(15 settembre 2018) Metalitalia.com Festival 2018 - 1° giornata

Info

Provincia:MI
Costo:€35.00 + diritti, €45.00 in cassa
Anche quest'anno (siamo arrivati alla 7a edizione) la ormai piacevole abitudine del Metalitalia.com Festival ha regalato una due giorni, anzi 3 contando il Warm Up di venerdì 14 settembre, di grande metal in compagnia di un folto ed eccellente numero di nomi illustri della nostra musica preferita.
Il bill di sabato 15 ha visto sfilare gruppi devoti al power più classico e roccioso mentre il giorno dopo sono state le sonorità più rarefatte e dilatate del doom a farla da padrone.



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Nonostante l'autunno alle porte il caldo e l'afa dominano ancora in questo sabato lombardo, ma incurante di tutto già alle 13,30 (orario di inizio del Festival) il popolo dell'heavy metal ha iniziato ad affollare il Live Club di Trezzo, sede ormai fissa dell'evento.
Forti ormai dell'esperienza degli anni passati i ragazzi dell'organizzazione hanno allestito tutto in modo egregio per cui oltre ai consueti banchi di dischi e libri all'interno del locale, l'area esterna presentava dei punti di ristoro, una tensostruttura per i frequentatissimi meet & greet con le band ed anche una zona coperta da ombrelloni con panche e tavoli per poter mangiare tranquillamente.

Ovviamente però il piatto forte è stata la musica e allora, per chi c'era e per gli assenti, vediamo come si è svolta questa metal-maratona!

ASGARD

Tocca alla band ferrarese Asgard rompere il ghiaccio ed iniziare ad accendere il fuoco in quella che -data la proposta che ci attende- dovrà diventare una fucina ribollente di passione.
Ed il combo dei fratelli Davide e Alberto Penoncini (chitarre) trascinato anche dall'ottimo singer Federico Mazza non si risparmia di certo e, sebbene abbia al proprio attivo solamente due dischi "The Seal Of Madness” e “Outworld", si rivela una piacevolissima sorpresa in sede live.
Riffs aggressivi e trascinanti - nel tipico power di stampo statunitense- e linee vocali cristalline conquistano il pubblico mentre si susseguono le ottime "Asgard Invasion" o "The Interceptor", ed i 40 minuti a disposizione dei ragazzi emiliani volano in maniera assolutamente piacevole.
Un inizio come si deve!

ROSAE CRUCIS

Un inaspettato calore accoglie i romani (di Tivoli) Rosae Crucis al momento della loro performance e Giuseppe Cialone (vocals) e compagni rispondono a tono, nonostante la qualità del suono non sia ancora perfettamente tarata.
Armature, cotte di maglia e tuniche indosso la band italiana offre al pubblico brani in prevalenza dall'ultimo disco "Massoneria" con l'aggiunta dei classici "Crociata" e "Fede, Potere, Vendetta", quest'ultima dedicata non senza che un brivido di commozione attraversi i presenti alla memoria immortale di Mark Shelton.
Sebbene il cantato in italiano, un loro tratto distintivo, sia sicuramente di difficile gestione moltissime persone cantavano all'unisono con la band i pezzi proposti segno del buon seguito che i Rosae Crucis hanno nel nostro paese.

WHITE SKULL

Chiamati in fretta e furia in seguito alla defezione degli Eldritch i White Skull hanno offerto una prestazione certamente non da rimpiazzi, regalando uno show energico all'ennesima potenza al pubblico che via via sta riempiendo sempre più il Live. La band del Capitano Fontò e di Federica "Sister" De Boni che festeggerà a brevissimo il 30esimo anniversario di carriera, forte di una lineup stabile e visibilmente affiatata (con l'eccezione del bassista Puma sostituto temporaneo di Gio Raddi) esegue uno dietro l'altro pezzi storici quali "Cleopathra", "Embittered", "Tales from the North", la coinvolgente "The Roman Empire" fino a chiudere con l'immancabile "Asgard" offre l'immagine di una band in straordinaria salute e soprattutto amatissima da tutti.
Obbligatorio segnalare le prove maiuscole di Danilo Bar alla sei corde e del drummer Alex Mantiero: davvero mostruosi!
Prima di chiudere il loro spettacolo i White Skull danno appuntamento a tutti per ottobre quando spegneranno ufficialmente le 30 candeline a Vicenza.

