Sono le 20.30 quando arriviamo al locale.
La gente è fuori in fila, non è tantissima, come previsto, ma appena dentro scopriamo di non essere del tutto in pochi.
Sono letteralmente anni che aspetto di vedere live i 3 irlandesi. Da quando fui folgorato da
Infernal love, album stupendo, che seguiva all’altrettanto bello
Troublegum, picco più alto, forse, della loro discografia.
Quando ancora i dischi si compravano e si passavano con la cassettina.
Non è che non siano mai passati di qui, o non mi sia mai capitata l’occasione di vederli, ma per una cosa o quell’altra non c’è mai stato modo di riuscire a vederli.
Finalmente ci sono, fra poco saliranno sul palco. Quindi mi preparo mestamente con un calice di spremuta di luppolo, ad assistere a questa venue.
Iniziano lo show la band di supporto, tali
Shame. Band italiana dedita ad una sorta di grunge anni 90, forse un filino più poderosi, ma la linea è quella. I 4 sono ben compatti, suoni ottimi, e bel tiro. La proposta non è di quelle energiche, come quella degli headliner, è più introspettiva. Ma vuoi la voce del cantante Andrea, vuoi la compattezza del suono, i 4 fanno passare un’ottima mezz’ora in loro compagnia, e alla fine mi convincono ad acquistare il loro CD. Bravi. Se vi piacciono
Alice in chains, Nirvana primi tempi e cose così, dategli un’occasione.
Sono le 21 passate quando finalmente salgono sul palco i nostri
Therapy?.
La partenza è lasciata ad un pezzo del nuovo album,
Cleave, che farà da padrone, giustamente, per questo show. Ma i pezzi vecchi saranno la spalla portante di tutto lo show. Si perché hanno deciso di farci ascoltare un po’ tutta la loro discografia, quindi metteranno, più o meno, un pezzo per disco. E lo show ne gioverà alla grande. Perché se si i pezzi nuovi funzionano live (faranno 6 pezzi su 10 dell’ultimo N.d.A.), i pezzi storici saranno quelli che faranno cantare e ballare il pubblico.
A detta di qualche astante, che li aveva già visti live, la scaletta è molto più ricca e slegata negli anni, rispetto alle volte precedenti.
Personalmente la trovo ben bilanciata, e la loro ora e mezza di show scorre alla grande.
I 3 sono in palla, tenendo conto che ora sono dei “signori” di 50 anni, e non più ragazzini, ci danno dentro alla grande, senza sfigurare in confronto ai giovanotti in apertura.
Cains (il chitarrista cantante N.d.A.) si presenta con una cresta importante, che via via si affloscerà sempre più. Sul palco, oltre ai tre artisti, si trova anche il roadie di cains, che oltre a sistemargli volta per volta il set delle chitarre, lo aiuta sia coi cori, che in qualche parte a 2 chitarre. Scelta bizzarra, ma che alla fine non toglie nulla allo show, anzi forse ne aggiunge qualcosa.
Insomma il concerto è stato veramente bello. Sia come brani che come audio ha funzionato tutto alla grande. Il locale (il
Serraglio di Milano N.d.A.) si è rivelato una piacevole novità, organizzato bene, si può sia bere che mangiare a prezzi modici (per Milano, chiaramente, che comunque sono più alti rispetto la provincia N.d.A.) e anche come parcheggio e logistica esterna è comodo.
Insomma concerto veramente ben organizzato e ben suonato. Quindi non posso che essere contento.
A chiusura, mentre finivamo l’ultima spremuta di luppolo, abbiamo incrociato la band, e fato un paio di foto; disponibili e simpatici, come due compagnoni, sia
Cains che
Mckeegan (il bassista N.d.A.) si sono prestati per una paio di scatti.
Dopo aver acquistato allo shop l’ultimo (bello) CD, mi appresto a ritornare a casa, con il sorriso e la consapevolezza di aver visto un ottimo live show, di un gruppo che seguo da anni, ma che solo ora confermo la loro bontà.
Saluti dal bar.
Ank
Scaletta Therapy:
Wreck it Like Beckett
Expelled
Die Laughing
Nausea
Lonely, Cryin', Only
Kakistocracy
Turn
Callow
Isolation
Opal Mantra
A Moment of Clarity
Diane
Trigger Inside
I Stand Alone
Screamager
Teethgrinder
Potato Junkie
Stop It You're Killing Me
Unbeliever
Church of Noise
Bad Mother
Crutch
Stories
Nowhere (with ‘Breaking the Law’ by Judas Priest intro)
Knives
Success? Success Is Survival
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