(11 ottobre 2025) Rage + Broken Fate @ El Barrio, Torino

Info

Provincia:TO
Costo:33,60 euro
Negli ultimi 2-3 anni Torino, la mia città, sta regalando al popolo metallico delle belle emozioni: sembra che dopo anni di torpore il sottobosco musicale si sia risvegliato col risultato di avere dietro casa dei concerti davvero interessanti. Ultimo, in senso temporale, l’unica data italiana dei Rage, band capitanata dal sempreverde Peavy Wagner ormai arrivata al suo quarantesimo anno di attività. Ma andiamo con ordine… E’ sabato, fra poche ore inizia il concerto ma io, come sempre, mi sono totalmente dimenticato di guardare l’orario di inizio: controllo su internet e scopro che, stranamente per Torino, il concerto inizia alle 20.00.”oiboh” mi dico, e whatsapppo al mio compagno di avventure della serata che passerò a prenderlo alle 19.15 così da arrivare al locale in scioltezza. Detto, fatto: alle 19.45 siamo alla venue, stranamente in anticipo per i nostri standard da ritardatari cronici. Come detto poc’anzi, l’inizio del concerto è previsto per le 20.00 ma i Broken Fate iniziano con circa 15 minuti di ritardo.
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Il combo svizzero, in tour per promuovere l’ultimo “Horizon”, ci propone un buon thrash death dal sound moderno che dal vivo funziona decisamente bene: i nostri sanno stare bene sul palco (sono in giro dal 2007), coinvolgono spesso il pubblico e si giocano la carta del batterista di origini italiane che nel belpaese fa sempre presa. E così, con 4 parole e qualche riff scuotitesta, i nostri riescono a coinvolgere abbastanza in fretta il pubblico presente in sala che apprezza la performance e risponde animatamente.
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Tutto bene fino a quando il bassista, in un momento di luce bassa sul palco, si sposta troppo aventi e troppo a sinistra cadendomi rovinosamente addosso: ero lì bello bello a scattare qualche foto e mi sento una 90ina di kg che mi colpiscono. Nulla di grave, 3 decadi di pit e prime file hanno forgiato questo piccolo nano guerriero, Patrick si scusa, torna sul palco, e tutto può ricominciare. Una manciata di canzoni si susseguono dopo il tonfo del bassista poi, sul finire, una cover di “Paranoid” dei Black Sabbath con dedica al compianto Ozzy, un'ultima canzone e poi via: baci, abbracci, saluti, foto di rito e tocca ai Mission In Black salire sul palco, ma qualcosa non torna... tolto il bannerone Broken Fate, dietro alla batteria non compare il logo del combo di Steffi Stuber, bensì quello dei Rage… e nulla, 15 minuti dopo Peavy e soci salgono sul palco, niente Mission In Black, e sotto con il metallo. Sarò onesto: non vedevo i Rage dal vivo da parecchio tempo e non sapevo davvero cosa aspettarmi dal trio tedesco in sede live visto che l’ultima volta la line up era formata da mostri sacri come Mike Terrana e Victor Smolski.
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Lo ammetto, avevo qualche dubbio… Non è mai facile rivedere una band che ti accompagna da decenni (li vidi la prima volta al Gods of Metal del ’97), soprattutto quando la line-up è cambiata quasi del tutto, senza cadere in quell’involontario confronto fra vecchio e nuovo, dove il vecchio è ormai un classico ed il nuovo ha ancora tutto (o quasi) da dimostrare. Ma, per fortuna, i dubbi sono stati spazzati via dopo pochi minuti: Jean Bormann e Vassilios Maniatopoulos sono musicisti molto preparati, capaci di tenere il palco da veri pro e, sopratutto, non scadono nel banale errore di cercare di imitare i propri predecessori e restano fedeli al proprio stile e al proprio gusto musicale. Il risultato è una formazione diversa dal passato, ma capace di tritare tutti gli ostacoli che si parano davanti alla band a suon di riff, doppia cassa, tiro e tanto groove. Forse c’è meno tecnica fine a se stessa, forse (e ripeto forse) c’è meno estro e fantasia, ma tutto a vantaggio dell’impatto e dell’immediatezza. Con 27 album in studio più una decina di EP non deve essere stato facile per Peavy e soci decidere la scaletta del tour ma, alla fine, il combo tedesco riesce a creare un giusto mi mix fra vecchio e nuovo dove si trova spazio per brani più classici come “Higher Than The Sky”, “Straight To Hell” e la conclusiva (ed immancabile direi) “Don’t Fear The Winter” alternati a pezzi più recenti come “Under A Black Crown” e “A New Land”. Tutti contenti? Più o meno. Dopo il concerto ho sentito persone che avrebbero voluto più brani classici, chi più brani dalle ultime fatiche in studio, chi ancora ha apprezzato questo mix: io rimango più o meno del terzo gruppo anche se, lo devo ammettere, avrei tolto un brano a caso di quelli più recenti a favore di “Black In Mind”… Ultima nota: come ho già detto altre volte, quando vado ad un concerto (sopratutto di una band che è in giro da 40 anni…) voglio “vedere” oltre che “sentire” ma, come spesso accade, a parte un bel bannerone sullo sfondo e qualche laser, la parte visiva è stata lasciata totalmente in disparte. Peccato, sarebbe stata quella ciliegina sulla torta che mi avrebbe fatto tornare a casa totalmente soddisfatto. Per il resto non posso che dire grazie a Peavy per questi 40 anni di musica che ci ha regalato, nella speranza di poter vedere ancora i Rage on stage per tanto tempo, di concerti e band così ce n’è sempre bisogno.
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Report a cura di Rix619

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