Anche quest'anno il
Live Music Club di Trezzo s/Adda ha ospitato quello che è ormai diventato un piacevole appuntamento annuale: il
Metalitalia.com Festival.
La manifestazione -giunta alla sua 6° edizione- finalmente dopo vari tentativi andati a vuoto, si articola in due giorni offrendo una proposta musicale varia e di qualità.
Noi di
metal.it abbiamo seguito la 1° giornata che aveva come fil rouge il power metal ed il metal classico ed inoltre ha potuto ospitare lo show per il 25° anniversario di carriera degli
Edguy (qui in veste di headliner) ed il 20ennale degli italianissimi
Secret Sphere.
Ecco nel dettaglio come si è svolta questa lunghissima giornata di metallo.
Siamo arrivati al
Live con buon anticipo perchè -seguendo le info del running order- i modenesi
Trick or Treat avrebbero svolto il ruolo di opener della manifestazione e non volevamo perderci l'energico show del gruppo capitanato da
Alessandro "Alle" Conti.
Alle 14,30 la band irrompe sul palco e seguendo alla lettera il logo stampato sulla maglia del frontman "Best opener ever", ci mette davvero poco a scaldare l'atmosfera di un locale già discretamente popolato (a testimonianza che comunque, quella che era nata come una cover band degli Helloween, si è ritagliata un posto di riguardo nel cuore degli appassionati).
La mezz'ora a loro disposizione vola e -nonostante qualche imperfezione nel suono- le 4 canzoni tratte dal loro ultimo album "
Rabbits' Hill pt.2" trovano buon riscontro nel pubblico che però (probabilmente cresciuto come noi a pane e anime jap) esplode letteralmente quando i
TOT ci regalano la loro versione powerizzata di "
Daitarn 3" annunciando nel contempo la prossima realizzazione di un album di cover di sigle di cartoni animati degli anni '80.
I modenesi hanno tenuto fede al loro proposito, ed il pubblico ora è pronto per la band successiva, gli
Holy Martyr.
Setlist
Trick or Treat:
Inle' (The Black Rabbit of Death)
Cloudrider
The Great Escape
Daitarn 3
United Assenti dai gig italiani da 5 anni i sardo-lombardi -anche loro nella loro mezz'ora a disposizione- portano sul palco il loro roccioso epic metal privo di fronzoli ma dal grande cuore.
"
Numenor", tratto dall'ultimo album "
Darkness shall prevail" coinvolge subito il pubblico anche grazie alla grande carica di
Alex "Don Alemanno" Mereu che conquista il pubblico anche grazie alla ben nota ironia.
La band propone anche vecchi "equini di battaglia", come li definisce il frontman quali "
Shichinin no Samurai" e "
Vis et Honor", concludendo poi con la massiccia "
Lakedaimon". Bentornati guerrieri!
Setlist
Holy Martyr:
Shores
Numenor
Born of hope
Shichinin no samurai
Vis et Honor
LakedaimonE' quindi la volta dei veneti
White Skull mantenere il livello di adrenalina del locale, ormai quasi pieno (ma mai opprimente grazie anche allo spazio esterno adibito a meet and greet con le bands ed a stand musicali).
La band di
Federica "Sister" de Boni e del "capitano"
Tony Fontò scegli di puntare forte sul nuovo album
"Will of the strong" dal quale propone "
Holy Warrior", la title track e "
Lady of the Hope", oltre che naturalmente su pezzi classici del loro repertorio quali ad esempio
"The Roman Empire" e l'immancabile "
Asgard".
Setlist
White Skull:
Endless Rage
Holy warrior
I am your queen
The roman Empire
Under this flag
Will of the strong
Lady of the Hope
Red Devil
AsgardAlle 17,10 perfettamente in orario tocca ai
Secret Sphere sperimentare quanto sia ribollente di entusiasmo il
Live e la band capitanata da
Michele Luppi non si tira certo indietro ed offre una prova maiuscola.
Lonobile, Buratto e soci - con il loro power metal venato di prog- non sbagliano una nota e la prova vocale di
Luppi è di ottima qualità sostenuto anche da due coristi (!!!) che alzano e completano la proposta del combo piemontese.
"The Call", "
Lie to me", "
Faith" e "
Rain" eseguita tra la sorpresa del pubblico insieme all'ex singer
Roberto Messina (in forma smagliante) scatenano la folla e
Luppi -da consumato istrione- cavalca l'onda vestendo per un attimo (idealmente) i panni di Re Julian dell'anime Madagascar intonando "Mi piace se ti muovi" tra le risate di tutti.
Davvero un'esibizione impeccabile ed in un tempo accettabile di 50 minuti sufficienti per apprezzare in pieno il talento della band che nell'occasione festeggia i 20 anni di carriera!
I
Labyrinth, la band successiva, erano (almeno a giudicare dall'entusiasmo del pubblico) molto attesi dai fans: probabilmente per il desiderio di sentire dal vivo i pezzi dell'ultimo, bellissimo "
Architecture of a God".
Ed in effetti la band di
Tiranti, Thorsen, Smirnoff e del fenomenale drummer
John Macaluso attinge a piene mani dall'ultima release con i brani "
Bullets", "
Still alive", la title track "
Architecture of a God", "
A new dream" e "
Someone Says" oltre a canzoni più datate inserite nel full length
"Return to heaven denied".
