La cancellazione all'ultimo minuto da parte dei
KATATONIA la sera prima del concerto rischiava di guastare la festa ai fan che sarebbero accorsi a questo day 2 del
LUPPOLO IN ROCK, ma i ragazzi dello staff non si sono lasciati scoraggiare ed in pochissimo tempo ecco pronta la contromossa per puntellare la situazione: dentro i
FLESHGOD APOCALYPSE a riempire lo slot vacante e
MOONSPELL e
LEPROUS promossi in veste di co-headliner con maggiore tempo a disposizione per il loro show. Applausi quindi all'organizzazione che ha saputo reagire con prontezza a questa cancellazione all'ultimo minuto causata dallo sciopero aereo, ma in generale un plauso a tutta la macchina organizzativa che ha saputo mettere in piedi un evento ben strutturato con un bill di livello, dando anche grande spazio a realtá metal nostrane che non fa mai male. Due parole meritano di essere spese anche nei confronti del pubblico, che nonostante le temperture sahariane ed un cambio di headliner all'ultimo minuto non ha mancato di presenziare all'evento con partecipazione ed entusiasmo. Il Luppolo In Rock sará pure una manifestazione minore rispetto ad altre realtá ma anno dopo anno sta guadagnando sempre maggiore credibilitá e stima tra gli appassionati e speriamo che riescano a crescere ancora mantenendo comunque invariato il livello qualitativo dell'organizzazione.
SHORES OF NULLSono le 16.30 quando sul palco completamente invaso dal sole si presentano i laziali
SHORES OF NULL, che come giá noto ripropongono dal vivo il loro ultimo ed intensissimo album
"Beyond the Shores (On Death and Dying)" composto da un'unica e lunga traccia. Personalmente non posso ritenermi un vero e proprio fan del gruppo, ma con l'ultimo lavoro in studio credo che abbiano scritto uno dei dischi piú belli ed intensi degli ultimi anni in ambito melodic doom/death e che questo ormai sia diventato la pietra di paragone per il prosieguo della loro carriera. Mi piazzo quindi di fronte al palco tra i pochissimi che osano sfidare il caldo luciferino e seguo con grande attenzione l'esibizione del gruppo, assolutamente priva di sbavature e fedele al 100% alla versione su disco. La band é una macchina ben oliata ed affiatata e dal vivo riesce a trasmettere tutte le emozioni che la propria musica riesce a generare, sia nelle parti piú drammatiche e melodiche che in quelle piú death metal: in tal senso credo che la prestazione del cantante
Davide Straccione meriti un plauso particolare, dal momento che tra parti in pulito e growl non ha sbagliato mezza nota, sembrava davvero di ascoltare la versione in studio. Davvero incredibile. Bellissima anche l'apparizione di
Elisabetta Marchetti, cantante degli
INNO, che si é unita agli Shores Of Null in un paio di occasioni per cantare le parti in cui é presente su disco, in un duetto con Straccione che davvero é stato capace di emozionare tutti i presenti, che per un attimo hanno dimenticato le calure della giornata e si sono lasciati trasportare dalla musica.
Difficile pensare ad un modo migliore per inaugurare questa giornata di festival, peccato solo che sotto al palco la band abbia avuto meno pubblico di quanto meritasse, ma fortunatamente molte persone hanno seguito l'esibizione assiepate nelle pochissime zone d'ombra che erano presenti.
