A concerti così non dovrei più andare.
Un po' perchè non reggo più le sfacchinate autostradali notturne, sebbene abbia ormai bandito l'alcool in questi eventi, un po' perchè rischio di tornare a casa dissanguato dalle miliardi di zanzare che infestavano la comunque bellissima cornice del locale Sottotetto di Bologna, immerso nella pace e nel verde e comodissimo da raggiungere senza impazzire per parcheggiare, ma soprattutto perchè dopo aver visto suonare dal vivo delle leggende come i
Forbidden, beh, i concerti che verranno dopo perdono molto di quel senso che parevano avere prima di aver assistito alla fenomenale prova di Russ Anderson e soci che dimostrano ampiamente, come se ce ne fosse stato bisogno, che a dei titani della musica come loro starebbe stretto il palco del Gods of Metal come headliners, figuriamoci quello del piccolo locale bolognese.
La location infatti cambia radicalmente dalla fastosa data di due giorni prima a Torino, calata all'interno del Colonia Sonora: qui non ci sono Deep Purple o Shaggy a esibirsi, quindi niente di clamoroso, ma un accogliente locale, un palco adeguato (altissimo peraltro, mai visto così), un'acustica non eccelsa ma soddisfacente e un'area esterna niente male, con stand, posti a sedere, immersi nella natura.
Se non fosse per le zanzare, sarebbe davvero tutto perfetto, anche perchè i roadies dei Forbidden, tedeschi, si sono organizzati per seguire Germania - Turchia, semifinale (splendida, a conti fatti) dell'Europeo di Calcio 2008.
Inutile dire che non ho resistito e, fatta amicizia con i simpatici teutonici, mi sono piazzato davanti al televisore allestito per l'occasione insieme ai colleghi
Francesco "Thrash" Guidarini, come me supporter tedesco, e
Michele "Coroner" Segata, che invece da buon poser era a favore della squadra asiatica.
Mi scuseranno
Inside (per i quali non ho fatto in tempo a sbrigare le formalità burocratiche) e soprattutto
Neurasthenia ma come sanno tutti quelli che mi conoscono al calcio non si comanda, figuriamoci una semifinale di europeo, e quindi mi sono avvicinato alla location solo una volta festeggiato il gol di Lahm al 90esimo.
Gli altri della truppa EUTK (che per questo evento si è mossa in maniera massiccia) ovvero Roberto "Dulnir" Alfieri e Gianluca "Etilico" Silvi sono invece impeccabili al loro lavoro, anche perchè detestano il calcio o quasi...
Pochi minuti di attesa ed ecco che salgono sul palco
Russ Anderson, Craig LoCicero, Glen Alvelais, Matt Camacho e Mark Hernandez, 4/5 di formazione originale, con il buon Mark (ex Vio-Lence e Heathen) a prendere il posto di Bostaph, decisamente senza farlo rimpiangere. La prima cosa che si nota è la mole di Anderson e Alvelais, notevolmente oversize rispetto agli anni d'oro, non ai livelli di Gene Hoglan o Jon Oliva ma insomma la strada è quella giusta, forse in America dovrebbero seriamente pensare ai loro problemi di alimentazioni una volta per tutte...
Al contrario LoCicero sembra un 20enne, fisico asciutto, viso giovanile, in formissima, complimenti a lui e anche a Matt Camacho che con lo stile Suicidal Tendencies (bandana e shorts lunghi) si difende alla grande.
Ma non c'è più tempo per notare queste cose, il gossip termina appena le note di "
March Into Fire" squarciano il silenzio ed i (pochi) presenti letteralmente impazziscono ed io non sono da meno. Un brivido immenso a vedere che delle leggende sono ancora davanti a me e sono anche in grandissima forma, facendo rivivere al sottoscritto e tutti i presenti emozioni identiche o anche maggiori a quelle vissute 20 anni prima, a quel 1988 che vede la nascita di "
Forbidden Evil".
E' proprio con la title track del primo album che si prosegue, in un crescendo di sensazioni ed esaltazione, la band risponde ad ogni prova con una facilità imbarazzante: la coppia
Alvelais/LoCicero è disarmante per la semplicità con cui sciorinano riffs ed assoli intricatissimi alla velocità della luce e lo stesso Russ, nonostante il peso, mantiene un carisma e soprattutto una voce pazzesca, sia nei punti più aggressivi che sorprendentemente in quelli più puliti e melodici, riuscendo col passare dei minuti a salire su vette altissime che onestamente non credevo gli fossero più congeniali. Letteralmente incredibile.
Si prosegue con un capolavoro dopo l'altro, passando per "
Off the Edge", "
Feel No Pain", la acclamatissima "
Through Eyes of Glass", "
Twisted Into Form" ed ancora "
Follow Me", in cui si raggiunge probabilmente l'apice della prestazione complessiva dei Forbidden, tutto è perfetto, potente, coinvolgente ai massimi livelli, i presenti sono estasiati ed il grido "Forbidden, Forbidden!" si alza prepotente e continuo, tanto da lasciare sbigottiti in primis un LoCicero visibilmente soddisfatto ed un Anderson invece quasi commosso da tanta veemenza nella dimostrazione di affetto.
"
Parting of the Ways" ed "
Infinite" ci avviano verso la chiusura dello show, ma non prima di essere passati per "
Out of Body (Out of Mind)" e "
Step by Step", prima dell'immancabile, immensa, leggendaria "
Chalice of Blood" che chiude una serata epica, fantastica, davvero immortale nelle menti dei presenti che hanno saputo omaggiare a dovere una delle più grandi leggende thrash che siano mai esistite e che a malincuore, siamo sicuri nel dirlo, non esisteranno mai più.
Un ringraziamento speciale ad
Emiliano Nanni di Bologna Rock City per collaborazione e per la riuscitissima serata.