(24 settembre 2016) SpazioRock Festival 2016 @ Live Club Live Club

Info

Provincia:MI
Costo:37€ + diritti di prevendita
Heavy metal never dies”canterà tra breve con la sua consueta enfasi tutta teutonica Piet Sielck, e a guardarsi attorno in quest’afoso sabato d’inizio d’autunno c’è da credere che, oltre a un pizzico di simpatica retorica, ci sia anche un consistente fondo di verità.
Nell'accogliente e funzionale cornice del Live Music Club, per questa prima riuscita edizione dello SpazioRock.it Festival, si è, infatti, radunato un numero cospicuo di appassionati del genere di ogni età, segno che evidentemente, a dispetto di tanti snobismi, la suggestione per un certo movimento musicale (e culturale …), per i temifantasy e le ambientazioni battagliere, è ancora forte e non solo negli animi delle generazioni più mature.
Progettato e realizzato in maniera eccellente (qualche piccolo inconveniente, che purtroppo ha finito per penalizzare i LT Rhapsody, non cancella l’enorme lavoro svolto da tutto l’apparato organizzativo a cui va un doveroso plauso!!), con i sempre apprezzati meet n’ greet e una serie di catalizzanti stand di merchandising varia (quelli dei Cd si sono rivelati veramente “letali” per le mie finanze ...), il “concertone” scorre in modo assolutamente fluido e coinvolgente, con una selezione di ottime band ognuna delle quali capace d’esporre in modo convincente il proprio concetto di “power metal”. E poi è sempre bello sentirsi partecipi di un evento così aggregante, in cui si mescolano accenti, dialetti e nazionalità, uniti sotto il glorioso vessillo del “metallo” (ehm, mica solo il buon Piet può permettersi di essere un po’ “demagogico”, eh!).
Ritornando alle questioni squisitamente musicali, prima di passare la parola all’inossidabile Sergio Rapetti, sicuramente più competente e “aggiornato” del sottoscritto (che da qualche tempo ha un po’ abbandonato questi suoni, per seguire soprattutto la sua primordiale “vocazione melodica” …) sul tema specifico, lasciatemi spendere due parole sugli Overtures, un gruppo che in qualche modo ho visto “crescere” e che ritrovo qui oggi nel ruolo di efficace apripista del festival.
Solamente venti minuti a disposizione, e tuttavia l’impressione netta che la formazione di Michele Guaitoli e Marco Falanga (vabbè, ammetto che un “occhio di riguardo” l’ho riservato anche alle due graziosissime coriste presenti sul palco ...) sia ormai ampiamente attrezzata per un ruolo da protagonista della “scena”, forte di un talento e di una disinvoltura sicuramente non banali.
Repetance”, “Artifacts”, “Go(l)d”e l’intensa “Fly, Angel”” mescolano buone dotazioni tecniche e capacità di scrittura e finiscono per non “sfigurare” nemmeno al cospetto dei migliori interpreti del settore. Bravi ragazzi!

A cura di Marco Aimasso


Tenendo l’occhio – e l’orecchio - puntato al palco, i primi a calcarne le assi sono i friuliani Overtures, la cui prova è già stata sottolineata dal nostro Marco e che, senza tradire particolare emozione, si propongono con il loro Power Prog Metal che da il meglio nella conclusiva "Fly, Angel".

Setlist:
Repetance
Artifacts
Go(l)d
Fly, Angel
Gli Elvenking non possono certo essere scambiati per una sorpresa, soprattutto per il sottoscritto che li segue sin da loro primo demo, e anche dal vivo non hanno mai tradito le aspettative. Tanto meno in questa occasione che sfruttano alla grande confermando la loro grande attitudine live, guidati da un frontman di razza quale Damnagoras, e sciorinano uno dietro l'altro brani molti dei loro classici, e anche se continuo a lamentarmi dell'ormai annosa assenza dalle loro setlist di "The Regality Dance", dall'iniziale "The Scythe" alla conclusiva "The Loser", non c'è un pezzo che non meriti di essere riproposto dal vivo. E di essere ascoltato.

Setlist:
The Scythe
Elvenlegions
Moonbeam Stone Circle
Grandier’s Funeral Pyre
The Divided Heart
The Loser

E che dire dei Domine, trovo un peccato che abbiano rallentato i ritmi (l’ultimo album "Ancient Spirit Rising", risale al 2007) ma l'epicità trasuda da ognuno delle loro canzoni, ma non sembrano certo arrugginiti e a proprio agio sul palco, sopratutto con un Morby in grande spolvero (poi “beccato“ in mezzo al pubblico con una sigaretta in mano: perbacco tienila da conto sta voce!! ). Lo stesso Enrico Paoli per quanto sempre concentrato, lancia dei sorrisi compiaciuto per come classici quali "The Ride of the Valkyries" o l'immancabile "Defenders", che poi mette il sigillo sul loro show, vengono accolti dal pubblico.

