(08 novembre 2024) Atomic Rooster + Black Banjo @ Verona

Info

Provincia:VR
Costo:25 euro
Evidentemente, anche per il Giardino 2.O (locale leader in Veneto a livello Rock underground e mainstream di nicchia) vige la regola “formula che funziona non si cambia”, dato che a distanza di un anno esatto (novembre 2023), viene riproposto nella stessa location sopracitata lo stesso tipo di spettacolo e con la medesima squadra vincente precedente, ovvero gli iconici paladini del prog rock inglese anni ‘70 Atomic Rooster come headliner della serata, preceduti in apertura dal trio rock/blues marchigiano Black Banjo. Tra l’altro, stasera venerdì 8 novembre, si festeggia il compleanno del mitico chitarrista Steve Bolton, il più longevo veterano degli Atomic Rooster ancora presente oggi in formazione, in sella alla band dal lontano 1971, e che proprio oggi spegne ben 75 candeline (classe ’49), ma che dimostra ancora una forma fisica e una verve strumentale davvero invidiabile!
Direi quindi, che i presupposti per assistere ad una serata di grande musica ci sono tutti!

Un po’ per il fatto che rispetto la volta scorsa questo evento viene organizzato di venerdì anziché di sabato, un po’ perché una fastidiosa e persistente nebbia, tipica della stagione autunnale in corso ha iniziato a farsi fastidiosa e pungente proprio in questi giorni, nel momento in cui il trio marchigiano Black Banjo sale sul palco del Giardino 2.0 il pubblico scarseggia ancora parecchio in sala, andando poi fortunatamente e progressivamente aumentando, fino ad arrivare a decretarne un bel pienone con gli Atomic Rooster, seppur sempre complessivamente inferiore nei numeri rispetto lo scorso anno.

Poco male, perché personalmente ho rivisto tanti cultori, appassionati, collezionisti e musicisti della scena underground locale e da fuori regione presenti, e chi ha fatto l’errore di snobbarlo perché già presente lo scorso anno, ha commesso un grave errore e si deve solo mangiare le mani, perché questo secondo atto è stato decisamente superiore al predecessore, sotto tutti gli aspetti. Tornando ai nostri amici Black Banjo, hanno aperto il sipario regalandoci un ora di grande rock blues, virante all’ hard blues a tratti, di gran classe, godibile e molto raffinato, dimostrandosi ancora una volta musicisti impeccabili e dotati di gran gusto musicale, creando brani di chiara ispirazione seventies, con un sound debitore ai grandi classici e maestri del genere, ma dando sempre quel tocco molto personale in tutte le loro composizioni.
Un gustoso e ricco antipasto, in attesa dei grandi protagonisti.

ATOMIC ROOSTER

Lo scorso anno, al Giardino 2.O, gli Atomic Rooster, fecero un concerto incredibile e memorabile, tanto che nella mia consueta e personale classifica di fine anno, non ebbi alcun dubbio inserirlo nelle prime tre posizioni. Difficile, quindi “impossibile”, fare di meglio e aspettarsi di più stavolta?

Risposta: possibile!
Sarà che siamo al cospetto di una band iconica, storica, inossidabile, sarà che sapevo già cosa attendermi stavolta da loro, con l’adrenalina a mille in partenza, ma sta di fatto che sono riusciti a superare se stessi sto giro, conquistando anche chi era venuto per curiosità o che non sapeva neppure della loro esistenza prima di stasera. La volta scorsa, il concerto partì con qualche mugugno e naso storto, nel senso che l’altro veterano, il vocalist Peter French, diede forfait in extremis a causa di una forte influenza, che lo colpì pochi giorni prima, e fu rimpiazzato a sorpresa dal tastierista Adrian Gautrey nel doppio ruolo, cosa che se in un primo momento poteva essere vista come un colpo di sfortuna, oggi posso affermare con tutta franchezza, che è stata invece la fortuna degli attuali Atomic Rooster!

Con tutto il rispetto per French, la personalità, il carisma, l’estensione vocale di Gautrey ha ridato nuova linfa, vigore e smalto ad un monicker storico che necessitava di maggior energia e di uno slancio compositivo, oggi pienamente ritrovato. Naturalmente, a parte il carisma magnetico dell’hippie-figlio dei fiori anni '70 Gautrey, dotato di lunghissime chiome, lunga barba con occhiale tondo colorato alla John Lennon, non passa certo inosservata la classe del grandissimo e festeggiato Steve Bolton, un chitarrista di rara classe ed eleganza, capace di intrecciare riff melodici con assoli tecnici ed introspettivi , merce assai rara al giorno d’oggi.

