This is not Milano... this is Sparta!!In questa serata meneghina, un'orda di truci metallari (davvero elevata la presenza al concerto di stasera) è stata trasportata in un mondo parallelo, popolato da gladiatori e guerrieri spartani, fast race e videogame, e infine da lupi mannari e bestie assortite assetate di sangue.
Eppure, c'è molto altro dietro questo immaginario, dalla stupenda voce di
Georg Neuhauser, alla velocita di esecuzione della coppia
Herman Li/Sam Totman, sino alla prova rituale e (pseudo) sacrale di
Attila Dorn e compagni.
Ma su tutto c'è un
Alcatraz pieno di appassionati che, da quello che ho visto, si sono lasciati coinvolgere e trascinare dalle tre band che si sono avvicendate sul palco.
I primi a prenderne possesso sono i
Warkings, quattro guerrieri cui in corso d'opera si aggiunge anche l'ospite
Morgana le Fay (la bella e brava Secil Sen). Alla batteria troviamo, infatti,
The Spartan (Steffen Theurer, già con Chinchilla e Symphorce),
The Viking (Chris Rodens) al basso, alla chitarra ecco
The Crusader (Markus Pohl, dei Mystic Prophecy ed ex Symphorce) ed infine il frontman
The Tribune (Georg Neuhauser, cantante dei Serenity). E, al di là della cura posta nei costumi e nelle scenografie, è proprio la voce del cantante austriaco a rappresentare la forza di una formazione che dal vivo sembra essere in grado di superare le perplessità che talvolta hanno suscitato con i loro album, quattro tra cui l'appena uscito "Morgana". Sotto le vesti di
The Tribune, il talentuoso
Georg Neuhauser, si rivela un vero animale da palco, intrattenendosi spesso e volentieri con il pubblico sfoggiando anche un discreto italiano.
Se l'esordio "Reborn" è il disco più rappresentato, con ben quattro canzoni, dal loro ultimo parto discografico ci presentano "
Monsters", un bel biglietto da visita per il nuovo album. Certo che i pezzi più acclamati sono stati "
Maximus" e "
Sparta", ma anche "
Fight", una loro versione della ben nota "Bella Ciao", è stata accolta con entusiasmo.
Warkings Setlist:- The Last Battle
- Spartacus
- Maximus
- Monsters
- Fight
- Hephaistos
- Sparta
- Gladiator
Ripulito il campo di battaglia che si sono lasciati alle spalle i Warkings, sul palco dei
Dragonforce prendono poi posto due giganteschi cabinati da sala giochi, sui quali saliranno e si alterneranno spesso i musicisti, ovviamente quando non sono concentrati a sfidarsi in gare di velocità al centro del palco. Assieme agli immancabili guitar hero
Herman Li e
Sam Totman, ritroviamo il nostro connazionale
Gee Anzalone dietro il drum kit e al microfono
Marc Hudson (che ha avuto la pessima idea di provare la sua conoscenza della nostra lingua snocciolando una serie di inutili bestemmie), ma anche l'ultima entrata,
Alicia Vigil al basso, che inizialmente sembrava un po' contratta ma che via via si è un po' sciolta. I
Dragonforce partono subito in quarta con "
Highway to Oblivion", e non mollano il tiro neanche nella loro revisione di "
My Heart Will Go On" cover di Celine Dion, con il pubblico – in tanti erano qui proprio per loro - che trova la sua massima soddisfazione nel corso di "
Three Hammers" e della conclusiva "
Through The Fire And Flames".
Sicuramente meno chiassosi dei Warkings, anche se i loro occhiali laser non sono passati inosservati, al pari delle Moretti appese alle aste dei microfoni, ma se su disco in qualche momento vi possono far perdere la pazienza, dal vivo i
Dragonforce sono in grado di catturarvi e trascinarvi nel loro vortice musicale.
Dragonforce Setlist:- Highway to Oblivion
- Three Hammers
- Fury of the Storm
- The Last Dragonborn
- My Heart Will Go On
- Cry Thunder
- Through the Fire and Flames
E' giunto infine il momento dei
Powerwolf, attesi da tempo dai loro fan italiani, e la formazione tedesca (solo il batterista
Roel van Helden è olandese) ha dato vita ad uno show che, credo, ha lasciato tutti soddisfatti.
Pur con una scenografia ridotta e senza fiamme ed esplosioni varie, e con un
Attila Dorn forse meno dinamico del solito, i
Powerwolf hanno snocciolato diversi dei brani più amati dei loro dischi e riservato le giuste attenzioni al pubblico, trascinandoli in sfide corali, sing-along e coinvolgendoli in divertenti siparietti, ai quali ha più volte contribuito
Falk Maria Schlegel, musicista cui l'area destinata alle sue tastiere deve stare ben stretta, in quanto lo si vede spesso e volentieri a bordo palco a incitare la platea e, come già sottolineato, affiancare
Attila Dorn, mentre la coppia
Matthew e
Charles Greywolf ha fatto "solo" il suo.
Dileggiati da molti, per supposta pochezza musicale, per i costumi e il loro immaginario Horror & Sacrale, i
Powerwolf hanno ormai consolidato un proprio stile e soprattutto hanno creato una base di fan invidiabile, anche qui in Italia, che ha accolto con entusiasmo la loro esibizione, durante la quale oltre i vari classici hanno proposto la nuova "
Sainted by the Storm" (in realtà mi sarei aspettato l'ultima nata in casa
Powerwolf: "My Will Be Done"). Certo, si è sentita la mancanza di una "Resurrection by Erection" o di "Blessed & Possessed", ma non si può avere tutto. Diciamo che la botta di una "
Amen & Attack", l'intensa "
Let There Be Night" o la coralità di "
We Drink Your Blood" e di "
Werewolves Of Armenia" (Hu! Ha!) hanno soddisfatto non solo me, ma anche la maggior parte degli spettatori.
E tanti, tra questi, si ripresenteranno puntuali alla prossima "
messa monumentale" che i
Powerwolf porteranno dalle nostre parti.
Powerwolf Setlist:- Faster Than the Flame
- Incense & Iron
- Cardinal Sin
- Amen & Attack
- Dancing With the Dead
- Armata Strigoi
- Beast of Gévaudan
- Stossgebet
- Demons Are a Girl’s Best Friend
- Fire and Forgive
- Where the Wild Wolves Have Gone
- Sainted by the Storm
- Army of the Night
- Blood for Blood (Faoladh)
- Let There Be Night
encore: - Sanctified With Dynamite
- We Drink Your Blood
- Werewolves of Armenia
Un ringraziamento, infine, alla
Vertigo Hard Sounds per l'ottima organizzazione e all
'Alcatraz per averci ospitato.