(18 dicembre 2003) Saxon + Masterplan, 17 Aprile 2007, Circolo degli Artisti (RM)

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Foto scattate da Hellkai

Quanto tempo sarà passato dall’ultima calata a Roma degli storici ed intramontabili Saxon? Tanto, e forse pure troppo, potete quindi immaginare la mia emozione appena saputo che avrebbero suonato nella capitale. Se poi ci si aggiunge anche il fatto che di spalla ci sono i Masterplan si intuisce da subito il quadro generale della serata, puro e duro acciaio cromato, Heavy Metal!
Il mio arrivo nei pressi del locale è promettente, parcheggi praticamente introvabili nemmeno a pagarli oro, loschi figuri un po’ ovunque, facile capire che sarà un concerto affollato e devoto al caos più totale. Da notare soprattutto l’imponente camion con il logo dei Saxon sul rimorchio, veramente notevole, è quindi impossibile rimanere indifferenti, e non nascondo nemmeno una mia tensione dovuta all’attesa, cercate di capire che con i Saxon è la mia prima volta, in senso metaforico of course.

Ma ora veniamo al dunque. La sala concerti si presenta già piena durante l’esibizione dei Masterplane, complesso che vede nelle proprie fila due garanzie come Roland Grapow alla chitarra e quel armadio a quattro ante di Mike Terrana alla batteria, per non parlare anche della new entry dietro al microfono, Mike DiMeo, proveniente direttamente dai Riot. Un singer che saprà farsi valere come degno sostituto di Jorn Lande.
Ovviamente gran parte dei brani estratti vengono dal nuovo album MK II, purtroppo non ho avuto ancora modo di sentirlo su cd, ma dall’impressione che ne ho tratto in versione live i brani estratti emergono per un forte appeal, analisi che viene avvalorata anche da un pubblico inizialmente un po’ statico ma che con il tempo si renderà partecipe in modo caloroso. Le prestazioni dei singoli musicisti sono state tutte su ottimi livelli, un occhio di riguardo era ovviamente tutto per il nuovo cantante, che in ogni caso si è dimostrato coinvolgente e mai fermo sulla sua posizione, esame passato quindi, ma non è certo che l’esperienza che gli manca. C’è ancora da lavorare sui brani vecchi, ma è una cosa normale considerato anche il fatto che rispetto a Jorn Lande a livello timbrico le differenze sono notevoli, nel complesso una buona prestazione senza dubbio. Con il passare del tempo e delle canzoni si ha l’impressione di una band compatta e unita, anche grazie a dei suoni spessi e decisi che hanno favorito il tutto. Un piacere inoltre vedere i fans delle prime file scalmanarsi durante i brani estratti da Masterplan e Aeronautics per poi vederli completamente ammutoliti durante l’assolo di batteria finale di Mike Terrana, un pazzo! Anche se a dirla tutta niente di nuovo, è uguale e identico a quello eseguito sul DVD dei Rage From The Cradle To The Stage, ma l’effetto è sempre garantito. In conclusione un buon concerto, compatto, deciso e potente, una line-up che può fare molta strada.

Una volta scesi dal palco è inutile negare come il Circolo degli Artisti si sia come dire, rigenerato. Con l’ingresso di tanti anzianotti della vecchia guardia l’aria è cambiata (si respirava veramente la storia dell’Heavy Metal), alcuni anche con figli a seguito, fra cui un simpaticissimo bambino di massimo sei anni che ha cantato a squarcia gola tutte le canzoni dall’inizio alla fine, dimostrandosi molto più ferrato del padre anche sui pezzi di 25 anni fa, segno che forse qualcuno della prossima generazione è salvo. Moltissimi anche gli insospettabili, gente che affollerà gli uffici pubblici durante l’orario di lavoro per poi venirsi a sfogare e ricordando i bei tempi andati… di cui nessuno direbbe mai che sono (e sono stati) accaniti metallari. Ma è solo quando le luci si abbassano che la tensione sale a dismisura, sino a giungere all’esplosione di State Of Grace e Let Me Feel Your Power, brani estratti dall’ultimo e bellissimo The Inner Sanctum, disco da cui in seguito verranno estratti altri brani tra cui una potente e coinvolgente I've Got To Rock (To Stay Alive), cantata da quasi tutti i presenti. I Saxon si presentano in forma davanti al pubblico nostrano, fra cui un Biff Word ormai da leggenda, coadiuvato dai suoi compari, sempre in movimento non accusando mai un cenno di stanchezza. E in questo ne è un maestro senza dubbio Tim Carter al basso, praticamente non l’ho mai visto fermo un momento senza agitare al vento la sua chioma. L’equilibrio fra i brani storici, fra cui spiccano due devastanti To Hell And Back Again e Princess Of The Night e le nuove canzoni non scontenta nessuno. Una prestazione molto sentita e sudata quella dei Saxon, e il pubblico non può che ripagare nel migliore dei modi, cantando a squarcia gola e saltando come forsennati sulle varie Wheels Of Steel e Heavy Metal Thunder. Ma c’è anche tempo per una chicca che non viene suonata spesso, The Great White Buffalo, tratta da Dogs Of War del 1995. Grande spazio anche per Lionheart e Crusader, praticamente una sorta di best of dal vivo.
Un concerto sanguigno, dove tutto è filato liscio, dalla scaletta, al sound (inizialmente non eccelso), ad una performance sopra le righe per non parlare di un pubblico trasversale per generazioni che si è fatto sentire durante tutto il set. Già non vedo l’ora di rigustarmeli, magari a Wacken 2007.

Report a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 nov 2007 alle 21:07

Concerto strabiliante e commovente...è stato magnifico vedere 3 generazioni cn la medesima passione...