Cronaca di una gran bella giornata. Lo dico all’inizio, ma tenetelo a mente per tutto il live report:
FA CALDO.
Quando io e il fido Matteo arriviamo nel centro della bella Pistoia, sono da poco passate le 5 e mezza. La piazza è chiusa e transennata da ogni parte, ma l'organizzazione efficiente ci permette di accedere anzitempo con facilità. Una volta dentro, abbiamo il tempo di salutare qualche amico, e di farcene di nuovi, come ad esempio l'enorme e simpaticissimo Edoardo, a capo della security sotto il palco, che per tutta la serata detterà i tempi di entrata e uscita dalla zona foto, e dal quale mi sono preso tre o quattro pacche sulle spalle che non vi dico... Una birretta veloce, due chiacchiere ed è già ora di cominciare...
SINHERESY 18,45-19,05Gli opener SinHeresy scaldano il già discreto pubblico pistoiese con quattro tracce tratte dal loro debut album “Paint the World”. La band è in palla e carica al massimo, e la prestazione fornita, seppur per soli venti minuti, dà gran soddisfazione, oltre a trasmettere l'immensa gioia che possono provare i ragazzi su un palco del genere con colleghi del genere intorno. I due cantanti, Stefano e Cecilia, incastrano perfettamente voci melodiche e aggressive, con alle spalle una band convinta, e un ottimo chitarrista, bravo e mai esagerato. Un po’ (molto) power, un po’ (poco, grazie al cielo) Evanescence: SinHeresy promossi! 7
Setlist:
- The Gambler
- Break Point
- Paint the World
- Last FallMETHODICA 19,10-19,30Seconda band italica sul palco del Pistoia blues, e seconda band interessante. I Methodica (e il loro look strano ma accattivante) ci propongono un metal più intricato e progressivo, condito dalla convincente voce di Massimo, cui si affianca, nel secondo brano, la scatenata Marta, bionda singer con un growl pesantissimo e devastante, per un'accoppiata inaspettata ma riuscita! I suoni, come già per i Sinheresy, sono molto buoni, e nei tre brani con cui riempiono i venti minuti a disposizione, anche i Methodica hanno la loro occasione di farsi vedere, sentire ed apprezzare dal pubblico che, giustamente, gli tributa grandi applausi. Una proposta più spigolosa, matura, moderna , un po’ Fates Warning e un po’ contaminata, per una band che ha saputo sfruttare appieno la ghiotta occasione. 7
Setlist:
- Destruction of Idols
- The Angel Lies Dying
- The Lord of Empty SpacesVISION DIVINE 19,45-20,15Sì inizia a fare sul serio: altro cambio palco veloce e pulito, ed ecco Fabio Lione ed i Vision Divine. Il pubblico, stavolta, alza decisamente il volume e l’incitamento: i Vision sono molto famosi ed apprezzati, e se aggiungete che quasi tutti i componenti sono toscani, capirete come oggi la band giochi praticamente in casa. Sette brani sparati uno via l'altro senza soluzione di continuità, per una band che mi è sembrata veramente in palla, dal potentissimo Alessandro Bissa dietro le pelli, una macchina, alle due asce Thorsen e Puleri, ad un Alessio Lucatti in giro per il palco con la sua nuova tastiera semicircolare, al Tower con il suo suono di basso aggressivo e pungente. Ottima esibizione e ottima reazione del pubblico, per una band che, secondo me, meriterebbe molto di più, anche da se stessa. Piccola nota a margine: il look!!! Siamo metallari, perdiana! 8
Setlist:
- S’i fosse foco (intro)
- The Dream Maker
- Beyond the Sun and Far Away
- The Streets of Laudomia
- Violet Loneliness
- Mermaids from their Moons
- Send me an Angel
QUEENSRYCHE 20,30-21,30Scendono le luci, e finalmente arriva il momento dei “mostri sacri” Queensryche, nella loro seconda incarnazione con Todd LaTorre. L’apertura è da brividi: si parte con “Anarchy X”, e la gente è già in delirio quando Todd calca le assi del palco di Pistoia sulle note di “Night Rider”, capolavoro nel capolavoro che fu l’omonimo EP di debutto. Da lì in giù, una scaletta un minimo variegata, ma solidamente poggiante sui grandi classici della band. Gli estratti da Mindcrime sono tanti, e gli americani non perdono letteralmente un colpo, con suoni ottimi ed un cantante a cui andrebbe eretto un monumento: perfetto! Non un acuto risparmiato, mai fermo un secondo. Alle sue spalle, Scott Rockenfield è una sicurezza, potente e sicuro, mi sono commosso in più di un momento! “Empire”, “Eyes of a Stranger”, “Queen of the Reich”, la conclusiva “Take Hold of the Flame”… da spellarsi le mani. Nella setlist c’è anche spazio per un nuovo brano, quella “Arrow of Time” appena resa disponibile in rete e che vedrà spazio sul nuovo disco in uscita a ottobre. Bella, potente e nel tipico stile “nuovi Queensryche”. Ma, con tutto il rispetto, questi signori hanno una storia talmente enorme alle spalle, che ci si accontenta tranquillamente di pezzi ben fatti e che funzionano; i capolavori sono decisamente altri. Anche gli altri brani recenti, infatti, pur piacevoli, escono con le ossa rotte dal confronto con un passato semplicemente perfetto. Bravi, bravi, bravi. 9
