Live Report a cura di Elisa GolzioPrevisto per le ore 22.30, il concerto che ha visto norvegesi
Enslaved esibirsi come gruppo di punta presso l'Estragon di Bologna, e a cura di Hard Cash Management, inizia invece con un anticipo imprevisto che impedisce alla sottoscritta di assistere all’ esibizione completa degli
Audrey Horne (di supporto, norvegesi anch’essi), e perdendo completamente quella dei
Krakow. L'arrivo al locale pochi minuti dopo le 22.00 si è rivelato così alquanto fallimentare…
Ma veniamo a ciò che posso raccontare di quanto assistito durante lo show.
L'audience non era purtroppo delle più abbondanti (da considerare però che la serata non cadeva propriamente nel weekend...) tuttavia e ad onor del vero, bisogna però precisare che la carica e l'emozione per l'attesa di vedere gli headliners della serata esibirsi dal vivo, si è fatta sentire parecchio.
Alle 22.00 circa, stava già avendo luogo l'esibizione dei sopraccitati
Audrey Horne che, attraverso il parecchio orecchiabile sound dei propri pezzi, hanno offerto al pubblico l'ascolto parziale, naturalmente, della loro finora limitata produzione discografica. Rispettivamente dall' EP "Alcohol & Confessions" , dal full lenght "Le Fol" e da "No Hay Banda", sono scaturite buone e gradevoli melodie hard rock (anche se non del più classico e tradizionale), con un tocco a volte un po' punk, a volte un po' metal, ma sicuramente non impegnativo, che però hanno, a mio parere, preparato dignitosamente il terreno per l'ingresso degli amici
Enslaved (i componenti degli Audrey Horne affondano infatti le proprie radici nella scena black del paese).
Atmosfere da serata in compagnia di amici, vino e sala da biliardo, portano così velocemente alle 22.30, orario in cui, circa, si presentano sul palco gli headliners, che senza tanti preamboli danno inizio allo show.
Si parte con un brano dal disco più recente della band, ovvero "Clouds" direttamente da "Vertebrae", l'ultima fatica della band nonchè il disco che da anche il nome al tour che li sta vedendo impegnati al momento, e il pubblico comincia a scaldarsi.
Le atmosfere cupe e malinconiche che tanto ci fanno pensare alle desolate terre nordiche si fondono con il chiaro tocco progressivo che caratterizza fortemente il disco. A rendere le sonorità ancora più trasognanti, ma sempre coerenti con l’impostazione viking-black, la proiezione dei visuals alle spalle della band: immagini scelte con cura e perfette per i pezzi, di mari in burrasca, cupe figure che si aggirano per grigie foreste e la ripetuta proposta di un volto disperato che si contorce su un bianco sfondo, ad accompagnare i pezzi, il tutto in slow motion.
Kjellsson e compagni sono in forma e si vede! Il growl del cantante pur staccandosi dalle melodie dei pezzi, si armonizza perfettamente nel complesso della performance e gioca con la voce pulita del tastierista Herbrand Larsen, che però, a mio modesto parere, vocalmente non mi sembrava al massimo della forma.
Lo show procede e nel corso di esso vengono proposti pezzi da “
Ruun” e “
Isa”, per citare alcuni dei dischi precedenti e, vista la massiccia presenza di blacksters tra il pubblico, non avevo dubbi che forse il picco più alto di partecipazione emotiva abbia avuto luogo quando la band ha annunciato “
Eld” o “
Alfadr Odinn”, verso il termine del concerto, momento in cui l’energia era al massimo da entrambe le parti.
Concludendo dunque, l’esibizione mi è parsa ampiamente all’altezza delle aspettative e l’interscambio di energie tra band e pubblico, appunto, assolutamente positiva, tanto che al termine dello show, Kjellsson ha timidamente ringraziato ed annunciato che il pubblico bolognese era senza dubbio il migliore d’Italia!
Io personalmente gli ho creduto.
Elisa Golzio
Playlist Audrey HorneThe Sweet Taste Of Revenge
Last Call
Jaws
Bright Lights
Dead
Confessions & Alcohol
Threshold
Playlist EnslavedClouds
Fusion of Sense and Earth
New Dawn
Ruun
As Fire Swept Clean the Earth
Ground
To The Coast
Eld
Alfadr Odinn
Bis:Isa
Slaget i Skogen Bortenfor