Due ore. Intense, viscerali, respirate a pieni polmoni.Due ore dove l'odore pregnante del Southern, quei suoni trasportati da oltre oceano hanno invaso in una notte di inizio marzo le anime presenti a rendere omaggio e tributo ai ragazzi della Georgia.
Due ore in cui il repertorio più graffiante di
Charlie e soci ha coperto la oltre ventennale carriera degli eredi naturali degli Allman Brothers, di Ronnie Van Zant, di quei Lynyrd Skynyrd a cui, a poche ore dalla dipartita di Gary Robert Rossington, è stata dedicata la serata in un mescolarsi di emozioni che hanno toccato le sensibilità più profonde degli amanti del genere.
E se "
All Over the Road", estratto di "You Hear Georgia", ha aperto le danze nella notte dell'
Alcatraz, "
Let It Burn" (da "Like an Arrow") ha dato il via alla magia del sound dei
Blackberry Smoke, preludio di "
Six Ways to Sunday", "
Good One Comin' On" e "
Pretty Little Lie", inframezzati da "
Live It Down" (open track dell'ultima opera dei ragazzacci di Atlanta) e la sempre coinvolgente "
Waiting for the Thunder".
"
Living in the Song", capace di solleticare i fans più datati, si è stesa per l'ingresso preponderante di "
Hey Delilah", seguita dal duo "
Sleeping Dogs" e la sempre meravigliosa e toccante "
The Whippoorwill", a celebrare gli ormai dieci anni suonati dell'omonimo album.
In un continuo assorbimento della cultura Southern, "
All Rise Again", "
Ain’t Gonna Wait" e "
Ain't the Same" hanno fatto da apripista a quella "
Ain't Got The Blues" che ha fatto cantare a squarciagola gli oltre mille presenti all'interno della sala polifunzionale di Via Valtellina.
"
Run Away from It All" ha preceduto "
Restless", uno dei pezzi più significativi e rappresentativi di chi scrive, regalandoci autentici istanti di puro Southern Rock che ha ulteriormente incendiato la voglia e il desiderio di appassionati provenienti da tutta la penisola; menzione speciale per Marzia, trentenne catanzarese che con un volo di andata e ritorno dalla provincia calabrese non si è voluta perdere per niente al mondo lo show di
Charlie,
Paul,
Richard,
Brit,
Brendon,
Benji e
Preston.
La sempre attesa "
One Horse Town" ha fatto da preludio a "
Old Scarecrow", dedicata, come accennato in premessa, a Gary, in un momento tanto toccante quanto al limite del religioso.
Spente le luci di scena si è attesa trepidante la chiusura del concerto, avvenuta con "
Flesh and Bone" e la sontuosa "
Ain't Much Left Of Me", degna conclusione per la celebrazione dei dieci anni (più uno) di "The Whippoorwill".
Calato il sipario dopo due ore di autentico Rock 'n' Roll, i volti inebriati e ricchi di emozioni che per sempre si porteranno nel cuore, hanno lasciato spazio alla meraviglia di aver assistito, ancora una volta, ad uno show senza precedenti, ad aver avuto l'onore di essersi trovati davanti a sette musicisti (e artisti) di livello superiore, capaci di empatizzare (meravigliosi i momenti pre concerto vissuti all'esterno dello stabile) e di coinvolgere con tutta la loro genuinità chi ha vissuto e respirato, in una notte di inizio marzo, due ore di pura magia.
A cura di Joe Zagari
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