Nell'ambito della manifestazione "Metal Masters 2024", si è svolto ad Assago - Milano - il giorno 06 di aprile del 2024 uno dei concerti sicuramente più attesi dell'anno,
Sto parlando di veri mostri sacri della nostra musica, quali
Judas Priest e
Saxon con di spalla il buon
Phil Campbell & The Bastard Sons che ha dalla sua la più lunga permanenza come chitarrista nei leggendari
Motorhead.Puntualissimo,
Campbell ha aperto le danze proponendo sia brani dai loro album solisti (soprattutto dall'ultimo "
Kings Of The Asylum") che alcuni pezzi dei Motorhead, peraltro a mio avviso non proprio dei più esaltanti ad eccezione dell'immancabile "
Ace Of Spades" accolta con un boato dalla folla.
Set molto corto giusto per scaldare i presenti che con un boato altrettanto grande hanno accolto i primi big della serata, cioè gli inossidabili
Saxon guidati dal carismatico Bill Byford.
Che dire? Ho visto i Saxon altre volte dal vivo eppure non perdono un'oncia in potenza e classe, grazie non solo all'ugola d'oro di Biff davvero in grande spolvero ma anche grazie ad una sezione ritmica terremotante con
Nigel Glocker sugli scudi. Il nuovo chitarrista ex
Diamond Head Brian Tatler si è ben integrato nel sound del gruppo ed il suo lavoro di spalla si sente. La setlist presenta alcuni dei cavalli di battaglia che non potevano non essere suonati con buona pace di Biff che sul finire ha chiesto quale brano l'audience voleva sentire optando poi per "
Strong Arm Of The Law", d'altronde il repertorio è talmente pieno di classici che qualsiasi brano andava bene pure i nuovi proposti dall'ottimo "
Hell Fire And Damnation" che non sfigura accanto ai vecchi cavalli di battaglia.
Sulle note di "
Heavy Metal Thunder" e "
Princess Of The Night" è cominciato un pogo furioso nelle prime file con tanto di ragazzi (e anche meno giovani) portati oltre le transenne dalla security, un pò come succedeva ai vecchi tempi!
Inutile negare che la maggiore attesa era però per gli headliner
Judas Priest (da Biff introdotti come "
loro vecchi amici nonchè Metal Gods") che hanno dimostrato semplicemente che la classe non ha età.
Non solo con l'ultima prova in studio, l'ottimo "
Invincible Shield", ma anche dal vivo hanno spaccato il culo a molte giovani bands, con uno show perfetto.
Chiariamo subito i dubbi ... dal vivo Halford usa molti "aiuti " nel microfono, soprattutto a livello di eco, ma la voce è rimasta potentissima e lo ha dimostrato cantando dei cori a cappella.
Sulla prova musicale,
Richie Faulkner ed
Andy Sneap formano un'accoppiata di asce che - con tutto il rispetto per il mitico duo
Tipton/Downing - non sfigura affatto! Richie si è sobbarcato sia in studio che dal vivo la sezione ritmica e i solos (spettacolari), mentre
Ian Hill e
Scott Travis sono una macchina da guerra nelle retrovie.
Sulla setlist c'è poco da dire, qui c'è la storia del Metal con un'esecuzione strumentale e vocale ineccepibile, il carisma di Rob Halford è unico, ogni sua mossa veniva accompagnata dal pubblico e sono scrosciati gli applausi quando ha ringraziato per il supporto che in questi 50 anni i Judas hanno ricevuto dal pubblico italiano. Si vociferava la possibilità di una sorpresa on stage e difatti le ultime due canzoni in scaletta ("
Metal Gods" e "Living After Midnight") hanno visto la presenza alla chitarra di
Glenn Tipton e qui non ci si poteva non commuovere vedendo l'abnegazione e la voglia di esserci nonostante la terribile malattia invalidante che lo ha colpito.
Ancora una volta il mondo metal ha dimostrato di avere un cuore pulsante, una simbiosi perfetta tra pubblico ed artisti sul palco, alla fine Rob era visivamente commosso e ha indugiato prima di dire "arrivederci" - non "addio" - in quanto ha ribadito che "
The Priest Is Back!", e questo era quello che volevamo sentire.
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