Il
Road To Extinction Tour dei
Moonspell arriva, tra le tante speranze protratte dei fan, anche in Slovenia. Il tour, volto prevalentemente per promuovere quei due capolavori chiamati “
Irreligious” e “
Wolfheart”, fa tappa in quel di Nova Gorica portando lo spettacolo dei lupi portoghesi, sponsorizzato come “special vintage show”, ad un livello ancora più elevato rispetto agli standard ai quali
Fernando Ribeiro e soci ci hanno abituato nel corso degli ultimi anni.
Al contrario del tradizionale contesto in cui gli headliner vengono supportati da sole due band, questa sera i Moonspell vantano persino un act croato: si tratta dei
Phantasmagoria, band attiva dal 1988 e autrice di un heavy metal/thrash molto tecnico, genere forse non propriamente in linea con la proposta di questo tour dei portoghesi ma che, nel complesso, sembra essere particolarmente apprezzata dai più fieri sostenitori del combo di Zagabria e che risulta essere piuttosto gradevole. Nel corso della scarsa mezzora messa a propria disposizione, il trio, che scopriremo supporterà i lupi portoghesi anche il giorno successivo “in casa”, ha modo di presentare una manciata di brani tratti dalla loro discografia e che sembrano fare molta presa solamente su una piccola, seppur attenta, parte del pubblico.
Setlist:
Lightness / In The Middle / Broken Mirror / Ne / Nephilim / Your Heart / Djevojka / Gimme / IsolatedCon gli
Eleine, si cambia letteralmente musica. Il Mostovna, inizialmente semi vuoto, si accinge ad accogliere più ospiti, perlopiù italiani e sloveni, giunti dalle rispettive terre per dare il proprio supporto non solo agli headliner ma anche ai supporter. Rispetto alla scaletta proposta il giorno prima allo show milanese, gli scandinavi optano per una scaletta più asciutta e sintetica che ripesca perlopiù brani tratti dal loro debut album omonimo più un inedito, che farà parte probabilmente di un secondo disco o che uscirà, per l’appunto, come singolo digitale. La frontwoman
Madeleine, ben conosciuta in madre patria Svezia per essere una famosa modella di abbigliamento e oggettistica gothic (date un’occhiata a siti come Sinister e Gothic& Amazing per farvi un’idea, ndr), cerca di interagire, insieme al collega e compagno di vita, il chitarrista
Rikard Ekberg, con i pochi astanti presenti in sala ma il responso non è dei più caldi: infatti, si percepisce una sorta di freddezza da parte degli spettatori, forse complice il fatto di non capire pienamente una lingua considerata ormai primaria a livello internazionale e proprio questa disarmonia sembra deludere le aspettative alte del combo svedese che, nonostante il poco tempo a disposizione, dà prova di avere sì le carte in regola per poter proseguire il proprio percorso musicale, seppur si percepisca una piccola acerbezza di fondo.
Setlist:
Last Beyond / Gathering / Death / Story Untold / Break, Take, LiveTerminata la piccola parentesi symphonic metal degli svedesi, ecco arrivare il momento caldo della serata. Con l’entrata dei
The Foreshadowing sul piccolo palco del Mostovna, l’atmosfera inizia a farsi rovente. Il set, quasi interamente basato sull’ultima fatica discografia, “
Seven Heads, Ten Horns”, ci presenta un gruppo molto tecnico e navigato, particolarmente apprezzato per il suono molto curato e la virtuosità dimostrata, anche se la prestazione vocale di Marco I. Benevento sembra forse un po’ carente: le canzoni, infatti, appaiono pressoché molto simili l’una all’altra, fattore, questo, che in parte penalizza la performance del quintetto romano ma che risulta comunque molto apprezzata dai fans, soprattutto italiani, accorsi dallo stivale per dare il proprio degno supporto ad una band che, certamente, ha molto da dire e molto da dire.
