Codevilla diventa ancora una volta teatro per gli
Impaled Nazarene, questa volta accompagnati da
Sinister più un nutrito gruppo di supporter che formano l'ossatura dell'edizione 2008 del
Nihil Extreme Fest.
Le porte del locale pavese si aprono nel primo pomeriggio con l’alternarsi agli strumenti di
Collapse Within,
Worthless e
Lifend che seguo dall’esterno per mancanza d’interesse (e voglia di godermi il sole settembrino).
Decido di varcare i cancelli del locale con l’esordio dei
Necroart, che trovo piuttosto insipidi per incompatibilità tra la loro proposta (marcatamente melodica) e la mia concezione di death metal.
Seguono i
Frangar, che salgono sul palco in tenuta da camicie nere col motivo del Piave a far da introduzione. La stridente accoppiata non mi fa ben sperare, infatti, il concerto si configura immediatamente come una rimpatriata tra camerati che trova massima realizzazione col brano di chiusura,
Inno alla X MAS, nei cui confronti esprimo tutto il mio disprezzo avendo bene in mente quale congrega di criminali sciolti fosse diventata l’ex unità d’elite della Regia Marina Italiana all’indomani dell’8 settembre 1943.
Archiviato con felicità ed altrettanto disgusto il set della formazione di Novara, mi dedico ai bresciani
Cadaveric Crematorium, il cui grind brutale e asettico mi lascia totalmente indifferente e a tratti annoiato. Anche con loro, quindi, faccio buon viso a cattivo gioco e attendo con pazienza la formazione successiva, gli
Ad Hominem. La band francese in cui trovano posto membri dei già citati Frangar e degli sciolti Handful Of Hate, propone un’ora scarsa di black metal classico tutto sommato godibile per ingannare il tempo che mi separa dal set dei
Sinister presentatisi, ancora una volta, in veste rinnovata.
L’unico membro storico del quartetto olandese, infatti, è l’ex batterista Kloosterwaard, che dal 2005 ha abbandonato le bacchette in favore del ruolo di frontman del combo.
Al suo fianco troviamo Alex Paul inseritosi nella formazione a metà anni ’90 col ruolo di bassista ed ora transitato alla chitarra. Gli strumenti restanti (basso e batteria) sono rilevati da due nuovi acquisti (decisamente meritevoli a livello esecutivo) rispettivamente Van Den Bogaard e Van Den Eeden.
Purtroppo, una serie di problematiche alla chitarra di Paul costringono la formazione a tagliare drasticamente la durata del proprio concerto al cui interno, comunque, il gruppo si destreggia egregiamente tra vecchio (
Cross the Styx, To Mega Therion) e nuovo (
Afterburner, Republic of the grave) repertorio.
Il venir meno della presenza di Mika Luttinen tra le fila del pubblico è indice del prossimo esordio degli
Impaled Nazarene, che nel volgere di pochi minuti si materializzano agli occhi della folta moltitudine che li attende.
I finlandesi attaccano immediatamente con ritmi da cardiopalma che manterranno per tutto il proprio set, mettendo in luce una tenuta del palco davvero invidiabile. La sezione ritmica, pur con qualche imprecisione e sbavatura, risulta estremamente solida nel sostenere al meglio la consueta prestazione incontenibile di Luttinen, che incarna al meglio l’attitudine più ironica e punk del black metal nordico.
E’ da poco passata l’una di notte quando giunge il momento di calare il sipario su un concerto complessivamente positivo, che tuttavia è risultato tale principalmente per le ottime esibizioni dei due headliner e per l’accoglienza del locale. Il resto dello show me lo sarei volentieri risparmiato.