(25 ottobre 2025) Shades of Prog 5 @ Verona

Info

Provincia:VR
Costo:18,00 euro
Il prestigioso Shades of Prog 5, arrivato oggi alla ragguardevole soglia della sua quinta edizione, sbarca nel nuovissimo palco del Damage Inc; un traguardo tutt’altro che scontato direi, considerando anche la tipologia di metal proposto: infatti, come facilmente leggibile ed intuibile, si tratta di un vero e proprio festival che cura tutte le varie tipologie e sfumature del prog rock/ metal, da quello più classico a quello più duro e oscuro, senza trascurare le sonorità più moderne, in modo tale da crearne così un mix completo e vario, che possa soddisfare tutti i gusti e accontentare tutte le esigenze.

In questo senso mi sento di ringraziare per l’ ospitalità gli amici di vecchia data Angela Busato e Simone Calciolari, organizzatori dell’evento in collaborazione con il nuovo locale, nonché musicisti dei Dark Ages, che saranno a loro volta protagonisti con la loro band in veste di co-headliner. Senza tutta questa caparbietà ,determinazione e passione profuse, unita alla collaborazione delle agenzie, dei gestori, degli addetti ai lavori vari e del pubblico presente ovviamente, tutto questo oggi non sarebbe certamente possibile da realizzare a Verona!

Prima di addentrarmi nel breve racconto di questa serata fantastica di musica prog metal, trovo giusto e corretto spendere due parole a parte per il Damage Inc, questa nuova realtà sorta molto recentemente a S.Giovanni Lupatoto (a due passi da Verona) e gestita peraltro da un altro amico di vecchia data, Matteo “Bara” Baroni, uno che ci ha sempre creduto, che ci ha sempre messo la faccia, che è caduto e si è sempre prontamente rialzato, e che ora, dopo tanti anni di sacrifici e dura gavetta anche come promoter (gestisce anche tutta la programmazione eventi di Orion Agency), raccoglie finalmente i frutti del suo seminato, aprendo un nuovo locale di musica ROCK a 360 gradi in Veneto…e che locale ragazzi!

Come capienza siamo ai livelli dell’ Alchemica di Bologna per intenderci, ma quello che balza subito all’ occhio è l’ingresso del Damage Inc, dove per raggiungerlo si scende una scala che porta quasi sottoterra, in vero stile metal/rock! Una volta entrati all’interno del Damage Inc si nota subito un capiente palco rialzato (con tanto di soppalco rialzato extra anche per la batteria), un fornito bancone bar di lato con un ottima selezione di birre buone e con due/tre tavolini per sedersi, molto ordine, pulizia e personale gentile, altri dettagli certamente non di poco conto o trascurabili per una nuova attività di live music club in programma di espandersi ulteriormente. Da un punto di vista invece squisitamente tecnico e musicale (la parte più importante), palco a parte già descritto pocanzi, direi ottima acustica con un impianto all’altezza della situazione, con suoni e volumi nel complesso sempre ben bilanciati e puliti, anche per merito di un fonico al mixer che è parso sempre all’altezza della situazione. Forse per i miei gusti i volumi sono un po’ troppo alti e sparati e le luci sul palco migliorabili a mio avviso, perché ci sono parecchie zone buie che potrebbero essere intensificate per la gioia dei colleghi fotografi. Ma al di là di questi piccoli dettagli migliorabili, che sono per lo più pareri personali , il Damage Inc è una struttura fantastica e una nuova realta’ musicale in Veneto, che merita tutto il mio e vostro massimo sostegno e appoggio! Chapeau.

