Quando ieri mi è stato detto dal buon
Michele “Coroner” Segata, amico e collaboratore come il sottoscritto per
Metal.It, di dover fare il report dell’ultimo live in streaming degli
Obituary mi è salito il cuore in gola.
Perché per me la band floridiana dei fratelli
Tardy è un punto di riferimento; una band a cui devo molto e ho avuto modo nella mia piccola esperienza scribacchinesca di poterli conoscere e intervistare durante il tour di "
Inked In Blood" uscito nel 2014.
Questo è un live atipico, perché è a distanza e trasmesso in streaming, scelta purtroppo dettata per questioni sanitarie che conosciamo tutti purtroppo; bisogna dire che i nostri hanno colto questa occasione per offrire un pacchetto di tre eventi speciali ad un prezzo tutto sommato accessibile.
Quest’ultimo viene proprio trasmesso dal loro quartier generale; la sensazione è come se si venisse invitati nella sala prove di alcuni amici a sentirli suonare, pensate ad uno stanzone pieno di memorabilia, bandiere, birra e spunta persino oltre all’immancabile frigo, un biliardo!
La band è rilassata e si vede che si sente veramente a casa, a fare gli onori ci pensa il grande
Donald Tardy; si parte con la doppietta “
Redneck Stomp” e “
Sentence Day” tratto dall’album "Obituary"uscito nel 2017
Gibtown Records/ Relapse Records.
Dopo questa doppietta di riscaldamento i motori prendono il via con ben undici brani pescando a piene mani dalla loro discografia; devo dire di aver fatto un largo sorriso nel poter ascoltare perle come “
Platonic Disease”, la velocissima “
Find The Arise” e uno dei capolavori della band ovvero “
The End Complete”.
Ma non è tutto, la band dopo un tocco magistrale di batteria apre al riffing inconfondibile di “
Final Thought”, un estratto dal disco del 1994 “
World Demise”.
La prova è eccellente, le chitarre della coppia
Trevor Peres e
Ken Andrews macinano riff su riff e il latrato di
John Tardy è inconfondibile, il nostro per l’occasione sfoggia una t-shirt degli
Slayer.
Ma chi si sbraccia nel ringraziare tutti quelli che hanno voluto nono solo acquistare la serata dedicata, ma tutto il pacchetto dei tre eventi contribuendo economicamente a sostenerli è il batterista
Donald Tardy, perché la cifra della band è quella di tenere sempre i piedi a terra, umiltà sempre e non è solo un ringraziamento pro forma nonostante lo status dei nostri.
Però non c’è solo death metal, perché in quest’oretta e mezza i membri interagiscono col pubblico cazzeggiando allegramente come in una commedia demenziale americana, vedere il chitarrista della band indossare un improbabile cappello texano è tutto dire.
Ci sono anche le richieste dei fan in tempo reale che la band cerca di accontentare e difatti ecco ripescare dal recente passato “
Violence” e “
Ten Thousand Ways To Die” dove vengono alternate immagini da vivo con i video cartooneschi che li vedono protagonisti.
L’evento sta per concludersi e dopo un brindisi con dei bicchierini sui quali è impresso il logo della band ecco che si accommiatano con la semplicemente devastante “
Slowly We Rot”, un brano che è scolpito nella pietra del death metal datato 1989.
In conclusione, un evento anomalo data la location e il momento, ma la band per certi versi ha fatto tutto il possibile per far sentire il calore e l’accoglienza nella propria casa, con la speranza di poterli godere di nuovo sotto un vero palco ed un vero concerto, grazie ragazzi, grazie
Obituary!
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