Setlist:
Beyond the Shores (On Death and Dying)
NOVEMBREDopo un veloce giro alle distro e dopo aver recuperato una birra per cercare refrigerio dalle temperature, é tempo di tornare sotto al palco per assistere allo show dei
NOVEMBRE, gruppo che non credo abbia bisogno di presentazioni di sorta: l'affetto dei presenti per
Carmelo Giordano e la sua creatura nutrito da parte del pubblico sono evidenti fin da subito, infatti basta che il cantante faccia il suo ingresso sul palco per scatenare l'approvazione dei fan, che lo acclameranno piú volte durante il concerto. Complice forse anche l'orario ed un sole che pare picchiare leggermente meno rispetto all'esibizione degli Shores Of Null, sotto al palco si assiepa decisamente piú gente per seguire il concerto che ripaga ampiamente le aspettative ed attese: incurante del sole in faccia e delle temperature proibitive, la band fornisce una prestazione davvero intensa ed emozionante sia sotto il profilo tecnico, con un Carmelo in grande spolvero ben supportato da una band di assoluto livello, sia sotto il profilo emozionale, forse quello piú importante vista la proposta musicale dei Novembre. La setlist spazia per tutta la discografia della band, ma la partecipazione del pubblico, in generale sempre molto ricettivo, si impenna quando partono classici immortali come
"NostalgiaPlatz",
"The Dreams Of The Old Boats" o
"Cold Blue Steel". Non ho ben capito sinceramente la scelta di eseguire la cover di
"Rapture" dei
Paradise Lost anziché un altro brano del loro grande repertorio, posso immaginare che la scelta sia stata fatta per agevolare la preparazione da parte del batterista che Carmelo ha presentato a fine concerto, che ha sostituito all'ultimo momento quello "ufficiale". In ogni caso, neanche a dirlo, il brano é stato eseguito con grande maestria e a livello di mood e sound si é incastrato bene nel resto della scaletta, ed anche il pubblico ha apprezzato la scelta per cui davvero non c'é nulla per cui recriminare. Grandissima prova anche da parte dei Novembre, con un Carmelo che nonostante sia apparso piú volte in difficoltá per via della calura insopportabile non ha mollato di un centimetro ed ha offerto una prova di livello ed ha piú volte ringraziato il pubblico per la loro resilienza sotto al palco. Grandiosi.
FLESHGOD APOCALYPSEChiamati all'ultimo minuto ed accorsi in aiuto del Luppolo, i
FLESHGOD APOCALYPSE hanno probabilmente la sfida piú ardua rispetto ai loro colleghi: infatti il makeup ed i loro costumi di scena non fanno altro che accentuare le difficoltá dovute alla calura che non sembra volere dare tregua nonostante l'orario si faccia sempre piú serale, ma
Francesco Paoli e compagni non si fanno certo pregare e fin dalle prime note mettono insieme uno spettacolo pieno di energia e passione. Io francamente non sono esattamente un fan della band, di cui apprezzo solamente i primissimi lavori, ma ero comunque curioso di vederli in azione dal vivo e come me direi anche diverse persone tra il pubblico: infatti tante persone si sono riunite sotto al palco ed altrettante sfoggiavano magliette della band, sintomo che il gruppo ormai é tra i piú importanti in Italia ed ha un certo seguito ed una fanbase estesa. Sebbene sulla carta il loro death metal sinfonico potesse risultare forse "fuori luogo" rispetto al resto del bill, devo dire che invece la loro esibizione é stata un piacevole diversivo ed ha portato una bella ventata di energia che ha finito per contagiare anche il pubblico presente, che non si é fatto pregare quanto Francesco Paoli ha invocato ed ottenuto wall of death e circle pit. Inevitabile che siano state le hit della band come
"Sugar" o
"No" a scatenare l'entusiasmo dei presenti, ma in generale é tutta la prova dei Fleshgod Apocalypse ad essere stata convincente al massimo, nonostante si sia visto un Paoli talvolta in affanno per via del gran caldo ma che non ha mai tirato indietro e non ha mai abbassato il livello di intensitá della esibizione del gruppo. C'é anche il tempo per un'altra guest appearance di
Elisabetta Marchetti per qualche coro prima che il gruppo saluti il proprio pubblico, stremato ma soddisfatto. Promossi anche i Fleshgod Apocalypse quindi, anche se sono stati gli unici che a mio parere hanno sofferto di qualche lieve problema di suono, con le chitarre un po' sovrastate dalla batteria tellurica e che anche sulle parti soliste di Fabio Bartoletti che ogni tanto iniziava i suoi assoli con un volume talmente basso da renderlo quasi impercettibile.