Nonostante qualche problemino legato al volume degli strumenti ed ad incomprensioni tra i membri della band, i
Labyrinth concludono il loro show sulle note di "
Moonlight" e lasciano il palco con il pubblico ormai pronto per le 3 band che chiuderanno la serata (e che sono probabilmente le più attese)
Setlist
Labyrinth:
Bullets
Still Alive
Freeman
Architecture of a God
A New Dream
Thunder
Falling Rain
Someone Says
Moonlight Tocca ai
Grand Magus portare una sterzata alla serata, fino ad ora incentrata soprattutto sul power, con il loro metal epico, possente e privo di fronzoli.
Basso, chitarra e batteria: questa la scarna lineup del combo svedese che -come avevo già avuto modo di apprezzare mesi fa quando aprirono il live di Testament ed Amon Amarth- procede come un vero proprio rullo compressore.
Janne JB Christoffersson, Fox Skinner e Seb non saranno mai considerati dei virtuosi ma quanto a capacità di fomentare il pubblico se la giocano alla grande con i Rage, guarda caso un altro trio.
Il
Live -ormai quasi sold out- risponde alla grande e si lascia trasportare dalla violenza di "
I, the Jury", di "
Steel versus steel", di "
Hammer of the north"e di "
Varangian", assecondando in tutto
JB e la sua furia demolitrice.
Un'ora di assalti all'arma bianca di cui forse si sentiva il bisogno per apprezzare la qualità e la classe delle ultime band in cartello.
Quando alle 21 i
Rhapsody of Fire salgono sul palco cerchiamo di mettere a tacere le vocine interiori che iniziano a bisbigliare....ma non è facile quando
Staropoli e soci, insieme al nuovo singer
Giacomo Voli iniziano a sciorinare i pezzi storici della band, ignorare la gigantesca ed impalpabile presenza di Fabio Lione che sembra aleggiare su tutti i presenti.
Voli ce la mette tutta per dimostrare di essere all'altezza dell'illustre predecessore (a volte arrivando a strafare per troppa generosità) ed interpreta al meglio delle vere e proprie pietre miliari del genere: "
Land of Immortals", "
Flames of Revenge", "
Dawn of Victory", l'anthemica "
Holy Thunderforce" e l'immancabile "
Emerald Sword" scorrono veloci grazie alla maestria di
Staropoli ma -sarà per un paio di passaggi a vuoto avuti dal buon
Giacomo tentando di conquistare il pubblico- la sensazione di nostalgia ci accompagna sino al termine della loro esibizione (sensazione condivisa con parecchia gente, a sentire i commenti che serpeggiano tra il pubblico....)
Setlist
Rhapsody of Fire:
Distant Sky
Dargor, Shadowlord of the Black Mountain
The March of the Swordmaster
Flames of Revenge
Into the Legend
Holy Thunderforce
Wings of Destiny
Land of Immortals
The Village of Dwarves
When Demons Awake
Dawn of Victory
Reign of Terror
The Magic of the Wizard's Dream
Emerald Sword La conclusione di questa lunghissima giornata all'insegna del power si avvicina ma non prima di aver assistito allo show degli
Edguy, band amatissima a queste latitudini (affetto ricambiato a sentire le parole che
Tobias Sammet rivolge sempre al pubblico in ogni esibizione italiana).
E proprio per celebrare degnamente il quarto di secolo di attività della band di Fulda,
Tobias e sodali hanno preparato una setlist veramente ad hoc, eseguendo anche brani raramente presenti nei loro show.
Si parte con la ruffiana "
Love Tiger" che invita immediatamente tutti ad unirsi al coro della band e poi subito - come un improvviso pugno sui denti- arriva il pezzo simbolo della band, quella "
Vain glory opera" che resta il punto più alto della discografia dei teutonici.
Il pubblico è ormai in mano a
Sammet che via via introduce ed esegue "
Mysteria", la sognante "
Tears of a Mandrake", la lunghissima suite "
The piper never dies", la scanzonata "
Lavatory Love Machine", la ballad "
Land of the Miracle", la violenta
"Ministry of Saints" ed ancora "
Babylon", a lungo attesa dal pubblico che spesso ne intonava il refrain.
Dopo i brani "
Save me" e "
Superheroes" arriva il momento degli encore, e se "
King of fools" non è una sorpresa, altrettanto non si può dire per "
Out of control" ormai arrivata ad un'assenza decennale dalle loro scalette.
Termina così lo show che ci restituisce una band in forma eccellente con il solito sfrontato, irriverente, folleggiante
Tobias Sammet su tutti (anche se -ad onor del vero- un paio di passaggi a vuoto li abbiamo notati: perdonati!)
Setlist
Edguy:
Love Tyger
Vain Glory Opera
Mysteria
Tears of a Mandrake
The Piper Never Dies
Lavatory Love Machine
Land of the Miracle
Ministry of Saints
Babylon
Save Me
Superheroes
Out of Control
King of Fools
Una giornata davvero riuscita questa del
Metalitalia.com Festival 2017, organizzata in modo impeccabile e portata a termine senza alcun problema nonostante la pioggia -prevista e puntualmente arrivata- caduta copiosa a partire dal tardo pomeriggio.
Siamo certi che -data la risposta del pubblico- anche il prossimo anno la qualità musicale proposta sarà di alto livello, sulla falsariga di queste prime 6 edizioni.
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