White Skull setlist:

Embittered
Kriemhild Story
High Treason
Cleopathra
Tales from the North
The Roman Empire
Asgard


ELVENKING

Dopo i White Skull ci spostiamo ancora più ad est ma restiamo ben ancorati all'Italia: è la volta dei friulani (di Sacile) Elvenking e del loro power metal fortemente influenzato da atmosfere folkeggianti far tremare ancora più forte le pareti del Live Club.
Esaltati a gran voce dal folto pubblico ormai presente Damna e compagni non si fanno certo pregare e propongono una scaletta decisamente varia che abbraccia quasi tutta la propria ventennale carriera con brani estratti da "The Scythe" via via sino all'ultimo "Secrets of the Magick Grimoire".
La bellezza della loro esibizione non viene scalfita dalle -prevedibili- basi registrate per le parti corali, mentre davvero struggenti risultano le melodie che Lethien fa sgorgare dal proprio violino.
Uno show senza cadute di tono per un'altra band di cui il nostro tanto bistrattato paese può andare fiero..

Elvenking setlist:

Invoking the Woodland Spirit
Draugen's Maelstrom
Runereader
Pagan Revolution
Trows Kind
The One We Shall Follow
Elvenlegions
The Divided Heart
Neverending Nights
The Loser


DOMINE

Nemmeno il tempo di compiacersi che un'altra grande ed amatissima band tricolore sale sul palco del Festival: sono i Domine dell'istrionico Morby. Il fatto che dall'ultimo disco del combo toscano "Ancient Spirit Rising" sino passati ormai 11 anni non ha tolto nulla all'aura di sacralità che circonda Enrico Paoli e soci.
Sulle note dell'abituale invocazione "Ave Domine" scandita da tutti i presenti il gruppo scatena una tempesta power in grado di travolgere qualsiasi cosa: "Thunderstorm", "The Aquilonia suite", "The Hurricane Master" sono un invito irresistibile allo scapocciamento e nemmeno qualche piccolo intoppo alla strumentazione sul palco riesce a raffreddare l'entusiasmo del pubblico.
La chiusura del loro show è affidata a "Defenders" cantata a gran voce davvero da tutti.
Ave Domine!

Domine setlist:

Thunderstorm
True Believer
The Aquilonia Suite
The Fall of the Spiral Tower
The Hurricane Master
The Ride of the Valkyries
Arioch, the Chaos Star
Dragonlord (The Grand Master of the Mightiest Beasts)
Defenders


GRAVE DIGGER

A questo punto -nonostante non ci si sia potuti certo lamentare- il Festival entra davvero nel vivo: in cartello sono previsti i leggendari Grave Digger con la cosiddetta Trilogia del MedioEvo.
"Tunes of War", "Knights of the Cross" ed "Excalibur" sono album che chiunque si professi metallaro deve avere ascoltato almeno una volta nella vita e la prospettiva di assistere all'esecuzione di canzoni tratte da tali dischi è elettrizzante e la curiosità di conoscere la scaletta è tanta.
Dopo "Scotland United" sorprende l'esecuzione di "Lionheart" seguita da "The Bruce", "Knights of the Cross", "Morgane Le Fay" sino agli immancabili bis chiusi da "Heavy Metal Breakdown".
L'amore per Chris Boltendahl e compagni però non può nascondere l'amaro in bocca lasciato da alcuni passaggi a vuoto quali l'assenza della tastiera live sostituita da basi preregistrate, la mancanza di potenza e pienezza in qualche ritornello e soprattutto la prestazione di Axel Ritt che risulta senz'altro scenografico e piacione ma a volte ha suoni che necessiterebbero di ben altro vigore.
Incredibile a dirsi ma il primo gruppo non italiano (e che gruppo!!!) ha fatto segnare un lieve calo della qualità complessiva della serata.

Grave Digger setlist:

Scotland United
Lionheart
The Dark of the Sun
The Bruce (The Lion King)
Knights of the Cross
The Round Table (Forever)
The Ballad of Mary (Queen of Scots)
Killing Time
Morgane le Fay
The Curse of Jacques
Excalibur
Rebellion (The Clans Are Marching)


Encore:

