Ma chi te lo fa fare di sciropparti 250 km e più due ore di viaggio per andare a vedere un live?
Questa potrebbe essere la classica, scontata (e stupida) domanda che si pone chi non ama la musica in modo viscerale, appartenenti a quelle categorie che amo definire “poser rockers da tastiera” che partecipano agli eventi e supportano la scena seduti comodamente sul divano il venerdì e il sabato sera, bravissimi solo nel riportare i fatti per “sentito dire da chi c’era” o facendosi un idea attraverso video amatoriali postati da amici sui social, spesso di pessima qualità e tagliati.
Fortunatamente non appartengo a questa tipologia di fan, né tantomeno lo sono le persone che frequento e con le quali condivido le mie esperienze-; loro, come il sottoscritto, preferiscono rinunciare a serate insulse nei baretti di paese sperperando stipendi interi in alcool, investendo al contrario i propri soldi in benzina ed autostrade per gli spostamenti, cenando nei locali ed acquistando il merchandising ufficiale delle band! Se poi la giustificazione di questa lunga e onerosa trasferta si chiama
Deathless Legacy, ovvero tra le più accreditate horror band internazionali in circolazione, il sacrificio si trasforma in piacere.
Una responsabilità non certo semplice quella di porsi come gruppo leader futuro nel genere, raccogliendo il testimone dei padri fondatori dell’Horror Music Death SS, ma del resto sono anche lontani i tempi in cui i Deathless Legacy erano poco più che una cover band dei loro Maestri che li hanno svezzati!
La creatura di
Frater Orion ha oggi un'identità ben precisa, consolidata e riconosciuta sia a livello nazionale che internazionale, con un sound unico, preciso ed inconfondibile che non fa il verso a nessuno se non a loro stessi.
Ad accompagnarli per quest’ ultimissima data del 2023, ci sono i
Desecrate da Genova, una band molto longeva (fondata nel lontano 1995), dedita a un death metal moderno, dai contorni gotici e a tratti depressive, con una sfumatura prog symphonic ben delineata dalle tastiere di
Gabriele Gilodi. Musicisti molto disinvolti e sicuri sul palco, offrono una presentazione piuttosto convincente anche a chi (come il sottoscritto) non è esattamente un cultore del genere. La grande padronanza sia nel vocale in growl che nelle movenze del vocalist
Antonio Attorre, a cui si contrappone il cantato pulito del bassista
Oscar Morchio, sono chiari rifacimenti e rimandi di famose band quali Orphaned Land, Tristania, Nervosa, con le quali hanno peraltro condiviso assieme prestigiosi palchi europei. Nell’esiguo tempo a disposizione dei Desecrate sono stati proposti nove brani, nei quali si sono distinte su tutte le ottime “
Trust”, “
Now”, “
Phobia”, che risulta essere la più “malata” e convulsa fra tutte quelle proposte. “
XIII” e “
Time” sono gli ultimi colpi di rabbia sputati fuori verso il pubblico che giustamente ricambia i ragazzi liguri con convincenti e meritati applausi. Davvero una nuova bella scoperta questi Desecrate…da rivedere!
Calano le tenebre sul Centrale e una nuvola malsana di zolfo inizia a prendere vita e forma quando appare all’improvviso e in solitudine con il consueto trucco da scena il magister Frater “Perdurabo” Orion, batterista, occultista, artigiano in arti magiche ed pagane, esoterista, scrittore, regista e nonché fondatore dei Deathless Legacy. Il pubblico si è fatto davvero numeroso e importante in termini di affluenza a quest’ ora e, a pochi minuti dall’inizio del loro attesissimo show, oserei dire che il Centrale Rock Pub è stato preso d’assalto per questa serata esclusiva e speciale, con grande soddisfazione di tutti. La nuvola di zolfo si è trasformata ora in una nebbia degna dei più celebri horror ambientati nella Transylvania del Conte Dracula, perfetta cornice ideale per i (Non Mai) Morti, che da perfetti vampiri appaiono all’improvviso e a sorpresa dietro di essa. Naturalmente, gli occhi sono puntati inevitabilmente quasi da tutti sulla VampireSSa Steva, una divina creatura del male, che ha venduto l’anima al Diavolo per mezzo di Lucifero, in cambio di fama, successo, bellezza, sensualità, teatralità e non meno importante doti vocali uniche ed inimitabili!
