E' Milano (tanto per cambiare) la città designata ad ospitare l'unica calata in terra italica dei Killswtich Engage, sicuramente il gruppo più famoso ed acclamato del metalcore, che per l'occasione porta con sè i The Haunted e i Bring Me The Horizon. La location che ospita l'evento è il Transilvania Live, che a fine serata si dimostrerà decisamente non all'altezza.
Prima di parlare del concerto in sè credo sia doveroso spendere due paroline sull'organizzazione, a dir poco pietosa: innanzitutto è impensabile non predisporre due ingressi (o comunque due file, nel caso del Transylvania) distinti per chi già in possesso del biglietto o dell'accredito e per chi invece vuole acquistarlo all'ingresso. Il risultato è un marasma di persone accalcate all'ingresso, che costringe chi possiede il ticket a sgomitare per entrare nel locale. Senza contare le bodyguard, anch'esse mandate allo sbaraglio e a loro volta indecise su come gestire la situazione.
Un altro discorso analogo andrebbe fatto per il guardaroba, gestito solamente da una persona, a fronte di migliaia di paganti costretti a file interminabili per depositare i propri effetti personali.
Dopo questa premessa, parliamo con il fulcro della serata, ovverosia il concerto: i primi a calcare le assi del Transylvania sono i Bring Me The Horizon, gruppo di sbarbatelli (età intorno ai 19/20 anni, così ad occhio) che propongo un metalcore piuttosto canonico, se non addirittura privo di personalità La loro proposta fa felici gli emo kids presenti in buona quantità che durante la loro performance sono tutti nelle prime file, per poi sparire miseramente al termine dell'esibizione del quintetto. Da un punto di vista strettamente strumentale, il loro show è tutt'altro che impeccabile, soprattutto alle chitarre, con molte sbavature, molto spesso concentrate negli assoli. Insomma, i Bring Me The Horizon puntano tutto sulle distorsioni per mascherare un'evidente incapacità ed immaturità tecnica. Si salve il cantante, che nonostante la giovane età dimostra di possedere un'ugola invidiabile, con uno scream e un growl molto potenti e aggressivi. Mi chiedo come mai siano in tour. Il popolo delle frange sugli occhi e dell'eyeliner pare apprezzare, pogando e surfando a sprazzi, mentre chi era lì per gli headliner sorseggia birra o guarda con aria più o meno disinteressata il gruppo in azione.
Dopo i Bring Me The Horizon, è la volta dei The Haunted, gruppo di tutt'altra pasta e di levatura ben pi alta. Basta che il gruppo salga sul palco che il pubblico si anima acclamandoli a gran voce, per poi rispondere con un pogo selvaggio e furioso alle prime note del quartetto svedese. La loro esibizione è limitata ad un'oretta scarsa, ma i The Haunted non si tirano certo indietro, suonando in maniera praticamente perfetta e coinvolgendo alla grande il pubblico. Sugli scudi Peter Dolving, grande cantante e frontman, che sfodera tra l'altro un fisico invidiabile, con tanto di pancetta da birra e tettine saltellanti. Non conoscevo approfonditamente il gruppo, avendo ascoltato solamente di sfuggita "Revolver" e "The Dead Eye", ma l'impressione che mi hanno lasciato è più che positiva, indi per cui, appena potrò andrò sicuramente a rispolverare i loro dischi in mio possesso. I suoni sono penalizzati dall'acustica del locale, a mio parere pessima, a causa delle dimensioni ridicole del Transilvania live, ma nonostante questo il muro sonoro ricreato dagli svedesi è possente e incisivo. Promossi.
Sale l'attesa per il gruppo che tutti aspettano, i Killswitch Engage. Il pubblico del Transilvania si fa sentire appena i cinque di Boston salgono sul palco ed è sufficiente che i fan riconoscano le prime note di "A Bid Farewell" perchè si scateni il putiferio: il pogo, dapprima limitato alle primissime file, si estende fino quasi al mixer, coinvolgendo anche coloro che si trovano sugli spalti ai lati, urtati dal movimento del pubblico presente nel pit.
Il coinvolgimento del pubblico la dice lunga su quanto i Killswitch Engage fossero attesi in Italia, che ripagano l'attesa con una scaletta piuttosto breve (una dozzina di pezzi) e che comprende solo tre estratti dall'ultima fatica in studio del gruppo, da me non troppo apprezzato in fase di recensione. Devo comunque ammettere che dal vivo i pezzi guadagnano in impatto, non risultando fuori luogo in una setlist che privilegia sicuramente le hit del gruppo.
La band è ancora orfana di Adam Dutkiewicz, il folletto che rappresenta l'anima caciarona e divertente dei Killswitch Engage, che comunque tengono egregiamente la scena, con scapocciamenti vari e interagendo anche con il pubblico, partecipe soprattutto sui ritornelli cantati a squarciagola dai presenti.
Il lavoro di Peter Wichers (ex-Soilwork) alla chitarra è professionale, ma la presenza scenica di Adam è impareggiabile e lo show ne risente, senza contare l'assenza dei backing vocals e degli scream che sono sempre stati prerogativa dell'infortunato chitarrista, che a sua volta sottrae qualcosa alla resa live dei Killswitch Engage.
Quando il gruppo attacca con "When Darkness Falls" o "Breathe Life" sembra di ritrovarsi in una bolgia dantesca, dove metallari a petto nudo, sudati e puzzolenti, danno vita ad un moshpit violento e incontrollato, esaltando la band che durante il concerto invita i presenti a cimentarsi in un circle pit.
Richiesta esaudita, con il pubblico che si urta a spallate e si fa lanciare sopra la folla surfando con disinvoltura, salvo poi cadere in maniera meno disinvolta oltre le transenne.
Howard Jones invita comunque il pubblico ad aver cura gli uni degli altri, per evitare disdicevoli infortuni e lo rifocilla con bottigliette d'acqua: manna piovuta dal cielo.
Anche durante il loro show i suoni non sono stati proprio all'altezza, ma credo che la cosa dipenda essenzialmente dalla struttura del locale, a parer mio inadatto ad ospitare eventi di questo tipo. La chiusura è di rito affidata a "My Last Serenade", prima che il bis di "End Of Heartache" faccia calare definitivamente il sipario sulla serata.
Tralasciando lo spettacolo a parer mio pietoso dei Bring Me The Horizon, una seratina da ricordare, anche se la cornice era tutt'altro che ottimale per un concerto di questo tipo. Spiace che il tempo a disposizione degli headliner fosse piuttosto risicato, e ogni volta che assisto a questo tipo di concerti con pùi support acts mi domando perchè non si lasci magari un gruppo a casa, permettendo alle altre bands di suonare più a lungo. I Killswitch Engage si sono confermati una band con tutti i crismi e non cinque sprovveduti che hanno cercato di sfruttare l'ondata metalcore degli ultimi anni, ripagando appieno le aspettative di chi li aspettava trepidante. Spero di potermeli gustare presto in una sede più consona, con tutti e cinque i membri e magari per più di un'oretta misera.
Un grazie a Mauro per le foto del concerto!
Setlist
01. A Bid Farewell
02. Fixation on the Darkness
03. As Daylight Dies
04. Breathe Life
05. Life To Lifeless
06. My Curse
07. When Darkness Falls
08. This Is Absolution
09. Rose Of Sharyn
10. Redemption
11. Tak This Oath
12. End of Heartache
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