Healed By Metal
Highland Farewell
Heavy Metal Breakdown


RAGE meets REFUGE

Ormai il Live è pressochè pieno quando la figura -come definirla....- imponente? mastodontica? rassicurante? di Peavy Wagner occupa letteralmente il palco accompagnata da un boato decisamente proporzionato.
Quella che ci aspetta però non è il concerto dei Rage come siamo abituati a conoscerli da qualche anno a questa parte: il buon Peavy ha deciso di riunire le sue due anime, quella nuova/vecchia dei Refuge e quella dei Rage di oggi per cui insieme a lui vedremo suonare Manny Schimdt e Chris Efthimiadis oltre ai nuovi Vassilios Maniatopoulos e Marcos Rodriguez.
La trovata geniale è stata che non ci sono stati quei cambi (spesso faticosi o posticci) di musicisti tra una canzone e l'altra ma due spettacoli in uno: nel primo sono stati i Refuge a governare la scena per poi lasciare spazio sino alla conclusione ai Rage.
Fil rouge ovviamente il nostro signor Wagner che, palesemente divertito ed a suo agio, ha sfoggiato una prestazione vocale incredibile dando la sensazione di poter cantare per tutta la notte senza risentire della fatica.
Senza fare troppi distinguo ed in ordine sparso abbiamo ascoltato "Solitary Man", "Enough is Enough", "Nevermore", "Justify", "Sent by the Devil" e molte altre in uno show interrotto solamente per permettere la staffetta tra Chris e Manny ed i nuovi ragazzi.
Come tutti gli amanti dei concerti sanno il tempo vola quando ci si diverte e la gioia è mista ad una punta di tristezza per l'imminente saluto dei Rage quando Peavy richiama tutti alla realtà dicendo che è il momento dell'ultima canzone.
Che non può che essere "Higher than the Sky", cantanta a squarciagola da tutti dalla prima all'ultima nota, quasi un'invocazione a voler trattenere la band più a lungo possibile. I Rage trovano il tempo di regalare un mini tributo a RJ Dio accennando parti di "Holy Diver" ed "Heaven and Hell" prima di chiudere davvero nuovamente sulle note di "Higher...".
Un'esibizione memorabile in cui -anche ascoltando i commenti a posteriori di molti amici presenti- Peavy ha portato a scuola tutti ancora una volta.
Ma ormai ci siamo...è il momento del Best of Show, è il momento degli HAMMERFALL!

Refuge/Rage setlist:

Don't Fear the Winter (Rage cover)
From the Ashes
The Man in the Ivory Tower
Enough Is Enough
Invisible Horizons (Rage cover)
Nevermore (Rage cover)
Solitary Man (Rage cover)
Refuge
Justify
Great Old Ones
Sent by the Devil
From the Cradle to the Grave
My Way
Season of the Black
Black in Mind


Encore:

Higher Than the Sky / Heaven and Hell / Holy Diver / Higher Than the Sky


HAMMERFALL

Le aspettative per questo concerto degli Hammerfall erano alte, non avendo nessun nuovo album da promuovere il loro concerto è, infatti, annunciato come un "Best of... ".
Ma, come scopriremo, la formazione, sempre più nelle mani della coppia di ferro Cans & Dronjak, ha optato per una scaletta formata dai brani più rappresentativi dei vari album che hanno messo nel loro carniere, trascurando però proprio quello d'esordio, che a mio parere - e quello di molti dei presenti - sarebbe stato pieno zeppo di “veri” classici da riproporre in quest’occasione. Per lo meno a “Legacy of Kings” è stato concesso maggior spazio, con due interi brani (“Heeding The Call” e “Let The Hammer Fall”) oltre a un medley che racchiude altre quattro canzoni. Per il resto gli Hammerfall fanno un excursus lungo i loro lavori, passando pure per il rovinoso “Infected”, con l’autobiografica (almeno stando a quanto ci racconta Cans) “Bang Your Head”. Tutto questo assieme a dover presenziare a una “Stronger Than All” monca, sarebbe davvero imperdonabile, sennonché poi il quintetto svedese sfodera una prestazione impressionante e convincente, confermando di essere in gran forma e una band che ai concerti sa divertire e divertirsi.
Joacim Cans sa cantare e soprattutto trascinare il pubblico, e il resto del gruppo lo segue a ruota, anche il sempre più sorridente Oscar Dronjak con tanto di quella chitarra con la forma del martello brandito da Hector che ha strappato più di qualche sorriso, certo che avere all’altra chitarra un musicista come Pontus Norgren aiuta e non poco.
Così tutte le perplessità sulla setlist vengono spazzate via - vabbè… non esageriamo , diciamo che si riesce a far finta di nulla – e comunque non mancano episodi convincenti come le già citate “Heeding The Call” e “Let The Hammer Fall”, ma anche “Renegade “ e l’immancabile “Hearts On Fire” che ha chiuso il loro concerto, e contestualmente anche la prima giornata di un Metalitalia.com Festival davvero riuscito.

Hammerfall setlist:

Hector’s Hymn
Riders Of The Storm
Renegade
Dethrone And Defy
Blood Bound
Any Means Necessary
B.Y.H
Crimson Thunder
Threshold
Built To Last
Last Man Standing
Legacy Of Kings Medley (Stronger Than All/Dreamland/At The End Of The Rainbow/Legacy Of Kings)
Heeding The Call
Let The Hammer Fall
Hammer High
Bushido
Hearts On Fire


Report Hammerfall a cura di Sergio Rapetti
Report a cura di Alessandro Zaina

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