il cuore in ogni canzone, i pezzi più vecchi presentano qualche sbavatura.
Setlist Within Temptation:
Let Us Burn
What About Us? (Paradise)
Faster
Iron
Edge Of The World
In The Middle Of The Night
Our Solemn Hour
Angels
Dangerous
And We Run
(Elements Intro)
See Who I Am
Stand My Ground
The Cross
Covered By Roses
Mother Earth
What Have You Done
Summertime Sadness (Lana Del Rey cover)
Ice QueenIn conclusione, ancora un ottimo concerto proposto dalla band olandese in terra italiana, contraccambiato da un affetto sempre più crescente da parte del pubblico che lancia rose e pupazzetti sul palco (oltre ad una maglietta rossa dell'
Olimpia Milano). Le nuove canzoni, che non sono state prese molto bene da molti vecchi fan, hanno un grande impatto sonoro dal vivo e contribuiranno a portare sempre più in alto il gruppo.
Si coglie l'occasione per ringraziare Live Nation Italia per la disponibilità.
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