Delirio. Questa semplice parola racchiude la giornata di Giovedì 17 Ottobre, in quel di Milano. Traffico, incidenti, lavori in corso, defezioni dell’ultimo minuto e dulcis in fondo, il ritorno a casa nel cuore della notte. Delirio.
Dopo essere arrivato a Milano in quel del Rainbow (con un sapore strano in bocca, sintomo di un qualcosa che fa capire che la giornata e la serata non sarebbe filata via liscia – tanto per cominciare, da quattro in partenza siamo arrivati a Milano solo in 2, io ed Ale, e a Milano ci siamo persi, sbagliando strada, grazie alle indicazioni non complete che avevamo…), ed essere stato accolto cordialmente da Barbara e dallo staff di Roadrunner Italia (a cui va un sentito ringraziamento per la disponibilità e lo sbattimento dimostrato), e dopo aver portato a termine l’intervista con Ill Niño (che potrete leggere nei prossimi giorni), mi accingo ad entrare nel locale per assistere allo show.
La prima band sale sul palco intorno alle 20.00 circa…ma che succede? Il bill doveva essere Raging Speedhorn, Pitchshifter ed Ill Niño…e questi chi sono????? Poi tutto si fa chiaro…sia i Raging Speedhorn che i Pitchshifter hanno dato forfait all’ultimo minuto, creando un enorme buco in scaletta a cui gli organizzatori hanno ovviato facendo salire sul palco i Breed 77, band quantomeno sconosciuta, con chiare radici italiane nei vari membri.
Il combo produce uno show stimolante, ricco di groove e di impatto, con un grandissimo cantante dalla voce limpida e coinvolgente, sempre sugli scudi. 30 minuti di songs dirette, figlie sicuramente di un amore per i Pearl Jam (la cui impronta è chiara nella band), ma comunque con una pesantezza di fondo notevole, verso una concezione Metal/Heavy Nu Grunge. Graditissima sorpresa, dunque, che lascia il folto pubblico sorpreso per l’assalto estremamente grooving e per la forte personalità dimostrata sul palco. Una band da tenere d’occhio.
Ora è il turno del Ill Niño. Nel pomeriggio ho avuto modo di incrociare Cristian Machado, il singer del combo latino, il quale mi era sembrato abbastanza costipato, per non dire ammalato, per cui mi attendevo una prestazione compatta, ma caratterizzata da problemi in zona vocals…e così in parte è stato.
La band di Chavarri & Co. ha sciolinato una prestazione notevole dal punto di vista musicale, veramente granitica e senza errori, trascinando i kids che, sotto i colpi di ‘God Save Us’, di ‘If You Still Hate Me’, di ‘What Comes Around’, per finire con ‘Lair’ e ‘Revolution/Revolucion’, si sono prodotti in un pogo continuo saltando come matti e volando di quando in quando oltre le transenne di sicurezza; ma comunque un punto nero si è presentato all’orizzonte…Cristian Machado è affetto dall’influenza…non si può spiegare altrimenti la difficoltà sulle clean vocals che soprattutto nelle prime songs sono state notevoli. Con il trascorrere dello show, nonostante ciò, la situazione è migliorata, forse per il riscaldamento delle corde vocali stesse, coadiuvata sicuramente da un aiuto proveniente da vari effetti, quali chorus e delay, che hanno aiutato uno sfortunato Cristian (che comunque tiene il palco alla grande e sulle voci growl ha dimostrato che il fiato non gli manca).
Un live set intenso (nel quale ha trovato posto anche la cover di ‘Eye For An Eye’ degli amici Soulfly), dunque, della durata di poco meno di un’ora, ma che comunque ha lasciato sicuramente un buon ricordo a chi è accorso al Rainbow, anche se il tutto avrebbe potuto essere migliore se le condizioni fisiche dell’enorme singer fossero state migliori: un peccato…
Le 22.30. Ora di tornare a Ravenna. Arrivo previsto ore 1.30. Roger.
Alle 24.00 siamo a Modena, ottimo…ma che succede? Lavori in corso? Poco, male, dai ce la possiamo fare…MA PORCA PU***NA, COME CA**O SI FA A FARE UNA FILA DI 1 ORA E 30 PER FARE 3 km??????????????
Arrivo a Ravenna: 3.00 di mattina. Danno. Dolore. Il giorno dopo si lavora.
Buona Notte.
Foto di Corrado Breno
Non è ancora stato scritto nessun commento per questo concerto! Vuoi essere il primo?