Per questa terza, nonché ultima data del mini-tour europeo/ italiano 2024 dei pionieri del glam metal scandinavo
CRASHDIET (che per chi segue e ama il genere da sempre, hanno bisogno di poche presentazioni) viene organizzata dall’attivissima agenzia
BIG TUNA (leader assoluta in Italia per quanto riguarda le sonorità più affini all’hard rock e al metal melodico) una super data domenicale conclusiva anche per tutti i rockers del Triveneto, dopo quelle di successo dei giorni precedenti in Toscana e Lombardia.
Come location viene scelto il
Vinile di Rosà, un locale molto famoso e rinomato, dedito normalmente ad eventi e serate a tema dark/wave ma che non disdegna qualche occasionale virata ad altre sonorità meno consoni, come nel caso di stasera, dove il tema è totalmente a sfondo metal!
Il risultato finale che ne è uscito in termini di affluenza è stato complessivamente più che buono nei numeri, con una partecipazione di fan più numerosa sicuramente da fuori provincia di Vicenza, ma tutto sommato in linea con un genere come il glam metal oggi molto di nicchia in Italia ed assolutamente privo di ricambio generazionale.
Sicuramente i meriti di questo successo vanno condivisi con la discoteca Vinile, che offre un ambiente confortevole, pulito, a prezzi giusti e con molte possibilità di cenare nelle vicinanze. L’unico appunto che mi sento di smuovere alla location riguarda il palco, oggettivamente troppo ribassato, dove una persona di piccola o di media statura ha parecchie difficoltà con la visuale in sala ad altezza uomo o se non sale sulle scalette adiacenti, al quale aggiungo un uso smodato di luci rosse eccessive, a tratti quasi fastidiose, non solo per il pubblico ma anche per gli operatori fotografici.
Ottima invece l’acustica, con volumi giusti, suoni perfetti e sempre ben calibrati, eccetto un lieve e del tutto irrilevante problema tecnico che ha interrotto per qualche minuto lo show dei Crashdiet, senza comprometterne nulla sull’esito finale complessivo della loro esibizione.
In apertura vengono inseriti i
Broken Wings, un quartetto friulano hard rock melodico anni 80, originario della provincia di Udine, formatosi nel 2018 e composto da due gradite presenze femminili alla voce ed alla batteria, più due membri maschili, rispettivamente alla chitarra e al basso. Nel 2022 pubblicano il loro disco d’esordio “
Against The Wind”, sul qualche sara’ incentrata interamente tutta la setlist del live di stasera. Vantano peraltro la condivisione del palco in passato con molte rockstar di spessore, da
Alice Cooper ai
Cinderella, da
Chris Slade (ex batterista degli
AC/DC) a
Mike Tramp’s White Lion.
La loro ricetta è composta da un ottimo hard rock, vigoroso e ben strutturato, dove spicca la personalità coinvolgente della frontman, dotata anche di una voce perfetta per il genere, coinvolgente e trascinante. Stessa cosa non si può dire però degli altri membri, piuttosto statici e fermi, impeccabili da un punto di vista tecnico, ma dove un po’ più di grinta non guasterebbe: quarantacinque minuti piacevoli e di ottimo intrattenimento direi, che hanno aperto al meglio la serata. Una piacevole scoperta i Broken Wings, che tra l’altro hanno un secondo album in lavorazione, in imminente uscita dalle indiscrezioni ricevute.
Avanti così!
I molti applausi, calorosi e convinti ricevuti dal pubblico confermano la bontà della loro prestazione.
Stoccolma – Svezia – 2003. I
CRASHDIET, con gli
Hardcore Superstar,
Reckless Love e
Crazy Lixx, rappresentano la costola e lo zoccolo duro e storico del glam metal scandinavo post 2000, quello che ha riportato in auge quel genere in Europa, morto e sepolto in USA da metà anni novanta, dopo l’avvento del grunge.
