Penso che il combo inglese, proveniente dalla minuscola cittadina di Corby, sia una delle bands più sfortunate del momento, almeno tra quelle che sono venute in tour nel nostro bellissimo Paese nell’ultimo periodo.
La data di Milano è saltata (non per colpe loro o del management), la data di Mestre non è andata benissimo per, almeno dicono loro, colpa della tipologia del locale e quella di stasera a Rimini è stata caratterizzata da un dubbio fortissimo fino all’ultimo: ma suonano o no?
Non temete (oppure si?!?), se sono qua a scrivere queste righe, fidatevi che il concerto si è tenuto…e che concerto, forse il live set più intenso e pesante che in questi ultimi mesi mi sia stato concesso di assistere!
La band sale sul palco alle 23.40 all’incirca, senza supporto alcuno (si vocifera che per mancanza di budget chi li ha seguiti fino ad ora sia dovuto tornare a casa), davanti ad una cinquantina di persone, ma questo poco importa ai Raging Speedhorn: i ragazzi sono carichi, vogliono spaccare il mondo, si vede dalle loro espressioni estremamente concentrate ed animalesche…ed il massacro comincia.
Sotto i colpi delle tracks dell’ultimo devastante ‘We Will Be Dead Tomorrow’, anche chi come me, pur essendo abituato ad ascoltare musica pesante ed a vedere bands dal vivo, non può che rimanere basito dall’attacco frontale che questi ragazzi sputano in faccia a chi è intervenuto allo show: la rabbia (quella vera, non finta o per gioco), il sudore e la tantissima cattiveria incanalata dai due front man Frank Regan (una voce molto simile a quella di Phil Anselmo) e John Loughlin (dotato di un growl impressionante, da far rabbrividire anche le più blasonate Death Metal bands) – mentre rispettivamente i due chitarristi Gareth Smith e Tony Loughlin, insieme al bassista Darren Smith, torturano i loro strumenti come se fossero i loro peggiori nemici ed il tarchiato Gordon Morrison alla batteria (veramente minimale nell’assetto) picchia come un forsennato sulle pelli – ti pietrifica e ti scarnifica, lasciandoti senza fiato…mamma mia che roba!
Memorabili sono le versioni di ‘The Hate Song’ (una song così groovy che muoversi diventa un riflesso incondizionato) e di ‘Welcome To Shitsville’ (dal cantato al limite dell’umano), per non parlare dei due must per eccellenza, ovvero ‘Fuck The Voodooman’, una song dal tiro stratosferico, e la pazzesca ‘Scrappin’ The Resin’ (un trattore che ti centra penso che lasci meno danni), così come è veramente oltre ogni limite anche la potenza delle altre songs della tracklist, come ‘Chronic Youth’, ‘Spitting Blood’ o la ultra Doom ‘Heartbreaker’, per darvi altri tre titoli.
Il concerto finisce verso le 24.20…come dite? Hanno suonato poco? Io non la penso così…hanno fatto la cosa giusta…non potevano suonare di più…sarebbero stati solo dei carnefici ed i danni provocati alla psiche dei kids sarebbero potuti divenire irreversibili.
Conclusione: spero vivamente che un giorno possiate vedere dal vivo i Raging Speedhorn, magari in un piccolo club, per rendervi conto cosa sono questi “animali” sul palco…live set breve, ma intenso, intensissimo, al limite dello strappo, per un concerto che per il sottoscritto è già divenuto culto.
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