MOONSPELLEcco quindi che arriva il turno dei lusitani
MOONSPELL, promossi in veste di co-headliner quest'oggi e su cui riponevo grandi aspettative: memore infatti della loro ottima prestazione al Brutal Assault 2016, attendevo di rivedere in azione il gruppo di Fernando Ribeiro, che vedo per la prima volta nlla mia vita con i capelli corti..un inequivocabile segnale che il tempo passa per tutti. Sinceramente ero un po' perplesso circa la loro posizione in scaletta e pensavo che per importanza storica ma anche come seguito avrebbero meritato lo slot successivo, ma come vedremo piú avanti i fatti mi smentiranno clamorosamente. Anche grazie al fatto che il sole sta lentamente scomparendo all'orizzonte e la notte sta avanzando, preparando quindi lo scenario ideale per il gothic firmato Moonspell, sempre piú gente si avvicina al palco e quando la band attacca con
"The Greater Good" il pubblico fa sentire fin da subito la sua energia ed il suo entusiasmo, ulteriormente amplificati dal carisma di Ribeiro che sul palco riesce a prendere in mano il pubblico e lo terrá inchiodato sul posto a seguire il concerto per tutta la durata dell'esibizione dei portoghesi. Non sono un gran conoscitore della band, di cui posseggo solo uno sparuto numero di dischi, ma anche non conoscendo molte canzoni devo dire che lo spettacolo messo insieme dai Moonspell é stato di assoluto livello, e d'altronde con dei musicisti di tale caratura non poteva non essere che cosí. Ovviamente quando Fernando ha annunciato brani come
"Mephisto",
"Opium",
"Alma Mater" e
"Fullmoon Madness" la folla, che ormai riempiva buona parte dell'area concerto pur non colmandola del tutto, ha reagito con urla di approvazione ed ha accompagnato la band urlando a squarciagola i ritornelli delle canzoni che ormai sono dei veri e propri classici dei Moonspell e del gothic metal tutto. Il crepuscolo ha sicuramente contribuito a rendere un po'piú teatrale il concerto dei Moonspell ed ha rappresentato la giusta cornice per una band che sul palco continua ad essere una vera e propria macchina e a dispensare emozioni a tutti i loro fan. Sono certo che se tra il pubblico fosse stato presente qualcuno che non conosceva la band, da oggi i portoghesi avranno un fan in piú.
Setlist:
The Greater Good
Extinct
Night Eternal
Finisterra
In and Above Men
From Lowering Skies
Opium
The Last of Us
Abysmo
Breathe (Until We Are No More)
Apophthegmata
Mephisto
Alma Mater
Full Moon Madness
LEPROUSArriviamo quindi all'ultima band della giornata, i progster norvegesi
LEPROUS. Nel corso degli anni la band é divenuta una delle formazioni piú apprezzate tra gli amanti del genere, che io solo di rado ascolto e di cui non posso definirmi un intenditore o un grande fan, ed ero davvero curioso di vederli in azione in un contesto live: dei Leprous conosco ed apprezzo giusto qualche canzone sparsa e la mia cuirositá era rivolta soprattutto verso la voce di
Einar Solberg, vera e propria spada di Damocle della band per quanto mi riguarda. Infatti, per quanto subito riconoscibile ed indubbiamente valida, sulla lunga distanza fatico a digerire i suoi gorgheggi che non mi permettono quindi di approfondire ed apprezzare al meglio la proposta dei Leprous, che strumentalmente potrei anche trovare interessante. Comunque sia, bastano davvero un paio di canzoni per convincermi che la scelta di porli come ultima band della serata sia stata azzeccata e corretta: infatti davanti al palco del Luppolo si é radunato il pubblico piú numeroso della giornata per seguire la loro esibizione e ho notato davvero molte persone con le loro magliette, pertanto é ovvio che la