Setlist:
- Anarchy X
- Nightrider
- Breaking the Silence
- The Whisper
- Warning
- *
- The Needle Lies
- *
- Arrow of Time
- Eyes of a Stranger
- Empire
- Queen of the Reich
- Take hold of the Flame
*Datemi una mano con la setlist, dovevo pur mangiare, mea culpa!!!DREAM THEATER 22,00-24,00Tutti, o quasi, sono qui per loro, i paladini del prog-metal. Con un album in lavorazione (e in uscita, parola di LaBrie, all’inizio del 2016), i Dream Theater si sono presi una pausa dallo studio per fare qualche concerto qui e là nei festivals, ed eccoli a Pistoia. Sono le dieci spaccate quando le luci si abbassano, la gente comincia ad urlare in preda all’adrenalina e partono le note della “False Awakening Suite”; di lì a poco, ecco i nostri sul palco attaccare con “Afterlife”, per una cavalcata quasi senza respiro che li porterà a suonare una traccia per ogni album pubblicato, incluso il secondo movimento da “A Change of Seasons”. Prime impressioni a caldo:
1) tutto il setup viene montato quasi a centro palco, diminuendo la profondità e dando quindi allo stage un aspetto più raccolto, mossa azzeccata per una band che, a parte il volenteroso James, è stata praticamente ferma per tutte e due le ore, ognuno nel proprio metro quadrato.
2) I cinque dreamoni praticamente non si guardano neanche in faccia, ognuno perso nei suoi in-ear monitors, ognuno molto (troppo?) concentrato sulla sua parte, inevitabilmente lo show ne risente un po’, ma il pubblico non sembra preoccupato.
3) La prestazione è, come al solito, ineccepibile, se non fosse per un paio di sgroppatine un po’ legnose di Mike Mangini all’inizio, quest’uomo è un diesel, si scalda man mano che i pezzi scorrono via…
4) Suoni SCANDALOSI, troppo alto il suono in uscita, sì da saturare praticamente ogni cosa, caricando tutto di bassi, impastando tutto, seppellendo tastiere e basso sotto tonnellate di chitarre e cassa.
5) Me ne stupisco ogni volta, ma ogni volta lo devo ammettere: James LaBrie è in gran forma, davvero. Complimenti a lui, dopo tutte le scelleratezze che abbiamo dovuto sorbirci dal canadese, risentirlo cantare appieno una Metropolis come seconda in scaletta è confortante! Sorridente, interattivo per quanto possibile, un più uno per lui. Petrucci, perfetto dai gomiti in giù, stavolta era un po’ per i fatti suoi, pochi sorrisi, poca interazione, così come Jordan, che praticamente non ha toccato il 70% dell’artiglieria che si porta dietro, restando quasi sempre piantato sulla sua main keyboard. Di Myung non ve ne parlo neanche, a che serve… palo. Suono devastato dal mix, mani a seimila all’ora, come sempre.
Il fatto che la piazza di Pistoia, stavolta, fosse piena per il 65-70%, nonostante i nomi in cartellone, mi fa pensare che, forse, anche gli eroi fanno il loro tempo. I Dream Theater sono stati, per molti di noi, la nave-scuola che ci ha traghettati nel mondo della musica “dei grandi”, ma 30 anni di carriera, forse, cominciano a pesare sul groppone di Petrucci e soci. Il pubblico moderno vuole lo show, e i cinque di Hell’s Kitchen hanno tutto il repertorio possibile ed immaginabile, ma tra il nuovo ingresso di Mangini e le ridotte capacità vocali di LaBrie, è inevitabile che la setlist della band si sia notevolmente ridotta, non potendo pescare dall’intera discografia e dovendo giocoforza sacrificare cavalli di battaglia immortali. Ciò non toglie che, anche stavolta, i Dream Theater ci abbiano fornito uno spettacolo degno di essere visto. Ah, postilla finale: mi sta simpatico davvero ed è un mostro di tecnica, ma Mike Mangini è troppo, troppo fuori contesto. Non tanto con i Dream Theater di oggi, quanto col Metal. Un robot, zero feel e tutta tecnica. Tranne quando scende dal kit e viene a salutare i fans a fine concerto, grandi sorrisi e faccette una via l’altra! 7
Setlist:
1. False Awakening Suite (Intro)
2. Afterlife
3. Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper
4. Caught in a Web
5. A Change of Seasons: II Innocence
6. Burning My Soul
7. The Spirit Carries On
8. Italian National Anthem (J. Rudess solo)
9. About to Crash
10. As I Am
11. Panic Attack
12. Constant Motion
13. Wither
14. Bridges in the Sky
15. Behind the Veil Le ultime parole le voglio spendere per fare un plauso all'organizzazione del Pistoia Blues Festival: piazza sotto controllo e presidiata ottimamente, operatori disponibili e preparati, security gentile e sempre sul posto, ufficio accrediti veloce ed efficace. Bravi!