Come dicevamo in prefazione, questa nuova edizione del Shades of Prog, oltre che cambiare location, cambia sensibilmente anche forma, abbracciando non solo tutte le varie sfaccettature del prog metal, ma spingendosi ben oltre, fino a toccare i confini del doom metal vero e proprio, rappresentato egregiamente dagli “emergenti” IV Sigillo in apertura di serata. Non nascondo che buona parte della mia presenza oggi è stata giustificata anche dal loro inserimento nel bill in extremis, e che visto il valore della loro proposta musicale, nonché quella dei navigati musicisti in questione, avrebbero a mio modesto parere meritato un altro posizionamento in scaletta (con tutto il rispetto per le altre band ovviamente). Ma i ragazzi dei IV Sigillo non sono certo abituati a cercare alibi, e in barba anche a un orario di inizio tutt’altro che favorevole, di fronte già ad un numero considerevole di fans accorsi in tempo, sfoderano una esibizione maiuscola, al limite della perfezione oserei dire, grazie anche al carisma del loro leader Emiliano Cioffi (ex Epitaph), che oltre ad essere un cantante eccellente è soprattutto uno showman, capace di creare una vera e propria recitazione sul palco, con tanto di siparietti, movimenti del corpo e smorfie uniche, interagendo con il pubblico che diventa di fatto un tutt’uno con la band. A supporto di questo c’è naturalmente tanta sostanza, tecnica e qualità compositiva, messa in atto da un magistrale Dario Vicariotto (anche Menace, VII Vitium e Kryuhm alla chitarra), supportato da Attilio Godani alla batteria e da Omar Roncalli al basso, anch’essi musicisti navigati e di vecchia data con molte esperienze passate importanti alle spalle.
Quarantacinque minuti circa a loro disposizione di magia pura estratta dal loro unico disco omonimo pubblicato a oggi, dove si intersecano vorticosamente oscurità, malvagità, occultismo, prog metal, dark sound, e tutto ciò che è appartenuto ai padri spirituali del genere: i Black Sabbath! “Satrap Of The Cruel”, “Planet Of Vegeance” e “Sin Eater, Sin-Retcher”, sono stati gli apici di un live magistrale e difficilmente dimenticabile…grandissimi IV Sigillo ! Un inizio più scoppiettante di così era pressoché impossibile ed immaginabile..

Breve cambio di palco, e siamo pronti per assistere all’ esibizione della terza band in programma, ovvero i Beriedir, provenienti dal bergamasco. Cambiamo completamente genere rispetto al IV Sigillo, e ci addentriamo in una proposta progressive molto più moderna, contaminata dal power ma anche da un sound molto introspettivo e darkeggiante , così come lo sono le tematiche anche dei loro testi. Le lunghe chiome ricce e vaporose del cantante Stefano Nusperli non passano innoservate, così come l’uso di una sorta di gonna pantalone di colore bianco, tinta predominante che caratterizza anche il look di tutta la band. Nonostante il genere sia molto distante dalle mie corde e dai miei ascolti abituali, devo ammettere che ci sanno fare questi giovanotti, riuscendo a catturare l’attenzione anche a chi non suona familiare il genere proposto come il sottoscritto. Vantano ben tre dischi al loro attivo, dove certamente tra tutti si distingue l’ultimo “Liminal Spaces” del 2024, dal quale sono stati estratti ed eseguiti tre pezzi, e tra i quali si è fatta preferire su tutte “As Tight As Panthoms Hold”: la loro musica prende spunto sicuramente dai Pain, Leprus, Katatonia e da tutto quel metal molto celebrale e ipnotico odierno. Nel complesso una prova più che positiva, che ha convinto un po’ tutti e portandosi così a casa meritati applausi.