Setlist:
Thunderstorm
The Hurricane Master
The Ride of the Valkyries
Dragonlord (The Grand Master of the Mightiest Beasts)
Defenders
Solidi e quadrati, forse pure un po’ statici e con il bassista Jan S. Eckert che sembra più un agente della Stasi (con tanto di mocassini) che un true metallers made in Germany, la prima band straniera a presentarsi al SpazioRock.it Festival sono gli Iron Savior, sotto i comandi di un Piet Sielck fieramente piazzato in mezzo al palco, ma senza il solito apporto del chitarrista Joachim "Piesel" Küstner . E a mio parere all'appello mancherebbe pure "Watcher in the Sky", ma "The Savior" le bordate di "Condition Red" e la esplicita dichiarazione di intenti "Heavy Metal Never Dies" sopperiscono abbondantemente.

Setlist:
Way Of The Blade
Starlight
Revenge Of The Bride
Gunsmoke
Beyond The Horizon
The Savior
Condition Red
Heavy Metal Never Dies
Atlantis Falling

Altra formazione che ha lasciato un segno nella scena Metal, i Rhapsody, qui nella loro incarnazione guidata da Luca Turilli. La band sembra partire un po' frenata, anche a causa di qualche problema tecnico che ne ha ritardato la partenza, ma si scioglie presto e così tutto l'impatto e il feeling di "Land of Immortals" ti riportano indietro negli anni, con un Turilli particolarmente carico e mai fermo ed Alessandro Conti che lascia il segno, che sia l'iniziale "Il Cigno Nero", oppure "Unholy Warcry" o "Tormento E Passione" (dove gli si affianca il soprano Emilie Ragni). Purtroppo all’altezza di "Demonheart" il loro concerto viene “tagliato” a causa dei ritardi che si erano accumulati. Una situazione spiacevole che lascia l’amaro in bocca tanto ai musicisti, che devono lasciare il palco prematuramente, sia a tutti i loro fans che li stavano supportando con entusiasmo

Setlist:
Nova Genesis (Ad Splendorem Angeli Triumphantis)
Il Cigno Nero
Rosenkreuz (The Rose And The Cross)
Land Of Immortals (Rhapsody Cover)
Unholy Warcry (Rhapsody Cover)
Tormento E Passione
Prometheus
Demonheart
Ecco che tocca ai Powerwolf, che aspettavo al varco dopo averli visti dal vivo diversi anni fa (nel 2005) di spalla ai Gamma Ray. Beh, coerentemente con la crescita esponenziale fatta a livello di album (se guardando alle uscite più recenti si pensa all'esordio "Return in Bloodred") anche dal vivo i Powerwolf hanno fatto passi da gigante. Per quanto nella scaletta trovino posto un paio di brani che non mi hanno mai esaltato più di tanto, come "Resurrection By Erection" o "Kreuzfeur", il loro concerto è travolgente a partire dall'opener "Blessed & Possessed" sino alla conclusiva "Lupus Dei", passando per l'ionica "Coleus Sanctus" e la sempre coinvolgente "Let There Be Night" dove è Attila Dorn a far la parte del leone. Non che gli altri musicisti siano li a far le belle statuine, i due Greywolf alle chitarre scorrazzano per il palco e il tastierista Falk Maria Schlegel si sporge spesso dal palco per arringare i presenti. Un po' pacchiani, certo e questo c'era da aspettarselo, ma il loro concerto è stato davvero divertente e coinvolgente. Sopra la media.

Setlist:
intro: Lupus Daemonis
Blessed & Possessed
Coleus Sanctus
Amen & Attack
Sacred & Wild
Army Of The Night
Resurrection By Erection
Armata Strigoi
Let There Be Night
Werewolves Of Armenia
Kreuzfeur
Sanctified With Dynamite
We Drink Your Blood
Lupus Dei

Le più recenti prove live degli Stratovarius cui ho potuto presenziare erano state invero deludenti, l'ultima per quei problemi di salute che avevamo fortemente penalizzato Timo Kotipelto. Stasera invece ho invece avuto la sensazione di ritrovare quegli Statovarius che avevo "scoperto" di supporto ai Rage nel lontano 1996. E partire con "Speed Of Light" non può che rafforzare la sensazione, certo di quel gruppo ormai restano solo Timo Kotipelto e Jens Johansson, ma lo spirito è intatto, a dimostrazione che le avversità possono essere superate. I finlandesi sono in serata e Kotipelto riesce a creare il giusto feeling interagendo con il pubblico. Poi quanto nel tuo repertorio hai canzoni come "Paradise", l'inaspettata "Wiil The Sun Rise", "Black Diamond", "Hunting High And Low" e hai saputo comporre una delle più belle ballad del Power Metal come "Forever" (ovviamente cantata da quasi tutti i presenti) il tutto riesce anche più facile.
Setlist:
Speed Of Light
Eagleheart
Phoenix
Sos
My Eternal Dream
Against The Wind
Paradise
Wiil The Sun Rise
Shine In The Dark
Black Diamond
Forever
Unbreakable
Hunting High And Low
Report a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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