MEH SUFF 2023prima giornata (8 settembre 2023)
Scoprii questo festival svizzero 2 anni fa, quando fu uno dei pochi a svolgersi negli anni della pandemia.
Attivo da una decina d'anni, anche un'edizione invernale, è un appuntamento fisso per gli amanti delle sonorità death/black.
Venerdì mattina parto da casa e arrivo a destinazione dopo circa 4 ore di auto.
L'area del festival si trova in una radura in mezzo a un bosco ed è una location molto bella e tranquilla.
Particolarità è che i biglietti si acquistano solo online e all'interno del festival accettano solo franchi svizzeri, quindi devi prelevare prima di arrivarci, dato che intorno non c'è praticamente nulla. Prelievo cospicuo, dato che i prezzi sono quelli svizzeri e quindi un tantino alti.
Festival di nicchia e abbastanza piccolo, dato che può ospitare al massimo un migliaio di persone.
In questi due giorni ho incontrato un sacco di bella gente, nessun italiano e data la mia capigliatura bionda tutti che mi scambiavano per uno svizzero o un tedesco. Meno male che l'inglese lo capivano :-) e tutti i ragazzi dello staff e dei vari stand lo parlavano abbastanza bene. Tutti molto cordiali e gentili.
In un primo tempo era mia intenzione fare solo la prima giornata, ma poi volevo vedere anche i
Malphas e i
Melechesh nella seconda giornata e quindi ho optato per il biglietto da 2 giorni. Per motivi personali però mi sono trattenuto solo fino a questi ultimi e, a malincuore, non ho visto le ultime 4 bands, fra cui i nostrani
Fleshgod Apocalypse e
Hypocrisy.
I concerti iniziano presto, alle 13 e proseguono fino alle 2 di notte. In totale 20 bands e capite bene che riuscire a seguirle bene tutte non è stato facile, anche perchè a breve faccio 53 anni e fisicamente inizio a risentirne. Molte band locali, alcune veramente valide, collocate a inizio e fine giornata.
Venerdì le danze vengono aperte dagli elvetici
Heathen Heretic, attivi dal 2019 e autori di un death black melodico su cui spicca la voce, di impostazione soprano, della cantante
Viola. Tutte le bands godranno di almeno 45 minuti per esibizione e i nostri salutano il pubblico già presente in misura discreta nonostante l'orario con il nuovo singolo in uscita "
Conquer for a worthless God".
Dopo di loro tocca ai
Bedrangnis, duo elvetico di puro black metal. A differenza dei primi poco da segnalare, una band black senza infamia e senza lode. Ci sono già i
Bolzer, tanto per rimanere a un duo svizzero, che fanno meglio.
Terza band, sempre elvetica, a calcare le assi del palco, è quella dei
Constraint. Trattasi di un gruppo già attivo da una quindicina d'anni con all'attivo due full-lenght di muscolare thrash metal. Una prestazione coinvolgente, performance piacevole.
Dopo di loro avrebbero dovuto suonare i
Malevolent Creation, ma a causa dello sciopero aereo di quel giorno, è stato comunicato un cambio di running order. Morale: MC all'una di notte (e a malincuore li ho saltati perchè fisicamente non ce la facevo più) e al loro posto i locali
Mortal Factor, anche loro autori di un thrash metal abbastanza scolastico ma comunque onesto. Attivi da 20 anni hanno scaldato a dovere il pubblico presente, ormai ad arena quasi completa, che affronterà i prossimi gruppi con la giusta adrenalina e d attitudine.
A seguire quelli che a mio giudizio sono stati i migliori della giornata al livello di potenza ed energia, ossia gli svedesi
Vomitory. Paladini di un death metal senza compromessi e autori di ormai ben 9 album, i nostri hanno raso al suolo l'arena con una prestazione maiuscola, pescando dai classici della loro discografia e anche qualcosa dalla loro ultima fatica "
All Heads Are Gonna Roll". Non li avevo mai visti e "attitudine" è la parola che mi è rimasta impressa dopo la loro esibizione. Veramente bravi.
A seguire una band che ero curioso di vedere dal vivo, dato che non sono un fan del black metal sinfonico, preferendo quello puro. Gli olandesi
Carach Angren hanno fornito una bella prova e nonostante tuti i brani si poggino sulle tastiere di
Ardek, l'energia non è mancata. Il leader
Seregor sa tenere bene il palco e il pubblico ha apprezzato molto la loro esibizione. Fra tutti i brani proposti ricordo volentieri la cadenzata "
Franckesteina Strataemontanus".
Fra un cambio di palco e l'altro si cerca di mettere qualcosa nello stomaco sia di solido che di liquido e l'offtat è abbastanza variegata. Birra a fiumi ma anche cocktails buoni, a prezzi cmq esorbitanti. Cibo variegato, dalla raclette, ai momos tibetani, fino ai classici hamburger e patate fritte, kebab e pizza.
A seguire i
Grave, attivi da oltre 30 anni e autori di un death metal di chiara matrice svedese, anche perchè svedesi sono. Non pubblicano più lavori da quasi dieci anni ma vederli dal vivo è comunque una bella sferzata di energia e il loro miglior album "
Into The Grave" anche se del 1991 è comunque una fonte da cui attingere a piene mani quando c'è da affrontare un'esibizione live.
Dopo di loro sempre in Svezia restiamo, ma la proposta cambia completamente. Con i
Watain entriamo in pieno territorio black metal oscuro e satanico. Ormai sulle scene da 25 anni, i nostri hanno all'attivo 7 album più svariate altre pubblicazioni. Capitanati dal carismatico
Erik Danielsson hanno prodotto il loro show fatto di fuoco e fiamme in quantitativi massicci. Visti al Metalitalia festival lo scorso anno, ribadisco il mio giudizio. I Watain tengono molto all'aspetto scenico e a rituali consolidati e questo li differenzia da alte bands black svedesi quasi Marduk e Dark Funeral, ma ciò ovviamente non significa che la loro offerta musicale sia stata pessima, tutt'altro. Un'ora abbondante di puro black metal devastante con brani lunghi malefici fra cui ricordo fra le altre "
Storm of the Antichrist". Bravi, tecnicamente ineccepibili e il pubblico era qui soprattutto per loro.
Prova ne è che per il gruppo successivo, gli ellenici
Septicflesh, suoneranno davanti ad un pubblico che numericamente è la metà dei Watain.
Peccato perchè anche loro forniranno un'ottima prova. Guidati dal leader e bassista
Spiros Sth Antoniou, che ce la metterà tutta per coinvolgere il pubblico rimasto, i nostri propongono il loro death metal con tinte sinfoniche/atmpsferiche che si fa ascoltare con piacere.
Non essendo più dei novellini, avendo oltre 30 anni di carriera e ben 11 album alle spalle, sanno come tenere il palco e proporre brani ben suonati. Certo, a molti quando parli di Grecia associata al metal ti vengono in mente i Rotting Christ e questi ultimi sono per me inarrivabili, ma i Septicflesh mi sono piaciuti parecchio.
Con loro si chiude la prima giornata e torno stravolto ma soddisfatto in albergo.
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