Per tutti gli amanti delle sonorità oscure, melodiche e potenti simbolo del profondo Nord l'appuntamento del 24 settembre al
Legend Club di Milano era pressochè imperdibile: gli
Evergrey infatti vi avrebbero fatto tappa nella loro unica esibizione italiana, per celebrare il ventennale della loro carriera.
Live reso ancora più interessante dalla possibilità di ascoltare i brani del decimo album della band del vocalist
Tom Englund, quel "
The Storm Within" che sin dalla sua uscita è stato così acclamato da fans ed addetti ai lavori (
qui l'ottima rece del nostro Gab).
Noi c'eravamo e qui di seguito vi raccontiamo com'è andata.
Tocca agli italianissimi
Subliminal Fear il ruolo di opener della serata che prende puntuale il via alle 20.30 ma purtroppo, sebbene il combo pugliese martelli ben bene l'aria con il proprio deathcore fortemente vitaminizzato da robuste dosi di elettronica, le circa 40 (ahimè...contate) anime presenti rispondono fin troppo tiepidamente ai tentativi di coinvolgere dei due singers
Matteo De Bellis e
Carmine Cristallo.
I cinque brani proposti dal combo italiano per la maggior parte tratti dal loro ultimo album "
Escape from Leviathan", scorrono comunque senza intoppi ed anche la qualità dei suoni è più che buona, sebbene la resa in sede live sia meno d'impatto che su vinile.
Ad ogni modo
"Self-proclaimed Gods" e la title track "
Escape from Leviathan" non passano senza lasciare traccia e riescono nell'intento di svegliare dal torpore il pubblico e far capire che siamo ad un concerto metal, e dai cavolo, il fondamentale risultato del posticipo Fiorentina-Atalanta può andare tranquillamente a farsi benedire!!!
Devo dire che mi dispiace sempre quando una band italiana suona in locale semideserto o poco coinvolto.....salvo poi lamentarsi che "la scena metal tricolore è inesistente".
Dopo i
Subliminal Fear tocca alla prog band ellenica
Need traghettare il pubblico -che sta via via aumentando- verso l'esibizione degli headliner.
Anche la band del singer
Jon V. punta forte sull'ultimo full length "
Hegaiamas" uscito quest'anno.
Ben quattro delle cinque canzoni proposte infatti sono tratte dall'album citato: l'introduttiva "
Rememory", "
Alltribe" con i suoi interessanti intrecci di chitarra e tastiera, "
Tilikum" e la title track "
Hegaiamas".
Unica concessione al penultimo "
Orvam: A Song For Home" la lunga "
Mother Madness", e qui faccio una mia considerazione sull'esibizione della band di Atene: la preparazione dei musicisti è di prim'ordine così come il gusto per le atmosfere dei brani, tuttavia penso che in sede live la durata dei brani sia un limite.
Cinque brani della durata complessiva di 45 minuti rischiano di diventare un boomerang per la perdita di interesse del pubblico.
Ad ogni modo alle 22 i
Need scendono dal palco: tutto è pronto per gli
Evergrey, ed anche il
Legend è finalmente quasi pieno.
Setlist
Need:
Rememory
Alltribe
Mother Madness
Tilikum
Hegaiamas Alle 22.30 il buio pressochè totale della sala prelude l'ingresso del quintetto di Goteborg capitanato dal mastermind
Tom Englund.
Dopo un breve intro si parte subito forte con "
Solitude Within" tratta dal secondo album della band "
Solitude Dominance Tragedy": i suoni sono eccellenti e le chitarre di
Englund e
Danhage giocano a rincorrersi con le tastiere sognanti di
Zander.
Dietro le pelli
Jonas Ekdahl è la solita macchina ed insieme al basso di
Johan Niemann completano una sezione ritmica granitica.
La band è in forma smagliante ed i brani si susseguono tra la passione sempre più accesa dei fans: "
Mark of the triangle", "
Leave it Behind us" e "
The fire" -sempre da album del passato- conducono sino al primo pezzo del nuovo lavoro, "
Distance".
Faccio una breve digressione: per chi vi scrive "
The Storm Within" è stato uno dei 10 top albums del 2016, perciò ho seguito con estrema attenzione l'esecuzione dell'opener del disco.
Ebbene non una sbavatura, non una nota fuori posto: una meraviglia!
A ruota arrivano due songs da "
Hymns from the broken", "
A new dawn" e "
Black Undertow" che -a testimonianza di quanto sia stato amato questo album- vengono cantate pressochè da tutti gli spettatori.
La formula
Evergrey, metallo e commozione, funziona alla grandissima e la successiva
"My Allied Ocean" - la traccia più cattiva di "
The Storm Within" sferra il colpo di grazia a tutti:
Englund cavalca l'onda emotiva del pubblico e regala l'accoppiata
"Words Mean Nothing / Missing You" seguita dalla cover di Dilba Demirbag "
I'm sorry" chiudendo la prima parte del concerto con "
Broken wings" e "
The Grand Collapse".
Finora un live come piace al sottoscritto: poche parole da gigione per accattivarsi il pubblico e tanto tanto ottimo metal!
Gli encore iniziano con un pezzo da "
The Inner Circle", "
When the walls go down", seguito da "
Recreation Day" dall'album omonimo, da "
A Touch of Blessing" per poi chiudere con l'immancabile "
King of Errors" ancora dal penultimo disco della band.
Se devo essere onesto mi aspettavo più di 2 brani dall'ultima release, ho faticato a capire la scelta della setlist (ma è un problema mio, evidentemente) ma da qui ad essere deluso ce ne passa.
Uno show davvero impeccabile quello degli
Evergrey, testimonianza che a dispetto della carriera ventennale, il gruppo ha veramente trovato nuova linfa e ritrovato quella marcia in più che sembrava aver smarrito.
Nota di merito infine aver incontrato i fans al termine per autografarne il merchandising vario.
Chiudo la bellissima serata con una piccola polemica: ritengo che una band del calibro degli
Evergrey (ma estenderei il concetto a tutti i musicisti) non meriti di suonare di fronte a sole 250 persone nè di avere un palco con un pilastro di calcestruzzo al centro che nasconde al pubblico un componente della band.
Voglio credere che in Italia si sia in grado di fare molto meglio: facciamolo in fretta, per amore della musica che tanto amiamo e che continuando così rischiamo di perdere.
Setlist Evergrey:
Intro
Solitude Within
Mark of the Triangle
Leave It Behind Us
The Fire
Distance
A New Dawn
Black Undertow
My Allied Ocean
Words Mean Nothing / Missing You
I'm Sorry (Dilba cover)
Broken Wings
The Grand Collapse Encore:
When the Walls Go Down
Recreation Day
A Touch of Blessing
King of Errors