Ci spostiamo ora nel modenese, ma restiamo sempre in tema modern metal con i Logical Terror, la terza band pronta ad entrare in azione, seppur però con un sound decisamente poco prog e molto più direi più “cattivo” al confine tra il nu metal/industrial, con tematiche anch’essi molto ipnotiche, celebrali e vorticose.
Probabilmente erano oggi quelli più fuori tema nel contesto del festival, ma non per questo meno interessanti, anzi.. Era la seconda volta che li vedevo in azione, e rispetto ad allora (sarà perché sono passati parecchi anni) li trovo molto più maturi e convinti dei loro mezzi. Come nel caso dei colleghi Beriedir, vale lo stesso ragionamento anche per i Logical Terror, e cioè che il genere rimane distante dal mio gusto personale, ma questo non implica un giudizio negativo o una stroncatura per partito preso; bisogna riuscire anche ad ascoltare e a valutare quello che ci piace meno, e sicuramente in questo senso il loro lo sanno fare, dove si distinguono i due talentuosi vocalist alternati Julius Morse (growl/scream) ed Emiliano Gozzi (clean), che creano un qualcosa davvero di molto interessante, supportati dai riff taglienti fuorusciti dalla chitarra “fredda e glaciale”, ma dannatamente precisa di Simone Clementi, un vero virtuoso del suo strumento, in grande escalation.
Scaletta incentrata molto sul primo album “Ashes Of Fate”, dove oltre all’ottima title track si sono distinte “10.000 Falls” e “Nowhere To Nowhere”, con concessioni anche al più recente “Sides Of The Unknown“, con “The Final Nightmare” e “Time Zone”. Il futuro del metal moderno italiano passerà sicuramente anche da queste parti, statene certi. Anche per i Logical Terror alla fine della loro buona performance non sono mancate meritate ovazioni del pubblico.

A questo punto, lo Shades of Prog 5 entra nel vivo e tocca quasi il punto più alto del tabellone con i co-headliner Dark Ages, veri e propri veterani della scena prog rock/metal italiana, che non hanno bisogno di tante presentazioni. La band veronese, fondata nel lontano 1982 dal chitarrista Simone Calciolari (a oggi unico membro originale rimasto), ha sviluppato una carriera discografia molto varia, con coerenza e senza mai inseguire il trend del momento, componendo sia opere rock che album concept, tutti sviluppati su una certa ricerca interiore dell’ animo umano, che porta talvolta a molti conflitti interiori, insicurezze e meditazioni su come migliorare la propria coscienza. Per questa occasione speciale ci proporranno una scaletta incentrata quasi esclusivamente sull’ultimo disco uscito in senso temporale, ovvero “Between Us” del 2022, ad eccezione della bellissima ”Yours” (unico estratto da “A Closer Look” del 2017) più l’anticipazione di un nuovo brano inedito intitolato “Road To Insanity”, che presumibilmente andrà ad inserirsi nel nuovo album in uscita il prossimo anno .“Pristine Eyes”, “One Lonely Shelter” e “Yours” sono un trittico micidiale, sostenute dal sempre bravissimo vocalist Roberto Roverselli, capace di cambiare tonalità e sfumature senza alcuna difficoltà apparente e a proprio piacimento. Lavoro come sempre ineccepibile di Angela Busato alla tastiera, che riesce a creare delle linee melodiche ed armoniose perfette, così come del resto lo fa con la stessa disinvoltura e classe il fratello Carlo alla batteria, che percuote con energia e precisione consolidata il suo strumento. Nota di merito particolare al bassista Roberto, new entry o meglio un vecchio ritorno nella formazione di Calciolari (era già stato in passato un ex membro), che senza tradire emozioni suona con grande naturalità e disinvoltura, quasi come se non fosse mai fuoriuscito dai Dark Ages. Sul grande Simone Calciolari infine, ho perso letteralmente per strada gli aggettivi utili per descriverlo: innanzitutto mi complimento per tutto ciò che ha fatto nel corso della sua carriera sia per la sua band, i Dark Ages, ma anche ringraziarlo pubblicamente per quanto lui e la sua compagna Angela continuano a fare per la causa del metal nella nostra zona! Per quanto riguarda invece un discorso più squisitamente tecnico, credo sia uno dei migliori chitarristi in circolazione, dove anche stasera ha dato saggio a tutti della sua bravura indiscussa con le sei corde. “The Villan King”, chiude l’ennesimo concerto perfetto dei veronesi e ci introduce al meglio verso gli headliner toscani Dark Quarterer, che scalpitano e sono carichi a mille dietro le quinte. Con un solo aggettivo a disposizione definirei la prestazione dei Dark Ages impeccabile!

