Ogni volta che assisto ad un concerto entusiasmante diventa sempre più difficile trovare le parole adatte per poi scrivere un live report degno di questa definizione. E' anche vero che il lavoro viene agevolato in modo impressionante quando sul palco salgono bands come
Withate e soprattutto
Infernal Poetry. Ho avuto l'occasione di vedere i Poeti Infernali due anni fa in quel di Roma, precisamente al
Jailbreak, e lasciarono su di me delle ferite che ancora oggi sanguinano. Figuriamoci dopo il massacro a cui ho assistito il 10 Gennaio al
Sinister Noise, un piccolo club che fomenta e sottolinea quell'atmosfera underground da 'pochi ma buoni', una bolgia infernale in piena regola.
I primi in scaletta sono i Romani
Withate, un gruppo che non ci mette nulla ad aizzare i presenti con un Thrash Metal moderno decisamente diretto e robusto. Proprio in questo periodo è in uscita il loro primo disco intitolato
Billion Dollar Mouth, e quindi di conseguenza la scaletta si concentra sui nuovi brani, un concentrato di lucida e quadrata violenza ritmica. Sentire e vedere dal vivo questi ragazzi è utile per poter intuire cosa significa la parola 'groove', e in maniera ancora più dettagliata per capire come usarlo. Sono rimasto favorevolmente colpito da un'acustica tutto sommato positiva, anche perchè al
Sinister Noise sono stato abituato a sentire molto di peggio in passato. La band si muove con sicurezza e "tranquillità", riversando fiumi di adrenalina su un pubblico che con lo scorrere del tempo inizia ad aumentare con una certa regolarità. Ovviamente la capienza del locale è quella che è, ma fidatevi se vi dico che tutto questo ha giovato ad entrambe i gruppi, proprio per quella atmosfera devastante e pregna di sudore tipica di certi live set al limite dell'umano.
Quando si parla di esseri umani è forse il caso di considerare gli
Infernal Poetry come un qualcosa di estraneo a tutto questo, con il tempo sono diventati l'emblema del collasso nervoso, un act che si esprime soltanto con potentissime scorie di Progressive/Death Metal (?!?!?!) deviate e disturbanti. Nel vederli (e nell'ascoltarli) dal vivo si è colti da una crisi di nervi prossima all'isterismo totale, se poi ci si concentra troppo sul singer allora i giochi possono considerarsi chiusi, a causa di una cinica cattiveria affilata come la lama di un rasoio, bestiale. Ad essere onesti la prestazione tecnica di tutti i musicisti è stata terremotante, gli Infernal Poetry sono un fiume in piena che non può essere frenato, i presenti che si sono dovuti subire
Forbidden Apples e
The Next Is Mine ne sanno qualcosa. La loro sicurezza sul palco è totale, si muovono in modo decomposto, fanno headbaging come dei forsennati, eppure il flusso sonoro che ne esce fuori è senza la minima sbavatura. A tratti sembra quasi che stiano suonando in playback, un'ipotesi che viene brutalmente scartata però dal calore di canzoni come
Crawl,
The Frozen Claws Of Winter e
The Unpurifier. La band va a pescare da tutta la loro piccola discografia, senza tralasciare nemmeno l'esordio ufficiale uscito ormai qualche anno fa, e mi sto riferendo ad un pezzo come
'Till the Seventh Sky che dal vivo assume una carica ancora più trascinante che nella sua versione su disco.
La sala del locale è praticamente piena, il pubblico si agita e si scontra in un pogo che sembra fomentare ancora di più gli Infernal Poetry, ormai completamente disinibiti e fuori da ogni grazia di Dio. Un concerto sentito, ricco di passione e voglia di non mollare mai la presa, l'ennesima conferma che in Italia ci sono gruppi con le palle quadrate che non devono invidiare nulla a nessuno. Un complimento a Davide della
A.L. Produzioni per aver organizzato un live show filato via come l'olio. Grande qualità ad un prezzo veramente conveniente, soltanto 6 euro. Mi verrebbe voglia di chiedere dove era il pubblico dei grandi avvenimenti il 10 Gennaio... meglio lasciare stare.
Foto a cura di Francesca D'Alessio.Galleria fotografica.