Eccoci al
Live, per la venuta italiana del folle Canadese.
Arrivo al palazzetto, che stanno sbatacchiando i loro strumenti gli
Small Jackets, band italiana dal piglio hard rock. Loro ci danno dentro, facendo trasparire tutto ciò che hanno da dire, tra colpi di rullante e soli molto slashosi. I ragazzi ci credono, il pubblico pare stargli dietro.
Il palazzetto pare mezzo vuoto, anzi parecchio vuoto. Un paio di centinaia di persone. Finito gli italiani, preparano il palco per
Danko. Mi procuro una birra, nel frattempo che fanno il cambio palco, bevanda tipica per questo tipo di manifestazioni.
Credevo interessasse a più gente, questo concerto, invece il palazzetto non si riempe, e la gente rimane più o meno quella che c'era con i Jackets.
Danko appare sul palco, la gente lo incita, e lui ci da subito dentro. Alla fine, come si dice spesso, nell'hard rock il trio funziona sempre, ed è la sua forma naturale, per dare la pacca che serve a far uscire l'anima vera di questo genere.
Una scaletta incentrata dapprima sui pezzi nuovi, sia dall'ultimo (buono, secondo me. Con due o tre esempi veramente notevoli) che comunque dalla sua storia recente, per passare poi al suo repertorio più datato.
Lui sbuffa, ghigna, contorce la sua faccia, facendola diventare quasi una maschera, che si modella via via dietro alle note delle sue potenti songs. Non manca il contatto col pubblico, e questo lo fa apparire come il mattacchione che è: dapprima vuole che la gente lo "buuui", perchè dice che lo rafforza, e gli fa uscire la giusta grinta. Ma poi, alla fine, quando tutti lo applaudono, lui gode....
I suoni ci sono, benchè provando a spostarmi nel palazzetto (sono sotto il palco, proprio di fronte al bestione, mi sono spostato vicino al mixer, punto ottimale solitamente per ascoltare i concerti), vista la poca gente, nel palazzetto si crea quasi un eco. Quindi meglio ascoltarlo sotto palco.
La band picchia anche lei alla grande, e alla fine la sua ora e mezza se la gioca alla grande, con un tributo sul finale, a tutti i grandi del rock che ora ci guardano dal loro inferno, o paradiso, in base alle loro credenze. Con una riserva particolare al mai compianto abbastanza Mr. Ian Fraser Kilmister (Lemmy per gli amici).
Salutano, ma rientrano quasi immediatamente per un bis di 3 canzoni.
Nell'insieme è stato un ottimo concerto, la band non ha mollato un minuto, e in ambito live i suoi pezzi hanno la carica giusta. Peccato la poca presenza, ma comunque la gente che c'era gli ha fatto sentire il calore del bel paese.
Bravo Danko. Ci sei piaciuto.
Saluti dal bar.
Ank
Non è ancora stato scritto nessun commento per questo concerto! Vuoi essere il primo?