(03 settembre 2024) Europe + Nereis + Undertone @ Trento

Info

Provincia:TN
Costo:40,00 euro
Era da qualche annetto che non mettevo più piede a Trento e devo dire che ogni volta che mi capita di ritornarci, per un motivo o l’altro, è sempre un piacere e mi sento a casa, perché amo e apprezzo il senso civico e culturale che caratterizza questa città e regione a statuto speciale, dove i soldi pubblici vengono spesi bene e dove evidentemente tutto funziona perfettamente.

Per assistere ad un concerto di musica hard rock invece questa è stata la mia seconda volta in Trentino Alto Adige che, coincidenza della sorte, fu proprio con gli Europe ma a Bolzano diversi anni fa orsono (tournée di “Start From The Dark”). Il colpo d’occhio che offre quest’area enorme e di recente costruzione, adibita esclusivamente ad eventi live estivi denominata Trentino Arena, è imponente e con capienza mastodontica, capace di ospitare eventi di massa e del calibro di Vasco Rossi.

Dal parcheggio, comodo, visibile e con indicazioni precise per chi arriva dall’autostrada anche senza l’ausilio del navigatore (e completamente gratuito),v al controllo dei ticket in entrata mediante documento identificativo "scaccia furbetti”, fino ad arrivare all’aspetto più importante, che è quello dell’area festival in cui un palco molto ampio e capiente, perfettamente visibile da ogni angolazione e ben rialzato fa la sua porca figura! Tutto perfetto quindi?



Quasi…un unico punto di ristoro per mangiare e bere e con tanto di cassa unica per pagare mi è apparsa una scelta errata, creando interminabili code e mugugni tra i partecipanti, a rischio di inizio concerto prima di consumare la cena veloce e dissetarsi con una fresca birra come da rituale! A parte questo aspetto, sicuramente migliorabile in futuro, per il resto tutto impeccabile ed ineccepibile, con tanto di una elegantissima presentatrice professionale sul palco, che ha dapprima illustrato il programma della serata e poi presentato le band locali in apertura agli Europe. Davvero un attenzione e cura del dettaglio notevole che raramente mi era capitato di vedere in passato, alzando ulteriormente il livello della serata che si preannuncia elettrica e scoppiettante!

Ad aprire le danze e per scaldare il pubblico a dovere vengono scelti due gruppi emergenti, entrambi di Trento, gli Undertone e i Nereis, vincitori di un contest tra band trentine ideato e voluto dal management degli Europe in accordo con la città di Trento; anche questa la dice lunga sulla mentalità del posto, cioè quella di valorizzare, fare crescere e supportare i propri concittadini, offrendogli la possibilità di esibirsi in una serata così prestigiosa, in apertura a una band leggendaria quali sono gli svedesi Europe!



I primi a cui tocca il compito di rompere il ghiaccio sono gli Undertone, un gradevole quartetto di ragazzi giovanissimi formatosi nel 2015 e dedito a un grunge/stoner di chiara ispirazione Soungarden, Alice In Chains, Down, ma anche A Perferct Circle e Tool per accostarli ad influenze musicali più recenti.
Purtroppo, causa un po’ l’orario di cena, la ancora scarsa affluenza, e un genere tutto sommato piuttosto discordante e leggermente “fuori tema” rispetto al genere classico al quale è certamente più abituato il fan medio degli Europe, hanno avuto un accoglienza un po’ tiepida iniziale, in crescendo strada facendo, e mettendo infine d'accordo tutti grazie a una notevole tecnica messa in atto nonostante la giovane età, risultando così una performance complessivamente buona e convincente, conclusasi tra applausi convinti nel loro poco tempo a disposizione. Una bella scoperta davvero!

