Dopo essere stato piacevolmente sorpreso dall’ultima fatica degli Snapcase (‘End Trasmission’), perché non cogliere subito al volo l’occasione favorevole per tastare il polso alla band di Vicari & Soci in versione Live? Ecco quello che è scaturito da una strana serata…
L’arrivo al locale è piuttosto puntuale, ma tanto per cambiare, le porte tardano ad aprirsi…finalmente dopo un’ora d’attesa (il programma doveva vedere la prima band suonare alle 21.00 ed invece l’apertura è stata alle 22.00) la gente comincia entrare, ed anche se la coda non è delle più lunghe, la decisione del locale di far entrare solo 3 persone alla volta porta l’opening act Zero:H a suonare davanti ad uno sparuto gruppetto di persone.
Penso che sia veramente frustrante e fastidioso per una band aprire un concerto praticamente a porte chiuse…ma non è una critica rivolta solo a stasera, è oramai un fatto che ha preso purtroppo piede…non capisco…comunque non posso pronunciarmi sulla performance dei nostrani Zero:H (a causa un piccolissimo disguido “accrediti” la mia entrata al Rock Planet è stata un pochino frenata e ritardata), anche se il combo sembra aver dato vita ad una prestazione (almeno tecnicamente parlando – ho sentito ma non visto) valida.
Appianato tutto grazie a Debbie di Get Smart! (sempre gentilissima, come al solito) mi accingo ad assistere al concerto degli The Hope Conspiracy, mentre lentamente l’affluenza al locale aumenta.
Il combo spalla di Snapcase suona circa una mezzoretta, passando in rassegna quasi tutte le tracks tratte dall’ultimo ‘Endnote’ (‘Departed’, ‘Holocaust’ e ‘Vendetta’ sono senz’altro ottime “live weapons”), sputando tanta rabbia in versione Emo – Core, condita da un atteggiamento Rock’N Roll (più di una volta mi sono convinto che se gli The Hives suonassero Hardcore non sarebbero molto distanti da The Hope Conspirancy…) ed una punta di Punk. Molto buona è parsa la sessione ritmica, con basso e batteria molto compatti e sulla stessa lunghezza d’onda, mentre la voce quasi sempre ha raggiunto il limite estremo dell’urlo.
Buona prova anche se alla lunga l’omogeneità delle songs ha pagato un po’ dazio.
Dopo un cambio palco di circa un quarto d’ora (in cui le pressioni per il rispetto dei tempi si è fatta sempre più forte – il concerto doveva finire entro le 24.00 per far posto alla serata normale del Venerdì sera del locale – Afro Funky…non dico altro…) salgono finalmente sul palco i 5 ‘Core Boys.
Si vede subito che praticamente tutti all’interno del locale sono qua per gli Snapcase (oramai la discoteca è considerevolmente affollata) e loro sembrano saperlo benissimo…poco meno di un’ora d’intensità (è palese il fatto che finire tassativamente il prima possibile per il ritardo accumulato all’inizio serata - nè dovuto alle bands del bill e nè al booking… - disturba non poco il singer Tabersky che verso fine concerto mostra a tutti la tracklist dei pezzi che ancora sarebbero da fare, costringendosi a scegliere per rispettare i tempi imposti) e di perfetta conoscenza di cosa vuol dire stare sul palco: un live set praticamente perfetto, impressionante per la preparazione tecnica e per la precisione, morbido ma graffiante ed incisivo al punto giusto, ove songs tratte dall’ultimo ‘End Trasmission’ si sono perfettamente amalgamate con le songs più famose dei Nostri (se avete detto forse ‘Bleeding Orange’ o ‘Zombie Prescription’ avete indovinato!), rendendo dinamico e fluido tutto il live set.
La base ritmica di Jon Salemi sembra veramente perfetta per gli arrangiamenti un pelo più ricercati di Frank Vicario (sempre cristallini), mentre il duo Perry/Lythberg (bass & drums) pulsano come una cosa sola…e Daryl? Non preoccupatevi, anche lui ci mette del suo, anche se è sembrato all’apparenza un poco più freddo dei suoi compari (e qua si ritorna al discorso come sopra…)
Alle 24.30 la musica Afro – Funky regna in pista…è ora di ritirarmi, non ce la posso fare…un saluto veloce ai ragazzi degli Snapcase, uno a Debbie (grazie ancora) e via, verso una sana Anima Nera al Bierhaus!
Cheers!
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