Grazie all'operato della
Eagle Booking Live Promotion, abbiamo la possibilità di accogliere sul bel palco del
Phenomenon, in quel di Fontaneto d'Agogna, sia una vecchia conoscenza come
Axel Rudy Pell, chitarrista che ammiro sin dai suoi esordi con gli Steeler (la formazione tedesca, ovviamente), sia una band emergente e interessante come gli spagnoli
Lords of Black, che hanno da poco rilasciato per Frontiers Records il loro secondo album "
II", tra le cui file ritroviamo un altro guitar hero quale
Tony Hernando (oltre alla carriera solista, ha militato per anni nei Saratoga) ma anche il cantante cileno
Ronnie Romero, fresco interprete anche negli imprescindibili Rainbow, da poco ricostituiti da Ritchie Blackmore.
Se già "
II" aveva catturato la mia attenzione, ora dal vivo fanno di meglio, confermandosi come band vera e soprattutto capace di suscitare emozioni (beh, con quella voce…) e dar vita a belle melodie:
Hernando ha ben imparato la lezione e il talento non gli manca di certo.
Partenza energica con la powereggiante "
Merciless" e a ruota la più datata "
Nothing Left to Fear", ma sanno anche stupire con gli intrecci vocali di "
Everything You're Not" e "
New World's Comin'" grazie a un
Romero, in grande spolvero anche se non sfoggia un look particolarmente metallico, ma sono i fondamentali quelli che contano: la sua è una voce calda e intensa, e anche lui la lezione dei classici la ha assimilata bene.
Sempre emozionante "
Ghost of You", uno degli highlight di "
II" - ma anche della serata - dove tutti e quattro musicisti (all'appello manca la sezione ritmica formata dal batterista
Andy C. e dal bassista
Javi García) sfoderano una prestazione di alto profilo, mentre è con l'autocelebrativa "
Lords of Black" e infine con "
Shadows of War" che tornano a spingere sull'acceleratore.
Prima di chiudere la loro esibizione, vanno in ballottaggio le cover di due classici, "
We Rock" e "
Neon Knights", le prime file scelgono proprio il classico dei Black Sabbath, uno di quei pezzi sui quali i
Lords of Black si sono indubbiamente fatti le ossa, e, infatti, la loro versione è tanto fedele quando appassionata.
Bella prova, se non si perderanno per strada, magari distratti anche da fattori esterni (… chi ha detto Rainbow?) faranno ottime cose.
A cura di Sergio "Ermo" Rapetti
Setlist1. Malevolenty Beatiful / Merciless
2. Nothing Left to Fear
3. Everything You're Not
4. New World's Comin'
5. Ghost of You
6. Lords of Black
7. Cry No More
8. Shadows of War
9. Neon Knights
Axel Rudy PellDopo la buona prova degli “emergenti”
Lords Of Black, la serata all’insegna del “
Remembering Rainbow” continua con il veterano
Axel Rudy Pell, uno che in tanti anni di onorata carriera non ha mai nascosto la sua viscerale ammirazione per un certo
Ritchie Blackmore.
Sebbene non sia esattamente un “temerario del pentagramma”, il chitarrista teutonico è sicuramente da lodare, oltre che per la tecnica sopraffina, anche per il notevole buongusto con cui sa proporre composizioni sempre parecchio gradevoli, palesemente devote alla nobiltà dell’
hard-rock e non per questo poco efficaci, soprattutto quando vengono sciorinate in una vibrante esibizione dal vivo come quella di stasera.
Meriti che devono necessariamente essere condivisi con i suoi attuali
pards, tutta “gente” che conosce assai bene la materia musicale e l’arte dell’intrattenimento.
Ferdy Doernberg (Rough Silk, Eden's Curse, …),
Volker Krawczak (fedele collaboratore del
German Guitar Wizard fin dai tempi degli Steeler),
Bobby Rondinelli (nel ruolo di “
fil rouge umano” con i principali ispiratori dei nostri ...) e uno scatenato
Johnny Gioeli sostengono assai abilmente il loro imperturbabile (e anche in questo ricorda il suo modello primario...)
team principal e tutti insieme riescono a soggiogare con disarmante semplicità il pubblico del
Phenomenon Club (a proposito, gran bel locale, accogliente, funzionale e dotato di un ottimo impianto audio ...), avvinto e inebriato nonostante il profluvio di
dejà-vu.
In particolare mi preme porre l’accento sulla grande
performance di
Gioeli, un campione vero della fonazione modulata che stravince la “sfida” con il pur encomiabile
Ronnie Romero grazie alla forza della personalità, dell’esperienza, delle capacità interpretative e della simpatia.
Sfruttando la sua duttile e illuminata laringe, il
singer americano dimostra di poter spaziare tranquillamente da emissioni più melodiche (ricordiamo il suo fondamentale contributo ai favolosi Hardline, dai quali si attende a breve una nuova fatica discografica ...) al classico
animus pugnandi alla
Dio, e unisce all’eccellenza specialistica una spiccata attitudine comunicativa, in grado di andare ben oltre gli scontati (e tuttavia non molesti, invero ...) ammiccamenti da
paisà (“
I’m happy to be here with my entire mafia family …” o qualche “
minchia” piazzato qua e là …).
Giovanni Giuseppe Battista Gioeli (esilarante durante la presentazione della
band ...) canta, si sbatte, ringrazia e conversa con innata disinvoltura e alla fine conquista un po’ tutti, assecondato in particolare da
Krawczak, bassista tanto imponente e preciso quanto affabile.
Qualche citazione, giusto per dovere di cronaca ... le rocciose e contagiose “
Fool Fool” e “
Strong as a Rock”, l’emozionante “
The Clown Is Dead“ (con tanto di finale
Zeppelinian-gigionesco ... “
and she’s buying a stairway to … Italia” …), una bella versione di “
Highway St …”
ooops “
Burning Chains” o ancora le evocative “
Mystica” e “
The Line”, ma in realtà, se escludiamo i
solos, comunque non particolarmente “ridondanti”, è tutta l’esibizione a convincere e a mantenere alta l’attenzione degli astanti, felici di poter assistere senza troppe paranoie a uno spettacolo molto piacevole e coinvolgente, a fronte del quale non si può che riproporre con rinnovata convinzione un fragoroso
Long Live Rock n’ Roll!
A cura di Marco Aimasso
Setlist1. Fire
2. Fool Fool
3. Nasty Reputation
4. Strong as a Rock
5. Oceans of Time
6. The Clown Is Dead
7. Burning Chains
8. Keyboard Solo
9. Game of Sins
10. Drum Solo
11. Mystica
12. The Line
13. Edge of the World
Encore:
14. The Masquerade Ball / Casbah
15. Rock the Nation