In maniera molto rapida, ma sempre ordinata ed efficace, la bella e simpatica presentatrice sopracitata ci presenta la seconda band che si esibirà a breve, ovvero i Nereis, dediti ad un heavy rock dal taglio decisamente moderno, dove affiorano influenze ottantiane, fine anni novanta, combinate con un bella dose di nu metal. Una formazione per certi versi storica, fondata nel 2007, e nella quale milita oggi il talentuoso Davide Odorizzi, ex batterista dei ben più famosi altoatesini Skanners. Nati originariamente con il nome di Black Star, mutato poi in Nereis nel 2017, hanno subito nel corso del tempo qualche cambio di lineup che ne ha frenato sia l’attività live che in studio.
Stasera, anch’essi nel poco tempo a disposizione, ci presentano una scaletta ridotta di solo sei pezzi, che pescano dai loro lavori pubblicati a oggi e che si compone di due album e di un EP, con un terzo in lavorazione e in uscita a inizio 2025. I Nereis sono una band molto affiatata e coesa sul palco, nella quale ogni musicista svolge un ruolo chiave e dove nulla è lasciato al caso, curando ogni dettaglio tecnico, da quello puramente estetico fino a quello più importante che è la struttura musicale del pezzo. Era la prima volta che vedevo in azione live questi ragazzi e nonostante non sia propriamente il genere che ascolto quotidianamente mi hanno stupito in positivo, perché la loro proposta è molto personale e originale, e non tenta di scopiazzare nessuno.

I Nereis vantano un vocalist eccellente come Andrea Barchiesi e una coppia di chitarristi eccellenti quali Mattia Pessina e Samuel Fabrello che danno una spinta importante: completa la sezione ritmica il bassista Michele Gelmi, altrettanto preparato tecnicamente. Non scordiamoci che nonostante la giovane età, hanno calcato già prestigiosi palchi europei in compagnia di band del calibro di Riot V, Royal Hunt, e festival metal di primo livello come il Rock Am Ring e all’ Atlas festival di Kiev nientemeno come spalla dei Bullet For My Valentine, famose eccellenze del nu metal! Una band di talento che ha tutte le carte in regola per affermarsi, non sono in Italia, ma a livello internazionale ;pezzi come “Take Control” e “Close Your Eyes“, sono davvero notevoli e non lasciano certo l’ascoltatore indifferente. Chapeau!



1986: The Final Countdown!
L’album hard rock melodico rivelazione, un successo clamoroso internazionale che consacra definitivamente gli Europe, e con il quale entrano di diritto nella storia, tra i nostri sacri del genere, vendendo milioni di copie in tutto il mondo, riempendo stadi e palazzetti ovunque, con veri bagni di folla e scene di isterismo vero e proprio, specie da parte delle tante ragazze innamorate di questi lungocriniti rockers svedesi che all’ epoca furono costretti ad ingaggiare della security privata per potere uscire dagli hotel durante i tour e dalle proprie abitazioni in modo indisturbato, senza correre il rischio di essere letteralmente assaliti!

Oggi, a distanza di moltissimi anni da quell’epoca d’oro, tutto ciò si è ovviamente notevolmente ridimensionato, anche perché il pubblico e le tendenze musicali sono mutate nel tempo ed anche perché molti loro fans degli anni 80 non si rispecchiano e non si riconoscono più in questi attuali. Nonostante abbiano effettivamente perso troppo tempo ed anni prima di riunirsi ancora dopo la separazione avvenuta a metà anni novanta, a loro discolpa nello specifico però va riconosciuta una certa coerenza, e cioè di aver sempre proposto anche negli anni duemila post reunion dell’hard rock molto genuino e sanguigno, con album più riusciti ed altri più trascurabili, dal taglio certamente più “moderno”, ma al passo coi tempi e meno pop commerciale rispetto ad allora. D’altra parte, a sessant’anni suonati all’incirca per tutti, non avrebbe più avuto molto senso cercare di scimmiottare quel passato, che rimarrà però sempre un punto fermo e imprescindibile della loro carriera intendiamoci…non a caso, inutile negarlo o nasconderlo col “segreto di pulcinella”, i vecchi fans vanno ancora costantemente ai loro live per rivivere le emozioni di quel passato storico e magico e non per sentire i brani nuovi; di contro però, gli Europe hanno dimostrato coi fatti, di non avere solo “The Final Countdown” come disco da proporre con cui vivacchiare e tirare a campare, ma al contrario di saper ancora comporre e proporre musica validissima, che in scaletta giustamente trova spazio, e senza sfigurare al fianco dei grandi cavalli di battaglia del passato!

