(29 ottobre 2002) Gamma Ray + Paragon - 29.10.02 - Alcatraz, Milano

Info

Provincia:non disponibile
Costo:non disponibile

Set-list speciale quella dei Gamma Ray del buon vecchio Kai Hansen per questo tour, scelta dai fans della band tramite il sito ufficiale www.gamma-ray.com e ricca di gradite sorprese. Niente classici, niente cavalli di battaglia della band, ma solo quei brani che mai sono stati proposti dal vivo, estratti in egual misura da tutti gli album della discografia.

Andiamo però con ordine: ad aprire la serata, in un Alcatraz inconcepibilmente dimezzato come spazio (con palco a lato e conseguente qualità audio penosa), sono i Paragon, freschi di un "Law of the Blade" che si stacca dagli stilemi stilistici del power tedesco per avvicinarsi ad un più potente sound di scuola statunitense. E' proprio da questa brillante release che arrivano i brani migliori, come l'ottima "Across the Wasteland", ma non sfigurano nemmeno canzoni dal precedente "Steelbound" quali le travolgenti "Deathsquad" e "Reign of Fire". Il tempo limitato (una mezz'oretta), la scarsa partecipazione del pubblico e la pessima resa sonora non hanno purtroppo permesso allo show di decollare, benché la performance dei musicisti tedeschi sia stata davvero impeccabile e trascinante. Una buona prova, insommal peccato solo che sia passata inosservata ai più...

Alle 21:20 in punto, in un (mezzo) Alcatraz gremito tanto da non riuscire a camminare, ecco uscire in giacca e cilindro i Gamma Ray, che aprono le danze una "Welcome" di rito e con "Garden of the Sinner" che infiamma subito l'atmosfera. Segue a ruota "Rich and Famous", accolta nel migliore dei modi da un pubblico in parte impreparato ad una set-list così inconsueta e coraggiosa.
E' proprio Kai che interviene così a dar spiegazioni, prima di attaccare con una ancor più imprevista "All of the Damned". I Gamma Ray mostrano ancora una volta d'essere fenomenali in sede live, precisi e fedeli nell'esecuzione, ma soprattutto trascinanti e coinvolgenti; ecco così Kai lanciarsi come solito col sorriso sulle labbra nei suoi duetti con Henjo Richter, trasformando il concerto in una grande festa che riesce ad andare ben oltre la mera dimensione musicale.

C'è spazio anche per "Insanity and Genius", dal quale ecco arrivare la fenomenale "No Return", prima di tornare al passato più recente con una "Armageddon" mai proposta dal vivo che, sebbene lunga e dispersiva, è riuscita ad esaltare i presenti. Si continua con gli ultimi lavori e con una "Heavy Metal Universe" da "Powerplant" prima di un ulteriore salto nel tempo verso "One with the World", purtroppo questa sconosciuta ai più (ma com'è possibile?! Bah...) e cantata a squarciagola solo da pochi, nonostante l'esecuzione fedele, impeccabile e ruvida da parte del combo tedesco, trascinato alla grande da un carismatico Kai Hansen più in forma del solito.
E' proprio quest'ultimo, come al solito, ad essere il vero leader della serata: nonostante cali qua e là ed imprecisioni dovute alla sua nota tecnica vocale inesistente, specialmente nei pezzi più stantii interpretati originariamente dal nerboruto Ralf Scheepers, Kai si riconferma essere una delle icone del metal di tutti i tempi, con sul carisma unico, con il suo timbro sguaiato, atecnico e irriverente che continua ad emozionare come pochi altri.

C'è tempo anche per un solo di batteria del buon Dan Zimmermann, questa volta leggermente più vario del solito, pur senza farsi particolarmente notare per originalità e tocco. Ma il suo lavoro nel resto del concerto Dan lo fa eccome, nonostante il proprio feeling spesso pari a zero e troppo incentrato sulla doppia cassa ad elicottero dei pezzi più recenti, e prova ne è una "Last Before the Storm" davvero emozionante che non si dimenticherà facilmente.

Il momento più commovente dell'intero show arriva però subito dopo, quando Kai annuncia, seguito da un boato senza precedenti del pubblico, la spettacolare e storica "Victim of Fate" tratta dall'immortale "Walls of Jericho" (con tanto di comparsa sul palco della mascotte Fangface).
L'inattesa accoppiata "Shine On" / "Rising Star" chiude la prima parte dello show, che si riapre una decina di minuti dopo con una toccante "The Silence" con la quale Kai, nonostante le evidenti difficoltà esecutive, riesce a trasportarci indietro di un decennio verso quel bellissimo "Heading for Tomorrow" ormai entrato nella storia. Sono "Heaven or Hell" e "Guardians of Mankind" le due (evitabili) song con le quali i quattro salutano il pubblico. I Gamma Ray ci lasciano con queste due mediocri brani recenti? Ovviamente no!
Sull'improbabile coro "Heavy, heavy, gamma ray" ecco tornare Dan Zimmermann sul palco, seguito dagli altre tre che attaccano immediatamente con "I Want Out", cantata magistralmente (oltre ogni più rosea aspettativa) dallo "zio" Kai! Insomma, uno spettacolo davvero grandioso, un evento indimenticabile per ogni fan della band; certo, qualcuno sarà rimasto deluso dalla mancanza di classici quali "Rebellion in Dreamland", ma si sapeva che questo non sarebbe stato un concerto per tutti. Dopo decine di concerti eccellenti ma alla lunga noiosi, I Gamma Ray sono riusciti a confezionare un tour diverso, trascinante e inaspettato che non si dimenticherà facilmente e che presto sarà consegnato alla storia da un live album registrato per l'occasione. Che dire? Long Live Gamma Ray!

Report a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per questo concerto! Vuoi essere il primo?