mia percezione fosse del tutto sbagliata. Due cose mi hanno molto colpito del concerto dei norvegesi: in prima battuta, ovviamente la prestazione musicale che é stata di un altro livello, di una precisione e di una pulizia davvero incredibili, oltre che di grande complessitá tecnica. Ma la cosa che mi ha colpito forse anche di piú é stata la presenza scenica dei Leprous, che hanno letteralmente tenuto in pugno l'audience per tutto il concerto: trattandosi fondamentalmente di prog metal, mi sarei aspettato di vedere una band sostanzialmente statica, impegnata in incredibili virtuosismi senza badare alla messa in scena, ed invece mi sono trovato dinnanzi ad una band in perenne movimento, con i chitarristi a scambarsi di posto e salire sulle spie ad incitare il pubblico, un batterista carico a molla che a piú riprese saliva sullo sgabello per fomentare la folla ed un Solberg saltellante per tutto il palco, senza per questo steccare una singola nota, nemmeno quando i registri si facevano alti. Bellissimo poi vedere i due chitarristi ed il cantante duettare o scambiarsi dietro le tastiere, ma che fossero polistrumentisti francamente non mi stupisce piú di tanto. Gli highlight del concerto ovviamente sono stati raggiunti in corrispondenza di brani come
"From The Flame" o
"The Price", mentre mi é sembrato di percepire qualche critica malcelata nei confronti dei
Katatonia da parte di Solberg in occasione del suo piccolo discorso verso metá concerto, in cui tra le righe mi é parso di leggere qualche accusa nei confronti della band, colpevole di non aver fatto evidentemente tutto il possibile per essere presente stasera.. é la mia interpretazione o anche altri hanno avuto questa impressione? Comunque sia, seppure i Leprous non siano la mia "cup of tea" per dirla all'inglese, ho seguito con interesse la loro performance, talvolta rapito dalle trame tecniche della loro musica che mi hanno fatto quasi scordare i falsetti di un Einar Solberg davvero sugli scudi che inevitabilmente hanno finito per risultare stucchevoli alle mie orecchie, ma che direi hanno rappresentato un problema solamente per il sottoscritto, vista la partecipazione e l'entusiasmo mostrati dal pubblico.
Setlist:
Out of Here
Stuck
The Cloak
Below
The Price
Running Low
Alleviate
Foe
From the Flame
Nighttime Disguise
Slave
The Sky Is Red
Rinnovo quindi i complimenti allo staff del Luppolo in Rock, davvero una bella realtá per quanto riguarda il panorama dei festival metal italiani: oltre alla proposta musicale di livello internazionale che non ha dimenticato peró di dare spazio alle eccellenze nazionali, sono rimasto molto soddisfatto della resa sonora di tutte le band, dagli opener agli headliner, e anche da tutto quanto fa da contorno all'evento strettamente musicale. Fare un giro tra le numerose distro tra una band e l'altra é un piacere irrinunciabile in queste situazioni ed avere avuto diverse bancarelle da "scartabellare" tra cd, LP, libri e merch vario é stato molto bello. Sono rimasto anche soddisfatto per quanto riguarda i servizi igienici, direi puliti nonostante la mole importante di persone ed assolutamente adeguati come numero in base alla quantitá di pubblico, oltre alla scelta di cibo con i vari food truck che hanno garantito una certa varietá culinaria in modo da soddisfare tutti i palati. Infine, dato il nome dell'evento, impossibile non spendere due parole sul capitolo birra: finalmente un festival in Italia dove bere della buona birra di diversi tipi (lager, ambrata ed un altro paio che non ricordo) a prezzi onesti, ovvero 0.5L per 6 euro. Davvero ben fatto!
Foto a cura di Sergio Rapetti