Nonostante questa sia stata l’ottava volta (se non ho perso il conto), che vedevo gli Europe in azione, è sempre una grande emozione, perché oltre ad essere uno dei miei gruppi preferiti, Joey Tempest è sempre stato un mio idolo adolescenziale, e posso dire di essere cresciuto attraverso il suo mito, anche grazie a mamma, sua grandissima fan a sua volta: ricordo che a un mio compleanno da ragazzino i miei mi regalarono la cassettina di “The Final Countdown“, espressamente richiesta. Un amore quindi crescente nel tempo, che ho sempre mantenuto vivo e coltivato; avevo anche grande curiosità di sentire stasera lo stato di forma vocale di Tempest, dopo qualche anno di latitanza dagli ultimi due precedenti passaggi in Italia: il mio ultimo concerto risaliva al 2018 a Bologna, tour di “War Of Kings”. In leggero ritardo rispetto l’orario ufficiale, ma con una Trentino Arena bella piena di gente e carica gli svedesi danno finalmente inizio al loro show esplosivo! Quello che balza all’occhio subito è la presenza di un nutrito pubblico femminile ma composto prevalentemente da mamme con figlie al seguito, in una sorta di ricambio generazionale! È stato bellissimo vedere le ex teenegers ottantiane ora sposate e mamme indossare la stessa maglia della figlia degli Europe e cantare assieme a squarciagola per tutto il concerto.



Ma ora è tempo di concentrarsi sulla musica; partenza a razzo con “On Broken Wings” rarità e b-side del singolo “The Final Countdown “, seguita senza sosta da “Rock The Night“, una delle hit di maggior successo e più conosciuta, che ha scatenato tutti i fans in un coro comune. “Walk On Earth“ è il primo pezzo del nuovo percorso, estratta dal disco omonimo del 2017, accolta in maniera tiepida, prima di tornare a riscaldare gli animi con l’accoppiata “Scream Of Anger”, “Sign Of The Times”, introdotta con la solita maestria da Mic Michaeli, uno dei più grandi tastieristi al mondo, riconoscibile e visibile sul palco anche per una folta e grigia barba.

A questo punto direi che possiamo spendere due parole per il grande frontman Joey Tempest, l’uomo più atteso dal sottoscritto, ma in generale da tutti i fans, per la sua performance vocale…che dire? Potrei riassumere così il tutto: 61 anni e non sentirli!
In forma vocale e fisica pazzesca, senza smettere un attimo di correre su e giù dal palco, saltare sulle casse, girare l’asta del microfono, interagire con il pubblico, cantando bene e con molta voce. Intendiamoci: gli anni passano per tutti, sono spariti i lunghi capelli a boccoli ossigenati e l’estensione vocale non è più quella, ma Joey Tempest è ancora un signor cantante, un vero frontman, capace di trascinare , entusiasmare e coinvolgere e quindi scusate se è poco!
John Leven e John Norum invece appaiono un po’ troppo compassati sul palco, troppo statici e fermi, anche se impeccabili tecnicamente. Grande affidabilità e sinonimo di sicurezza Ian Haugland, che pesta le pelli della sua batteria come un fabbro e sempre con grande precisione, rendendosi anche protagonista di un simpatico siparietto nel finale con i fans, diventando di fatto il miglior mattatore della serata dopo Tempest. È giunto ora il momento di preparare i fazzoletti: dalla tastiera di Michaeli partono le note che introducono la struggente e sempreverde “Carrie”, che sarà anche un pezzo sdolcinato, pop, commerciale e strappamutande, ma con la capacità innata di regalare sempre brividi lungo la schiena ed emozioni intense, riportandoci, con le lacrime agli occhi, virtualmente indietro nel tempo, ai quei magici anni 80, quelli della nostra spensierata gioventù ottantiana. Ma ora è tempo di rockeggiare, e “War Of Kings” alza notevolmente i giri del motore , prima di tornare a rituffarci nel passato con “Stormwing” e “Open Your Heart“, dove viene proiettata sul palco la bellissima copertina dell’album in questione “Wings Of Tomorrow", nonché uno dei miei album preferiti degli Europe! “More Than Meets The Eye” “Ready Or Not”, “Superstitious” vengono sparate a ruota e in rapida sequenza, tutti brani dello splendido “Out Of This World” (che fu inciso con Kee Marcello e non con Norum), sono stati altri momenti memorabili, intervallati da “Last Look At Eden” del 2009 che è forse il picco compositivo più alto raggiunto post reunion.



