"Quanto fottutamente bello è l'Heavy Metal!
Punto."Ecco cosa il nostro
Seba Dell ha sentenziato per descrivere la serata al
Live Music Club di Trezzo sull’Adda che ha visto susseguirsi sul palco prima i
White Skull e quindi gli headliner
Accept, con entrambe le formazioni pronte a supportare i loro ultimi lavori, "Metal Never Rusts" per i nostri connazionali e "Too Mean To Die" per la corrazzata teutonica, certo, l'uscita del loro album risale ormai a più di due anni fa, ma al tempo il tour non aveva toccato l'Italia, e oggi
Wolf Hoffmann e soci – pure con qualche sorpresa, come scopriremo - hanno finalmente posto rimedio.
A salire per primi sul palco sono i
Teschi Bianchi, nell'occasione un po' sacrificati, visto lo spazio risicato a loro disposizione sul palco, ma quello che non si fanno mancare è l'energia strabordante tipica delle loro performance. Ne ho visti tanti di concerti dei
White Skull, anche nelle loro diverse configurazioni, ma la line-up di stasera è una delle più solide della loro storia, e comunque - non me ne vogliano gli altri - quando hai un'accoppiata come quella di
Federica "Sister" De Boni e di
Tony "Mad" Fontò, vai sul sicuro. Aiuta sicuramente avere alle spalle un mantice come
Alex Mantiero, e anche gli altri musicisti, il chitarrista
Valentino Francavilla,
Jo Raddi al basso e
Alessandro Muscio alle tastiere, non sono certo dei comprimari. E lo dimostrano già alle prese con la titletrack del nuovo album, dai quale poi pescano a piene mani, scegliendo anche la corale e trascinante "
Ad Maiora Semper", "
Skull in the Closet" e "
Black Ship", dimostrando così quanto i White Skull credano e puntino sulla loro ultima realizzazione.
Non deve essere stato facile scegliere gli altri brani da suonare, e se era scontata la presenza di una "
Asgard" piazzata strategicamente in conclusione della serata e durante la quale
Fontò chiede al pubblico di intonare un "
Happy birthday" per omaggiare i quattro membri della band che hanno compiuto gli anni nel mese di febbraio, mi ha davvero fatto molto piacere ritrovare due dei miei pezzi preferiti: "
The Roman Empire" e "
High Treason".
Trai i commenti dei presenti - tutti più che positivi direi - ho colto solo qualche rammarico da parte di chi non ha avuto la possibilità di vederli suonare i loro pezzi preferiti. Ma stasera il tempo era limitato e le occasioni non mancheranno, ad ogni modo i
White Skull hanno dato l'impressione di essere davvero contenti e fieri di poter aprire per gli
Accept... tanto quanto i presenti di vederli su quello stesso palco.
White Skull Setlist:-Metal Never Rusts
- Tales from the North
- Ad Maiora Semper
- The Roman Empire
- Red Devil
- Skull in the Closet
- I Am Your Queen
- Black Ship
- High Treason
- Asgard
Puntualissimi, alle 21.30 gli
Accept si presentano via via sul palco, belli in palla e decisi, sicuramente senza caracollare come fanno invece i protagonisti dell'opener "
Zombie Apocalypse", proprio la stessa canzone che apriva il già citato "Too Mean To Die".
La prima cosa che si nota comunque è che sul palco ci sono un po' "troppi" musicisti, infatti, ad affiancarsi al sempre carismatico
Wolf Hoffmann a centro palco troviamo
Philip Shouse, perfettamente integrato e sincronizzato con le movenze di colui che è ormai anche l'unico superstite della formazione originale degli
Accept. E a proposito di storia, ecco che dopo "
Symphony of Pain" (anche questa da "Too Mean To Die") fanno capolino due caposaldi del Metal Made in Germany: "
Restless and Wild" e "
Midnight Mover", monoliti che non potevano certo mancare dalla setlist degli
Accept, che per recuperare qualche altra gemma decidono di suonare anche un gustoso medley, che recupera "
Demon's Night", "
Starlight", "
Losers and Winners" e "
Flash Rockin’ Man".
Il palco è letteralmente dominato dalla coppia
Hoffmann/Shouse, che si diverte a rispolverare tutte le mosse tipiche del provetto metal guitarist e dal vocalist
Mark Tornillo sempre pronto ad incalzare il pubblico, così al bassista
Martin Motnik e il chitarrista
Uwe Lulis tocca stare defilati ai fianchi del drum kit di
Christopher Williams.
Tra pezzi storici e d'annata ("
Breaker", "
Objection Overruled") e qualcuno più recente ("
The Abyss" o la nuova "
Overnight Sensation"), potevano mancare l'immortale "
Princess of the Dawn" oppure "
Fast as a Shark"? Certo che no, e per l'occasione
Mark Tornillo si presenta sul palco con uno squalo gonfiabile che poi lancia in mezzo al pubblico, dove dopo un'iniziale incertezza (secondo me qualcuno se lo era abbrancato e voleva tenerselo come ricordo) lo si è fatto ondeggiare e volteggiare per tutta la platea. Il cuore batte ormai all'impazzata ed è quindi arrivato il momento di "
Metal Heart" (con tanto di drum solo di
Williams) e quindi di una "
Teutonic Terror" più devastante di quei Leopard 2 sui quali si è scritto molto negli ultimi tempi. Dopo la preveggente "
Pandemic" (scritta nel 2010 per "Blood of the Nations") giusto un attimo di pausa prima di un pirotecnico finale, che si avvia con "
Hung, Drawn and Quartered", per chiudersi con un'accoppiata di ferro quale "
Balls to the Wall" e la rockeggiante e un po' sguaiata "
I’m a Rebel", durante la quale anche
Lulis e
Motnik hanno il loro momento di gloria, prendendosi la prima fila e il "contatto" con un pubblico entusiasta.
"Avercene di concerti così!
Punto."Accept Setlist:- Zombie Apocalypse
- Symphony of Pain
- Restless and Wild
- Midnight Mover
- The Abyss
- Objection Overruled
- Overnight Sensation
- Demon’s Night / Starlight / Losers and Winners / Flash Rockin’ Man
- Breaker
- The Best Is Yet to Come
- Shadow Soldiers
- Princess of the Dawn
- Fast as a Shark
- Metal Heart
- Teutonic Terror
- Pandemic
Encore:- Hung, Drawn and Quartered
- Balls to the Wall
- I’m a Rebel
Photo by Sergio "Ermo" Rapetti