Non so se il caso che fosse fatalità oggi il giorno del suo compleanno lo abbia messo particolarmente a suo agio e di buon umore, ma era davvero in palla oggi Steve e sempre sul pezzo e di una cordialità squisita, sia sul palco, che a fine concerto, rendendosi disponibile con tutti per foto e autografi, oltre ovviamente ad aver suonato in modo impeccabile e alla grandissima per tutto lo show!

Naturalmente merita una citazione particolare anche l’eccellente sezione ritmica, composta da Shug Milledge al basso e da Bo Walsh alla batteria, musicisti altrettanto validissimi, responsabili nella stessa identica misura di Bolton e Gautrey del ritrovato rilancio dei nuovi e rinati Atomic Rooster.

La scaletta di questo live si concentra praticamente tutta nei primi quattro album, i più famosi e conosciuti, nonché quelli che hanno ottenuto maggior successo commerciale, più la sorpresa di sentire due nuovi brani recentemente incisi e inclusi in un live di recente uscita.

Di quella formazione fondata da Vincent Crane e Carl Palmer nel lontano ’69 oggi non vi è più traccia ma Steve Bolton ha saputo da solo prenderne in mano le redini e ridare prestigio a un monicker storico del prog rock inglese anni ‘70! “Sleeping For Years” dal capolavoro “Death Walks Behind You” da' il via allo spettacolo, creando subito un atmosfera magica e riportandoci a ritroso nel tempo, in una sorta di viaggio mentale intergalattico. “Fly Or Die” (“Broken Wings” nel disco edizione USA) dal primo album omonimo del ’70 è più di una sorpresa, alla quale segue “Save Me”, dal terzo album “Nice’N’Greasy” del ’73. Arriviamo al primo pezzo inedito “Rebel Devil”, con un ritornello riuscitissimo che si stampa subito in testa e non ti molla più. “Black Snake” è da sempre il mio pezzo preferito in assoluto, eseguita con un trasporto emotivo da Gautrey e con una passionalità tipica dei fuoriclasse di razza.

Molto interessante anche l’altra nuova “No More”, alla quale segue la leggendaria “Decision/Indecision” e “Death Walks Behind You“, forse il brano più celebre e vero cavallo di battaglia con “VUG” (sempre dallo stesso album), proposta in apertura. Dal celebre terzo album “In Hearing Of Atomic Rooster”, quello che ha visto l’entrata in formazione di Bolton, si apprezzano anche “A spoonful Of Bromide Helps The Pulse Rate Go Dawn”, “Devil’s Answer" e “Head In The Sky”. Breve spazio anche a “Made in England“, rappresentato da “People You Can’t Trust”, “Space Cowboy” e “Never 2 Lose Or Pillow”.

Con le note di “Tomorrow Night“ si giunge purtroppo verso la fine, ma noi non siamo ancora sazi, e gli Atomic Rooster neppure, e allora eccoci accontentati tutti un bis speciale: una trascinante “Breakthrough” da “In Hearing Of Atomic Rooster“ , con tutto il pubblico del Giardino 2.0 partecipe in piedi (anche chi era seduto) ad incitare, e cantare a ritmo il pezzo, per poi lasciarsi andare a un sentito ed incessante applauso ad una band unica e leggendaria, che ci ha regalato un ora e mezza di intense emozioni, adrenalina, ed energia musicale pura, che dal palco ci giunta in maniera straordinaria.
Sul gradino più alto del podio internazionale, categoria prog rock, ci sono ancora e meritatamente loro: gli ATOMIC ROOSTER!

Concerto d’altri tempi …. Chapeau !

Un grazie all’amico Gianprimo, boss del Giardino 2.0 , per avermi ospitato in questa serata fantastica in sede di cronista, nonché i miei più sentiti complimenti personali per averci ricreduto e aver riproposto nuovamente nel suo locale, questo grande concerto rock (quelli con la R maiuscola)

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Report a cura di Alessandro Masetto

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