Ridendo e scherzando è già volata un'ora e un quarto abbondante, e anche se non ce ne siamo resi conto, travolti dall’euforia del concerto, intenti a sognare e cantare, è purtroppo già tempo di bis. “Cherokee” e l’immortale “The Final Countdown“, nella quale saltano anche i sassi della Trentino Arena, decretano la fine di un concerto magistrale, perfetto e riuscito sotto ogni punto di vista.
Suoni, visibilità e luci hanno certamente aiutato l’impresa degli Europe, che nonostante questa fosse l’ultima data in programma di un tour mondiale estenuante, celebrativo del quarantennale di carriera e di ritorno dal Giappone, non si sono risparmiati, offrendo uno spettacolo straordinario e ribadendo ancora una volta che la vecchia scuola rock resta unica, inimitabile ed imbattibile!

La domanda, al cospetto di ciò, sorge spontanea …cosa ne sarà di noi “vecchi veterani” una volta che queste band si ritireranno dalle scene? Per ora non voglio pensarci e voglio godermeli il più lungo tempo possibile! Tanti meritati, interminabili applausi per uno show davvero bello e convincente, che ha entusiasmato e caricato di energia dall’inizio alla fine! Lunga vita agli EUROPE!

Extra concerto:

Ma perché non hanno fatto “Let’s The Good Times Rock”, “Seven Doors Hotel”, “Girl From Lebanon”, “Wings Of Tomorrow”, eccetera? Perché avrebbero dovuto suonare tre ore e perché giustamente oggi trovano spazio in scaletta anche i pezzi dei nuovi album…
Semmai c'è da chiedersi perché viene quasi sempre snobbato un disco come “Prisoners In Paradise“ ed ignorato “Start From The Dark” fra i recenti, a mio parere uno dei migliori, con un appeal molto ottantiano e con pezzi davvero notevoli.

Ho letto che l’affluenza del pubblico è stata di 3 mila paganti, al di sotto delle attese, ed in tal senso vorrei fare un paio di considerazioni importanti: gli Europe di oggi non sono più quelli famosi degli anni '80, il loro pubblico odierno è composto per lo più da ultra quarantenni e cinquantenni più qualche giovane che ha ereditato la passione da qualche genitore o familiare. Inoltre va considerato il fatto che era comunque un evento infrasettimanale, che Trento logisticamente è scomoda per molti, che siamo reduci da un'estate intensa dove c’è stato di tutto e di più a livello live e infine che siamo in un periodo di rientro ferie, con inevitabili conti in rosso per molti.

Nonostante questo c’erano fan pugliesi, veneti, lombardi, napoletani, tirolesi e austriaci tra i partecipanti all’evento. Quindi, tradotto: gli Europe amano l’Italia, l’Italia ama gli Europe!
Report a cura di Alessandro Masetto

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 set 2024 alle 11:25

È stato davvero un grandissimo live degli Europe! Sempre meravigliosi! E questa review non solo riporta tutto alla perfezione, ma trasuda passione senza essere di parte!