Arriviamo al
Dagda live club con buon anticipo, poiché non conosciamo il posto (Immerso nella campagna lombarda), e il sabato siamo liberi dalle prime ore della sera.
Il posto in effetti è abbastanza imboscato, ma facilmente raggiungibile…..con un buon navigatore.
Al nostro arrivo troviamo dei ragazzi a prendere il sole, e altri (ragazzi ma più cresciuti) a bere vino all’ombra del capannone, che altro non è che il club. I ragazzi in questione sono proprio gli
Orange Goblin, che approfittano del tempo e del buon vino per concedersi del relax.
Noi cerchiamo di capire come è organizzata la serata, e poi andiamo a mangiare nella pizzeria che c’è adiacente al club.
Al nostro rientro gli
Zippo, prima band della serata, sono in pieno concerto. Loro propongono un ottima commistione tra stoner rock e hard rock. Purtroppo riusciamo a goderne solo per un paio di pezzi, subito dopo la fine del loro set, salgono i
Caronte.
Devo dire che erano parecchi anni che volevo godermi lo show dei doomer parmensi. Iniziano con una sorta di rituale fatto di incensi e candele, e subito partono con i loro proseliti musicali. Il combo suona un ottimo doom anthemico e psichedelico. L’inizio è minato da problemi tecnici , che si porteranno fino alla fine, e i suoni non saranno mai belli definiti. All’inizio è la chitarra a risentirne, che è estremamente bassa. Però loro ci danno dentro ugualmente. Le loro influenze sono chiaramente imputabili ad un suono e atmosfera lisergica, e devo dire che benchè i succitati problemi tecnici, non fanno perdere l’intensità allo show. Il locale non è pienissimo, ma la gente che c’è fa sentire il loro calore al combo. Dopo una manciata di canzoni (considerando la durata media dei loro pezzi) il loro set finisce. La mia considerazione è pienamente positiva, perché ho capito che i problemi erano tecnici, e i ragazzi non hanno perso comunque la pacca che li contraddistingue. A me è parso un ottimo concerto, e sono soddisfatto.
Partono i cambi palco, il tempo di fare un giretto allo shop, un paio di birre, e riprendiamo subito con gli headliner, gli
Orange Goblin.
I suoni sono decisamente migliori, e loro partono subito in quarta. La loro
Scorpionica apre le danze, e i 4 fanno subito capire che non lasceranno superstiti. La gente acclama, e da che sembravano tutti tranquilli, ora la gente pare invasata, come fosse stata punta appunto da uno scorpione!
La set list prosegue con sprazzi dal nuovo (bellissimo)
The wolf bites back, e roba meno recente. I pezzi nuovi, rocciosi e heavy, suonano benissimo dal vivo, come del resto i momenti più bluesy e meno pesi della loro carriera.
Ben (
Ward, il cantante) ci da dentro e si agita, benché la sua mole (un omone di oltre 190 cm, non del tutto filiforme, come si suol dire, che si agita e salta. Secondo me il palco ha difficilmente retto queste sollecitazioni). Beve, canta, sputa, balla, aizza la folla, insomma un perfetto istrione.
Il concerto si snoda più o meno attraverso tutta la loro carriera, e in quell’ora e mezza riescono a mettere a ferro e fuoco il
Dagda.
Il finale è affidato alla granitica
Some you win, some you loose.
I ragazzi salutano, stringono mani e abbracciano il pubblico.
Concerto perfetto in ogni sua forma, tutto il pubblico è entusiasta, e possiamo andarcene, appena finita l’ennesima birra, con il sorriso sulle labbra. E la consapevolezza di aver partecipato per l’ennesima volta, ad un ottimo, fottutissimo concerto hard rock!!!
Set list Orange Goblin:
Scorpionica
The Devil's Whip
Son's of Salem
Saruman's Wish
The Filthy & the Few
Made of Rats
Turbo Effalunt (Elephant)
The Fog
The Wolf Bites Back
They Come Back (Harvest of Skulls)
Time Travelling Blues
Some You Win, Some You Lose
Saluti dal bar.
Ank
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