Setlist:
(Intro) Ishtar / Fall Of Heroes / Two Horizons / New Babylon / The Foresaking Son / Oionos / 17 / Departure / HavocAncora belli carichi ed entusiasti dopo la performance degli italiani, ci apprestiamo ad entrare nel magico mondo oscuro dei
Moonspell. Conosciuti per le loro imponenti scenografie e per il loro innaturale carisma, i lupi di Lisbona questa sera si preparano a regalare alla propria audience ciò che la band stessa ha definito uno “special vintage show”, un concerto che, come il nome stesso sottolinea, preannuncia di essere davvero speciale. Celato da un alone di mistero, questo nuovo live dei portoghesi ha scaturito nella mente dei propri fan le più assurde delle ipotesi: in molti, infatti, si sono domandati cosa mai avrebbero potuto offrire di così speciale Fernando Ribeiro e colleghi, dato il successo dell’ultimo “
Extinct” per il quale la band si è imbarcata in un tour molto impegnativo lo scorso anno e visto il ventennale di quello che tutti considerano tuttora uno dei loro lavori più riusciti, “
Irreligious”. Il dubbio a questo dilemma, in parte, ci verrà svelato nel corso della serata. “
Breathe (Until We Are No More)” dà inizio alle danze del magico show. Fernando Ribeiro appare molto carico ed energico, così come l’intera sala, che risponde entusiasticamente e risulta essere molto più che carica.
La magica atmosfera riesce ad accerchiare tutti gli astanti e ad intrappolarli sino alla fine del live, le scenografie, seppur minimali, danno un ulteriore tocco di maestria alla performance: impossibile, infatti, non notare in particolar modo tre elementi essenziali che impreziosiscono ancora di più la scenografia già smisurata, tra cui spiccano il mega teschio di caprone sulla batteria, i tubi che circondano la tastiera e la presentano come un organo e l’asta del microfono.
Altrettanto semplici ma d’effetto sono i costumi indossati dalla band, che in questa sede in particolare sfoggia una tecnica impressionante, risultando ancora di più evocativa rispetto agli standard.
Lo “special vintage show” prende davvero vita di brano in brano, dopo una doppietta tratta dall’ultimo disco, Ribeiro e co presentano la titletrack di “
Night Eternal”, per poi passare alla prima sorpresa che questo live sta per riservare all’audience slovena. Con “
Opium” e “
Awake”, il pubblico si scalda ancora di più, infatti questa sera la band ha pensato bene di presentare, seppur non nella sua interezza, due dei loro lavori più amati e conosciuti: “Wolfheart” e “Irreligious”.
Da questi album verranno presentati alcuni dei brani più apprezzati, tra cui “
Ruin And Misery”, l’immancabile “
Vampiria”, “
Atægina” e “
Alma Mater”, che verranno complementati ad altri brani un po’ meno datati.
Non mancheranno, infatti, brani come “
The Last Of Us”, “
The Future Is Dark” e “
Everything Invaded”. La performance scivola piuttosto in fretta in questi novanta minuti appena e sembra che il tempo non voglia saperne di scorrere, ma questo è anche il magico mondo dei Moonspell. Il tempo, durante le loro esibizioni, non scorre mai, sembra di essere davvero intrappolati in un mondo parallelo, fatto di oscurità e di giochi di luce: lo stesso Fernando Ribeiro, carismatico e oscuro, si lascia travolgere da questo clima e regala una performance che difficilmente verrà dimenticata negli anni a venire. Uno show vorticoso e ricco di pathos che ha voluto scavare nelle proprie radici, riportando alla luce due delle migliori opere mai realizzate dal combo portoghese, ripresentati per un’occasione che, forse, sarà davvero più unica che rara.
Tanto di cappello al quintetto, anche questa volta le aspettative non state deluse.
Setlist:
Breathe (Until We Are No More) / Extinct / Night Eternal / Opium / Awake! / The Last of Us / Ruin & Misery / Nocturna / Luna / Malignia / Vampiria / Ataegina / Alma Mater / Everything Invaded / The Future Is Dark / Full Moon Madness