Nemmeno 5 mesi fa avevo visto gli
Amon Amarth in compagnia di Testament e Grand Magus a Milano, (
Report qui) ma l'opportunità di gustarmi due gruppi che amo visceralmente come
Dark Tranquillity ed
Omnium Gatherum era troppo ghiotta, per cui ieri sera non mi sono perso lo show all'
Estragon Club di Bologna. Ecco com'è andata la serata.
Già all'ingresso del Club verso le 19 troviamo una discreta folla, segno che molti sono qui non solamente per i vichinghi capitanati da Johan Hegg, ed infatti la zona antistante il palco è già praticamente piena.
Alle 19,40 la band originaria di Karhula sale sul palco ed inizia lo show.
L'ultimo lavoro di
Markus Vanhala e compagni -
"Grey Heavens" per il sottoscritto è stato uno dei migliori dischi usciti nel 2016 e quindi ho accolto l'opener
"The Pit" con grandissimo entusiasmo. Jukka Pelkonen coinvolge subito il pubblico che risponde con grinta (anche se come avevo già constatato in live precedenti il carisma del vocalist non è minimamente paragonabile ai frontmen degli altri 2 gruppi della serata) incurante di un suono sicuramente non all'altezza della qualità della musica del combo finnico.
"Skyline" e
"Frontiers" completano il trittico tratto dall'ultimo full length a cui fanno seguito
"The Unknowing" e la splendida
"New dynamic" dall'album
"Beyond"; chiude la loro esibizione
"New world shadows" ed a me resta un filo di amaro in bocca (come spesso accade) per la scelta dei brani a fronte di una discografia vasta e di eccellente fattura.
FOTOGALLERY COMPLETA SU FACEBOOKDopo una breve pausa arriva il momento dei
Dark Tranquillity; la band in sede live è una macchina ben oliata e
Mikael Stanne ritengo sia (oltre ad un frontman magnetico) una delle voci migliori in circolazione in ambito death metal. Si parte subito forte con
"Force of hand",
"The lesser faith" ed
"Atoma": l'Estragon -che nel frattempo è praticamente sold out- è già al calor bianco ed il gruppo palesemente contagiato dall'energia del pubblico non si risparmia.
"The science of noise" incalza, subito seguito dalla tastiera di
Brändström che attacca con il tema di
"Forward momentum"; seguono
"Terminus", che dimostra ancora una volta come
"Fiction" in barba a tanti critici sia un album adorato dai fans della band,
"The pitiless" ancora dall'ultima release
"Atoma" e
"Therein" dal controverso
"Projector".
Mikael Stanne, perfetto come sempre, ha completamente in mano la sala e da istrione consumato conduce verso le conclusive canzoni -
"Clearing skies" e
"Misery's crown".
Prova eccellente (niente di nuovo sotto il sole da questo punto di vista) della band di Goteborg, che diverte e si diverte forte di un affiatamento consolidato, sorretta fortunatamente da suoni finalmente ben bilanciati.
"Punish my heaven"?...sarà per la prossima volta....
FOTOGALLERY COMPLETA SU FACEBOOKAlle 22 tutto è pronto per l'arrivo degli
Amon Amarth. Il palco viene scoperto completamente e l'enorme elmo vichingo sormontato dalla batteria ruba l'occhio di tutti......finchè
Johan Hegg non irrompe sulla scena. Inutile negarlo: nonostante qualche chilo di troppo e l'esagerata teatralità studiata in atteggiamenti e gesti, il frontman ha pochi rivali in quanto a capacità di tenere il pubblico e di dirigerne le emozioni.
Il quintetto è un rullo compressore come sempre, ed il nuovo drummer
Jocke Wallgren assolutamente integrato con i sodali. Si parte subito fortissimo con
"The pursuit of vikings", l'epica e meravigliosa
"As Loke falls" e
"First kill" che si conferma micidiale in sede live.
E' poi il momento della trascinante
"The way of vikings" con il suo coro ruffiano (infatti viene puntualmente scandito a squarciagola da tutti!!) seguita da
"At dawn's first light" e dall'immancabile
"Cry of the black birds". I suoni sono perfetti,
Mikkonen e
Söderberg duettano a meraviglia e
Johan arringa la "sua" gente implacabile: inizia un poker di canzoni che rade al suolo letteralmente il Club;
"Deceiver of the gods",
"Tattered banners and bloody flags",
"Destroyer of the universe" e la grandissima
"Death in fire" frantumano tutto e tutti.
"One thousand burning arrows",
"Father of the wolf",
"Runes to my memory" e la terremotante
"War of the gods" chiudono apparentemente il concerto: in realtà tutti si aspettano il ritorno dei vichinghi sul palco per il gran finale ed infatti al coro di "Amon Amarth! Amon Amarth!" la band rientra in scena per concludere alla grande.
"Raise your horns" con il suo ritmo quasi folk,
"Guardians of Asgard" e l'attesissima
"Twilight of the thunder god", eseguita da
Hegg brandendo un gigantesco Mjölnir mentre tuoni e saette fendono l'aria, terminano alla grande il pittoresco e coinvolgente show degli
Amon Amarth.
Non starò qui a riempirvi le orecchie con le consuete chiacchere post-live sull'opportunità che una band come i
Dark Tranquillity sia troppo importante per fare da supporto nè se sarebbe stato meglio modificare la setlist degli
Amon Amarth data la relativamente recente esibizione in Italia; mi limito a dire che -tolto qualche intoppo con i suoni e le luci durante l'esibizione degli
Omnium Gatherum- lo show è stato di alto livello ed i commenti ascoltati fuori e dentro l'Estragon mi sono parsi entusiasti.
Alla prossima e che Odino combatta al vostro fianco!
FOTOGALLERY COMPLETA SU FACEBOOKOmnium Gatherum setlist:
The Pit
Skyline
Frontiers
The Unknowing
New Dynamic
New world shadowsDark Tranquillity setlist:
Force of Hand
The Lesser Faith
Atoma
The Science of Noise
Forward Momentum
Terminus (Where Death Is Most Alive)
The Pitiless
ThereIn
Clearing Skies
Misery's Crown Amon Amarth setlist:
The Pursuit of Vikings
As Loke Falls
First Kill
The Way of Vikings
At Dawn's First Light
Cry of the Black Birds
Deceiver of the Gods
Tattered Banners and Bloody Flags
Destroyer of the Universe
Death in Fire
One Thousand Burning Arrows
Father of the Wolf
Runes to My Memory
War of the GodsEncore:
Raise Your Horns
Guardians of Asgaard
Twilight of the Thunder God
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