Dopo qualche annetto dall’ultima volta (e sempre in un locale veronese), rivedo oggi con grande piacere una leggenda del metal italiano, gli storici Dark Quarterer da Piombino, fondatori del cosiddetto epic/progressive metal, perchè in ogni loro composizione si fonde l’energia del metal, la tecnica compositiva del prog e la cultura storica dell’epic metal; ogni loro brano è un vero e proprio viaggio mentale, grazie anche ai continui cambi tempi che caratterizzano ogni composizione e all’inquietudine oscura che essa riesce a trasmettere all’ascoltatore…in altre parole, musica da fuoriclasse puri per veri cultori e intenditori di musica. Otto album al loro attivo (più un live) e una carriera lunghissima che parte dagli anni settanta a oggi, e che ha visto parecchi cambi di formazione nella line-up attraverso questi lunghi anni, cosa che fortunatamente non ha mai scoraggiato i due membri storici Gianni Nepi (voce e basso) e Paolo “Nipa” Ninci (batteria), supportati egregiamente oggi dagli ottimi Francesco Sozzi alla chitarra e da Francesco Longhi alle tastiere.

Lo spettacolo inizia proponendoci una suite musicale tutta dedicata a “Pompei”, (l’ultimo album del 2020) , composta dalle bellissime “Vesuvius”, “Welcome To The Day Of Death“, “Plinius The Elder”, “Gladiator”, per poi fare un salto a ritroso nel passato con “Devil Stroke” (da “The Etruscan Prophecy” dell’88), soffermandosi con altri due brani estratti da “War Tears”, la profonda ed introspettiva “Oscurità” (versione in italiano di “Darkness”) seguita dalla suggestiva “Lady Scolopendra”.

Dal primo album omonimo “Dark Quarterer” dell’87 viene ripescata “Colossus Of Argil”, al quale avrebbe dovuto seguire il brano omonimo che da il titolo al disco, ma per motivi di tempistiche non è stato possibile ai Dark Quarterer far suonare, con grande disappunto della band e delusione nostra in sala, che avremmo certamente voluto sentire almeno un ultimo brano. Nonostante un finale dal retrogusto amaro a causa del taglio scaletta per motivi di orario, resta comunque tangibile il ricordo di una prestazione memorabile e sopra le righe, di un livello tecnico clamoroso dei toscani, che dimostrano ancora una volta la superiorità e l’eccellenza del prog metal made in Italy, che se suonato a questi livelli esponenziali e magistrali non teme alcun confronto con niente e con nessuno al mondo.
Prima di congedarci definitivamente, il leader carismatico Gianni Nepi (elegantissimo nel suo ampio cappello e spolverino lungo in pelle), ci anticipa che il prossimo anno uscirà finalmente il nuovo disco dei Dark Quarterer, che sarà sempre un concept basato sulla Divina Commedia di Dante Alighieri, un opera letteraria che peraltro ho sempre amato. E a questo punto non vediamo l’ora di sentirlo e goderne tutti…lunga vita ai Dark Quarterer e un sentito grazie per averci regalato un concerto così intenso e passionale, come solo dei musicisti d’altri tempi potevano regalarci.

Arrivederci alla prossima edizione!

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Report a cura di Alessandro Masetto

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 08 nov 2025 alle 08:57

Posso capire che l'ultimo album dei Dark Quarterer sia stato molto apprezzato però è uscito 5 anni fa, riproporlo ancora per intero o quasi anche basta, a maggior ragione se si suona con altri gruppi e hai uno spazio per la scaletta più ridotto. Li ho visti l'anno scorso e hanno suonato tutto l'album per intero più qualche altro pezzo.