La sorte demoniaca ha voluto però rincarare la dose, portando un'altra oscura presenza femminile nella band, ovvero Revyla, una nuova performer roSSa, altrettanto sexy ed affascinante, che forma con Steva un'accoppiata vincente e perfettamente sincronizzata, nonostante il breve tempo in cui è in forza alla band, circa un anno. Ma la forza straordinaria dei Deathless Legacy non passa solo attraverso la bellezza artistica e vocale delle loro sexy eroine, ma anche e soprattutto attraverso la struttura musicale dei loro brani, dei quali in stragrande maggioranza è compositore il geniale tastierista
Alex Van Eden. Notevole anche l’apporto del talentuoso chitarrista Stg. Bones, nonché quella data dalla sezione ritmica composta da Deadwood Nick al basso e dal già citato Frater Orion dietro le pelli che stasera picchia come un fabbro infoiato. Con la data di stasera è la quarta volta che li vedevo esibirsi quest’anno (la prima fuori la mia regione) e vuoi perché come già detto in prefazione era l’ultima di questo 2023, vuoi perché c’era il pubblico delle grandi occasioni (composto anche da molti musicisti e addetti ai lavori), sta di fatto che hanno sfoderato un’esibizione maiuscola, a conti fatti la migliore e la più convincente fra quelle a cui ho assistito nel 2023.
La setlist proposta stasera di fatto non apportava grandi variazioni rispetto agli show precedenti, con molto spazio dato giustamente al nuovo fantastico e più recente album “
Mater Larvarum” uscito a fine 2022 e con un ripescaggio esclusivo per l’occasione speciale: la splendida “
Nightfall”.
Di contro viene purtroppo spesso estromesso ultimamente un classico come “
Join The Sabbath” che a mio modesto parere non deve mai mancare in scaletta!
Pronti via, la meSSa (nera) ha inizio ed è giunto il momento di pregare …“
Ora Pro Nobis”, pezzo provocatorio e dissacrante con una Steva nel videoclip promozionale vestita da suora posseduta (un chiaro omaggio alla pellicola “The NUN”), è anche il primo singolo estratto da “Mater Larvarum”. Seguono a ruota libera “
Absolution”,
"The Coven”, “
Moonless Night“, “
Queen Of The Infernal Pantheox”, “
Altar Of Bones” oltre che un gradito ripescaggio, la splendida e già citata “Nightfall”.
Da “Rituals Of Black Magick” vengono eseguite oltre alla titletrack “
Litch” e “
Dominus Inferi” che trovano il loro spazio giustamente in scaletta; tuttavia, anche questo non mi lascia del tutto soddisfatto… Dando per scontato che “Rituals Of Black Magick” è il loro capolavoro massimo, sacrificherei un brano di “Mater Larvarum“ per far spazio a piccole perle oscure in eSSo contenute, scegliendone una tra “Bloodbath”, “Vigor Mortis”, o “Ars Goetia” .
Ma al di là di questo mio personalissimo punto di vista lo show è filato via impeccabilmente e tutto d’un fiato, tra le trasformazioni demoniache facciali di Steva e le performance di Revyla, dapprima nelle vesti di un papa benemerito sconsacrato in pieno Ghost style, poi in evidenza con danze magiche e tipicamente ritualistiche, mediante l’uso uso di simbologie occulte, trucchi, costumi, ventagli, piume e libri infernali, maledetti e dannati: il grande Maestro, “La Bestia” (Aleister Crowley) ne sarebbe estremamente lusingato, dove ognuno di eSSi fa ciò che vuole nel palco, in piena libertà e con libero arbitrio…
Esaltante, nonché uno dei momenti più eccitanti dello spettacolo, è stata l’esecuzione dei due brani composti con il Maestro
Steve Sylvester, ovvero “
Legion Of The Night“ e “
Your Blood Is Mine”, che vanno a comporre un 7” esclusivo per i fanSS delle due LegatiSSime! Dagli Inferi arde ancora alta la fiamma dalle torce dei Deathless Legacy e non si vorrebbe mai che la Lux TenebriSS si spegnesse ma sono quasi le due di notte, e purtroppo il tituale si conclude, la meSSa giunge al termine: la VampireSSa torna nelle bara prima che arrivi l’alba, e con lei tutte le creature demoniache della sua band.
L’ horror metal ha connotati chiari, precisi e delineati e un nome ben solido e definito oggi: DEATHLESS LEGACY! Di un altro livello, e non di facile comprensione per tutti i “comuni mortali”…del resto, loro appartengono al mondo dei (MAI) Morti!
Un ringraziamento particolare allCentrale Rock Pub per avermi ospitato in sede di cronista. Un pub in stile inglese davvero suggestivo, arredato con gusto, gestito da personale cortese e disponibile. Ottima cucina e ottima selezione di birre, nonché palco all’altezza dell’ evento, con volumi perfetti, ne' troppo alti, ne' troppo bassi , mai fastidiosi. Complimenti a tutti e alla prossima!