Seguo la band da sempre, ho visto live tutte le loro mutazioni (eccetto con Lepard), possiedo la loro discografia completa, dove si sono alternati ottimi album, ad altri discreti e a qualcuno abbastanza anonimo. I Crashdiet saranno per sempre una creatura e creazione del suo fondatore storico
Dave Lepard (RIP), che prematuramente si suicidò dopo l’uscita del loro primo disco "
Rest In Sleaze", prigioniero e vittima di alcol e droga. Ma senza mai scordare l’amico scomparso e senza cercare mai di scavalcarne la sua figura ed importanza storica, gli altri due membri fondatori
Peter London e
Martin Sweet, rispettivamente bassista e chitarrista, hanno portato avanti con dignità il progetto, prendendone in mano le redini e l’importante eredità della band nel corso di tutti questi anni, dovendo attraversare una serie di sfighe e cambi continui di line-up, anche quando sembrava filare tutto liscio, trovando una certa stabilità per anni, se non che sul più bello, quando non c’erano più problemi (almeno in apparenza), il vocalist se ne andava via sempre, lasciando gli altri nello sconforto ed in una continua ricerca del sostituto, cosa che ha rallentato sia l’attività in studio che live…
Infatti, ad oggi, si sono avvicendati ben cinque vocalist (incluso l’ultimo e nuovo arrivato
John Eliot), con la miseria di soli sei album incisi in oltre vent’anni di carriera. Sperando che questo sia davvero l’ultimo cambio alla voce ed al microfono dei Crashdiet, avevo molta curiosità di vedere i nuovi arrivati (incluso
Michael Sweet che sostituisce oggi
Eric Young alla batteria, altro veterano uscente). Non avevo assistito all’ultimo tour a supporto di “
Automaton”, e la mia ultima volta con i ‘Diet risale al tour del mediocre “
Rust”, che non mi fece impazzire, il primo inciso con
Gabriel Keyes alla voce per intenderci.
Personalmente stasera ho trovato Elliot una spanna sopra Gabriel vocalmente parlando ed un Michael Sweet che non ha fatto rimpiangere troppo Eric, molto concentrato e sul pezzo sempre. La mia prima volta con i ‘Diet fu con Olli Hermann o Twisted qualsivoglia (oggi leader dei
Reckless Love) tanti anni fa in compagnia degli Hardcore Superstar all’ex Lucille di Verona e l’ultima stasera …devo dire che nonostante tutte queste vicissitudini e gli anni che inesorabilmente passano per tutti non hanno perso un centimetro di smalto live, sempre convincenti, trascinanti e piacevoli!
Peter e Martin sono sempre stati bravissimi a non farsi travolgere dagli eventi, a lasciarsi tutto alle spalle e a non gettare mai la spugna anche quando il destino sembrava girare tutto contro: hanno avuto il merito di crederci e di non mollare mai e solo per questo vanno elogiati!
Scaletta, come prevedibile, incentrata molto sul primo album “Rest In Sleaze”, ma nella quale (a mia grande sorpresa), trova spazio con ben tre pezzi anche il secondo album con Olli , l’ottimo “
The Unattractive Revolution”.
Puntualmente, alle 23 come da programma, i Crashdiet danno via al glam party, scaldando gli animi con due classici “
Knokk ‘ Em Down” e “
Riot In Everyone“ tratti da “Rest In Sleaze “. Giustamente, viene data spazio anche all’ epoca
Simon Cruz (complessivamente la migliore sia in studio che live per il sottoscritto nel dopo Lepard), con “
Cocaine Cowboys” dal secondo album inciso con lui, l’ottimo “
The Savage Playground” . “
Togehter Whatever” e “
Shine On” dall’ultimo album “Automaton” scorrono piacevolmente ma i vecchi fan vogliono i classici e gli svedesi lo sanno bene..
“
Out Of Line”, “
Fallin Rain“, “
XTC Overdrive“ mandano in estasi il pubblico che inizia a ballare e dimenarsi, frenato e rallentato in parte solo da una “
Reptile” piuttosto evitabile. Il finale è tutto un crescendo, incentrato su “Rest In Sleaze “..in rapida sequenza vengono sparate in faccia “
Miracle”, “
Breakin’ The Chains”, “
Queen Obscene”, intervallate da “
We Die Hard”, il miglior pezzo di “Automaton”, e preceduta da “
Chemical“ da “
Generation Wild“!
E proprio con questa title track, tradotta con “
Generazione Selvaggia”, un pezzo diventato oramai un classico dei ‘Diet, si conclude questo ennesimo concerto di successo clamoroso, dove tutti ci siamo divertiti tanto, musicisti, fans e addetti ai lavori! Peccato per gli assenti…noi c’eravamo !
Glam F*** n ON!