L’estate romana è stata caratterizzata da tanta buona musica al
Kill Joy, ottimo live pub con uno splendido palco collocato in un’ampia area esterna dove è possibile cenare e bere ascoltando tante cover band ma anche molti artisti internazionali, in un clima informale e rilassato, nonché professionale e ben organizzato.
Dopo aver assistito all’ottimo
Stef Burns con i suoi
Heroes And Monsters e in attesa del leggendario
Ian Paice, il 12 settembre 2023 è stata la volta del funambolico chitarrista statunitense
Vinnie Moore assieme a una strepitosa formazione tutta italiana composta da
Francesco Caporaletti al basso,
Roberto Pirami alla batteria,
Titta Tani alla voce ed
Emiliano Tessitore alla seconda chitarra. Musicisti importanti, dall’alto tasso tecnico e dalla provata esperienza, che accompagneranno Vinnie per tutto il suo tour Europeo, del quale la data del Kill Joy ha rappresentato la prima tappa.
Nonostante il tempo per provare assieme sia stato poco, la band si è dimostrata incredibilmente affiatata ed ha accompagnato il maestro delle sei corde in modo impeccabile e assai coinvolgente.
Ovvio, il mattatore della serata è stato un Moore in forma smagliante, nonostante abbia suonato con una chitarra non propria causa smarrimento del suo strumento durante il viaggio (e chi lo avrebbe mai detto se non lo avesse annunciato lui stesso!), ma spettacolo nello spettacolo sono stati la compattezza e gli assoli concessi alla sezione ritmica, la seconda chitarra di Tessitore che poco ha dimostrato di invidiare al maestro, e uno straordinario Titta Tani che oltre a interpretare ottimamente i nuovi brani cantati estrapolati dall’ultimo album del chitarrista ("
Double Exposure"), ci ha regalato una esplosiva "
Tie Your Mother Down" dei
Queen e una monumentale "
Mistreated".
La scaletta è stata ben bilanciata tra vecchi classici dell’artista, molti dei quali sparati in apertura a infiammare la platea ("With The Flow", "
Daydream", "
The Maze", "
Rain", "
Ridin’ High", "
Last Chance"...) e nuovi brani che il pubblico ha comunque accolto con calore, perché una delle caratteristiche che ha sempre contraddistinto la carriera di Vinnie Moore è stata la sua voglia di non fossilizzarsi su determinati stereotipi e ricicli, ma esplorare varie sfumature della chitarrismo virtuoso.
Il bis concesso con "
Tie Your Mother Down" ha chiuso la serata con il pubblico soddisfatto e festante che si è stretto attorno al palco in un caloroso abbraccio con l’amato guitar hero e la sua band.
Non si poteva chiedere di meglio!
Foto e report a cura di
Riccardo Arena
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